287 Tra le quinte della Storia. o NON credo che in I alcuna epoca della storia del mondo la diplomazia sia stata n1ai come ora oggetto di intensa attenzione e di critiche vivaci. Certo poche 1 volte alla diplomazia . può essere toccato un con1pito così arduo .conie nella presente guerra. Basti pensare che nelle gnerre precedenti, ·per lo più di rapida soluzione, si può dire che il lavoro della diplomazia si arrestasse con la dichiarazione per ricon1inciare quasi automatic~niente con l' a1·mistizio. Questa volpa invece, sopratutto per il carattere di sorpresa che la guerra h:::.>J avuto, si può dire che il con1pito della diplomazia sia cominciato con la stessa guerra. L' Intesa, colta alla sprovvista nella sua in1preparazione, doveva nei primi tempi riparare alle deficienze n1ilitari c6n un intenso lavorio, diplomatico. Si trattava innanzi tutto di pensare ai neutrali, di coinvolgerli nel conflitto o invece di tenerneli lontani - ad ogni costo; n1a si trattava anche di <lare alla coalizione - che aveva un carattere puramente negativo di difesa contro l'aggressione tedesca - un contenuto positivo fondato sulla conciliazione d.egl' interessi dei vàri stati coalizzati, di giungere insomma alla pratica a,ttuazione del fronte unico, n1ilitare cd ~conomico, che si è ormai rivelato il più forte· coefficiente di successo. È s.tata questa una vittoria che non bisogna negare alla diplomazia dopo averle fatto _carico di tanti errori, forse in gran pa,rte inevitabili. Oggi insomma tutti sentono che le ~orti della guerra non sono affidate soltap.to al senno dei condottieri che combattono in cospetto della libera natura i:1, ·volte favorevole, spesso nemica, ma ancl~e all' abilità di coloro che lottano ·1rnll'ombra con armi incruente ma non meno micidiàli ·a volte di quelle altre. ]\{a, tutto questo n1ondo della diploma11, i a 1·imane come un sacrario misteriòso · (~ inaccessibile alla 'curiosità ·del gran p:· bblicQ, e _il mistero accresce da una parte il rispetto, dall' altra la diffidenza. Uhi scrivo è tra i non 1nolti profa~1i BibliotecaGino.Bianco cl),e, dovendo seguire da vicino per con1pito professionale le vicende della politica estera, ha occasione spesso di violare le soglie del- sacrario. Lo farà ora, por accon1pagna1·vi i lettori in una. visita rapida e discreta. Il centro di tutto il lavorio diplo_- n1atico. della capitale è naturalmente il ntiuistero degli Esteri. Per il pubblico. nostro esso è la Consitlta, così come a. Parigi il Qita-i d' Orsay, ·a Vienna la Ballplatz, a Costantinopoli il. Divano. Per quanto gli si adatti veramentebene, il nome .esso l'ha ereditato dal1' inquilino precedente del palazzo, cioèil T1'ibunale della Consitlta, e· Segreteria. de·i Brevi, per il quale Clemente XII lo fece costruire dal Fuga nel 17 59. Un' 01·igine recente dunque; pure il palazzo per la ricchezza delle sale, e so-' pratutto per la posizione che domina la. città, è tra i più imponenti della capitale. Non c'è da meravigliarsi quindi se dopo la presa di 'Roma esso sia statovivamente conteso. Il Senato lo reela1nava per la propria sede, .data 1~ vicinanza al Quirinale che si veniva trasformando in reggia; ma il Visconti Venosta, che -era allora ministro degli Esteri, si ostinò a reclamarlo per il suodicastero, rifiutando il Palazzo Valenti.ni che gli era stato offerto e che ora, ospita la ..P..refettura. Il Visconti Veno-· sta la spuntò, e il palazzo fu arredatocon un certo · gusto fastoso che non èsenza effetto nelle grandi serate di ri-- . cevimento. Il piano no bile ospita a destra il 1ninistro e i saloni dei ricevimenti, a. sinistra, vel'so il Quirinale, il sottosegretario di Stato e il segretario generale, e dal giugno 1916 anche il gabinetto dell' on. Boselli, presidente ùel Consiglio senza portafogli. Il visitatore-. entrando nelle anticamere ha subito un'impressione -diversa dagli altri 1ninisteri, per il silenzio 1·eligioso che vi Tegna,· per l' aria di distinzione dei funzionari anche minori, per l' aspetto stilé~ degli stessi uscieri, fra cùi popolarissimo tra diplomatici e giornalisti Giaco1no Grosso, un interessante tipo di piemontese che ha• un po' del militare un po' del diplomatico.
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