259 - Nel 1915 sono ancor poco sensi1>ili presenti uu lieve accrescimento, anzic]1ò le dimiuuzioui nelle nascite poichè fino un calo di popola~ione. al ma1·zo dello stesso anno (termine utile Il bilancio dell'alimentazione nazionale. per i concepilnenti co1Tisponùenti alle nascite fino n.l dieembre) le classi richianrnte sotto le arn1i furono poche e di rt:\ assai giovanile. Invece c' è una sensibilissima contrazioue nei n1atrimonfr (da 252,000 nel 1914 a 185 000 nel 1915 · . L'esercito mobilitato dà luogo aù un <lei quali 119 mila ~el pl'i~no e 66 mil~ consumo assai ingente di vettovaglit•. nel secondo se1nestre). Dal 1913 al 1915 Questo spiega il perchè durante la gue1·- la diminuzione constatata corrisponde ra, anche prima che sia constatata 1111a, al 30 per cento e nel sècondo seme- minor produttività ùel suolo, i vivei-i stre 1915 la dilninuzione in confronto cominciano subito ad apparire sensi1iil- _de1lostesso periodo del 1913 sale a circa mente scarsi. Si aggiungano le difficol t:'L il 50 per cento. Nell'aumento dei morti di comunicazioni, in ispecie 1narittirnC', sono infine a considerare le perdite rli coi ~ercati d~ ~pprovvigionamen~o, o gnerr::}, e quelle derivanti dal terremoto non s1 durerà fatica a trov~e la -spiega.- di A vezzauo e dintorui. zione di quei fenonieni di carestia e· !te Come era da prevedersi il 1915 dà debbono di necessità accompagnare 1111 pure una scarsissima e1nigr~zione tran- conflitto così ~randioso co:Ìne quello che soceanica (65 mila emigranti), e in quella ha sconvolto 11m_ondo. . . . vece i l'impatrii d'oltre oceano riman- Paragonando 1 raccolti deg;h anni gono considerevoli superando di circa 1916 e 1917 con la inedia ~ottennale 100 mila. individui' il totale delle uscite. 1909-1915 si riscontrano forti deficit: Sicchè, anche pel 1915, l'accrescimento pel •frum_ento e per l'avena,, nel 1917, netto della popolazione (i nati più i rini- p~l granoturco, nel 1916, per le bu.rbapatriati, meno i morti e meno i perma- bietole, :µel 1915 e 1916, per l' uva, nel nenten1cnte emigrati) ammonta a mezzo 1915, per le patate, nel 1916. milione di abitanti o poco meno. Le cose cambiano nel 1916. Comincia a sentirsi gravemente l' ii+fluenza della guerra sulle nascite diminuite, ri-spetto al 1913, del 25 per cento circa. È vero che l'anniento delle morti non è che del 7 per cento circa, e che la emigra- :zione oltre oceano è sempre scarsissima, per l'abbondanza di lavoro in paese e , Jpei divieti d'uscita agli obbligati al ser- --viziomilitare, ma anche i rimpatrii sono ])ressochè esauriti. Il 1916 si chiude dunque solo con uu lieve accrescimento di popolazione, e press' a poco uguale a quello dell'ultimo anno di pace 1913. La dbninuzione dei matrin1onii, rispetto al 1914, è del ~Oper cento circa, e del 65 per cento rispetto al 1913. Dall'inizio della guerra europea. a tn tto il 1916 la popolazione dell'Italia si è complessivamente accresciuta di 1 milione circa (<la 35 milioni e 850 1nila abitanti•· a 36 milioni e 800 mila abi"' tanti). Da rilevazioni sommarie ed incomJPlete eseguite pel 1917 appare in que- ,st' anno -non rr10lto più grave che pel 1916, la diminuzione delle nascite e dei 11natl'imoni. Nelle prime v' ha un~ di- ·-minuzione, rispetto al 1913, del 26 per -cento ciroo, nei secondi l'abbassamento ,è del 67 pei· cento. È dunque possibile, ,se nou probabile, che anche l' a-nno 1917 1BibliotecaGino Bianco Produzione in Italia delle principali ' derrate agricole (in migliaia di quintali). Media PR0D0'rTI settennale 1915 191G 1909-1915 . Frumento (1). . 48,863 46,414 48,044 Segale (1) 1,316 1,108 J . . . 1,3o7 Orzo (1) • \ 2,130 2,406 2,201 . . . A vena(l). . . 5,038 4,564- 3,7~o Riso. . . . . . 4,971 5,606 5,203 Granotureo . . 26,447 30,945 20, 714Patate. . . . . 16,403 15,450 14,772 :Barbabietole. . 16,900 14,866 13,488 Uva(l). . . . . 64,707 30,122 59,83ti Olive . . . . 10,[.60 9,305 12,922 (1) Nel 1917. il 1·accolto a.pprossinrn.tivo <lel grn,no è stat.o di 38 milioni di qninta.li, qnello dell' nva di 66 milioni di quintali, tlell'orzo di 1,585,000 CJ., della segale di 1,135,000 q., dell'aven:L di 4,918,000 q. . . . È interessante vedere come l' Italii1i abbia potuto riparare, d~,una parte, all11, maggior richiesta di derrate e di carni per l'esercito, dall'altra, alla n1ino~:produzione interna.. Ed anzitutto, mediante il servizio degli approvvigiona1nenti, lo Stato ha provveduto a importare, per i consmui mi1itari e civi.li, una mnggior qn:wtità J • I I
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