- 283 patria non siano attraversati dalle meno dei barattieri. Lo scrittore dalle eleganze più prezioso, il Poeta dalle hnma.gini più morbide è qui trasformato in un oratore muscoloso, preciso, perfet~o, che l'alto pensiero <lorninantc - -« la 1cgge di Roma ~ - tien lontano da ogni peccato J' 0111';1.si. « Se considerato è come crimine l' incitare alla violenza i cittadini, io rµi vanterò ùi questo crimine. . . « Ogui eccesso della forza è lecito se vale ad impedire che la patria si perda. -« ;Ebbene, s1; lasciamoli fuggire. Qnestn, è la sola indulgenza che ci sia lecita ~. Vinta la battaglia interna, rimessa al nemico la dichiarazione cli guerr~, l'impeto oratorio decaùe, la voce del Poeta assume un respiro più ampio, più profondo, più religioso. Trema nell'ani1no sno la reverenza per _la patria così g1·ande, così leale, così coraggiosa. Le parole ùa lui dette ali' alba del 25 n1aggio in una cena di amici sono t1~tte sostenute e pervase da tale religjosità. Sopratntto collln1ove il Poeta la calma nobilissima di Roma dinanzi al grando passo compiuto, -« Ro1na diveniva ro- : L·~ storia ;ostra· si 0 fec·e f~rs~ n~ll~ 1nana, come al tempo austero della- sua. bott~ghe dei l'igattieri e dei ccnciainoli 1 repubblica. ·Stanotte a un tratto noi . abbiamo riavuto coscienza della rorna- -« Non topi, non ossi; non cenci, non nità nel senso più ampio di questa pabaratti, non truffe. Basta! Rovesciate rola superba. i banchi! Spezzate le false bilance! Sta- . notte su noi pesa il fato roma.no; stanotte su noi pesa la legge rom_ana. Aècettian10 il fato, accettja1no la legge. Imponiamo il fato, imponiamo la legge. Le nostre sorti non si misurano con la spanna. del merciaio, ma· con la spada lunga~. Se gli assahtori della B::tistiglia ebbero un incitatore, egli non deve esse1·e stato più eloquente del D'Annunzio: vi è, in vero, nelle sue parole come il rullo di un tamhuro che affretti il suo ritmo quanto pi.ù le onde della milizia in mar- • eia s' approcciano al nemico. È il 20 di maggio: il pal'lamento deve delibera.re. Si vocifera che i Giolittiani tenteranno di vincere o di confondere. E ,il Poeta incalza il furor della folla perchè vieti la porta del pa,rlamento agli indegni: « :K ou bisogna permettere che pagliacci camuffati deJla casacca « Forse nel giorno della vittoria Roma non ci apparirà tanto bella. In quel giorno il destino sarà comtJiuto e noi potremo misurarlo. Ma stanotte il destino era senza n1isura e l'aspetto di Roma l'eguagliava in grandezza. La speranza non aveva limiti, :il sogno non aveva confini~. Poi il pensiero da Roma che ospita la deciurn, lVIusa, la nomata Energeìa, balza sulla via, di Trieste dove V alba illuu1ina il primo impeto italiano! -« O compagni; questo non è il gelo dell'alba., ma un hriviLlo più profouùo. E siamo tutti pallidi. Il sa.ugue cominch1, a sgorgare aail corpo <leIJa patria. Non lo sentite~ L'uccisione cornincia,, la distruzione - comin,cia. · Uno della. Host1·a gente è u1orto sul 1nare, uno della nostra gente è morto sul suolo. tricolore veugano· a vociare il santo « Ecco l'alba, o compa.gui, ceco ]a uonie con la loro strozza immonda. diana; e fra poco sarà l'aurora. Ab- « Fa,tc la vostra lista di proscrizione, bracciamoci e prendimno commiato. Qnel senia pietà; voi n,e avete il dil'itto, voi - che abbian10 fatto è fatto. Ora bisogna ne avete anzi il dovere civico. Chi ha, che ci separiamo e che poi ci ritrovian10. salvato l'Italia in questi giorni di clo- Il nostro Dio ci conceda di ritrovarci o viameuto · se non voi, se non il popolo vivi o n10rti., in ùn luogo di luce». schietto, se non il popolo profondo 1 Ri- Con queste parole la comuntone del cordatcvene. Costoro non possono sot- Poeta con la patria è compiuta: do.mani trarsi a.l castigo se non con la fuga,. egli reclamerà la divisa della s11a gioviPer gli OMNIBUS dei Servizi Pubblici Automobilistici Go~~:;;e Piene " WlAI f R MAIRl n, , "WALTER MARTINY,, INJ)USTRIA GOMMA· Soc. Anonima Cap. l.. 4,000,000inter. versato · -<.~ Via Verolengo, 379 .,, "'l.'OR IN<"> t'.>- ,I BibliotecaGino Bianco
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