Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1917

- 2GB mentre conferenze ell opuscoli diffuse- L'attivitàdelle donne 1·0 la lodevole iniziati va 1n tutta la pe- di Ala. uisola. Propagandafem111inile di guerra. Un altro gruppo di donne intelligenti dell' Unione Insegnanti volle diffondere fra le classi fem1ninili meno colte le ragioni che fanno sacra ed ineluttabile la nostra gnerrn,. Allo scopo eomposero e fecero pubblicare una serie lli nitidi e brevi volun1etti, nei quali in forma piana ma pura ed elevata, viene spiegata al popolo la necessità della nostra partecipazione ali' immane conflitto europeo e ridestato l'amor patrio e l'amor ci vile nei cuori più egoisti. La stessa propaganda ricorse anche alle proiezioni cincinatografiche, alle letture, alle cartoilne, ottenendo ovunquè lusinghieri 1·1sultati. Il problemadelle orfane di guerra. \, . Il problema delle orfane di guerra angustia molte generose anime femminili. La Direttrice del grande Orfanotrofio 1nilanese, nel convegno nazionale delle Opere di educazione tenutosi quest'anno in Roma,· 1)ropose di istituire presso ogni Orfanotrofio fmnm.'inile una, casa-pensiono ove le orfane potreubero rimanere qualche tempo, un anno ·pe:r escinpio, dopo aver terminato gli studi dell' Istituto. Tale casa dovrebbe essere diretta e a1nministrata dalle orfane stesse che vi impare1·eb bero la scienza difficile della vita. Altre generose benefattl'ici vorrebbero fondare delle colonie agricole per raccogliervi le povere ed innocenti vittinie della guerra. Una nobile signora, Stefania Tiirr, figlia del ·prode garibGlilùino, fondò un'apposita rivista: Le Mad1'i ital-iane, approvata e incoraggiata dalla nostra Regina e da personalità illustri, ove è -sostenuto il nuovo principio che l' orfano non deve venir tolto al suo paese nativo e nem1neno alla fa1niglia, per quanto ridotta essa possa essere. La signora Tiirr in altre parole vorrebbe. che il problema degli orfani · venisse risolto dallo donne unica1nento, e allo scopo diffuse uno statuto in ogni città e in ogni comunè, per l'Associazione delle madri italiane, ad uso di <1uelle signore caritatevoli che intendessero sostenere le idee e i propositi èspressi pella sua Rivista. Le adesioni furono nu111e1·osee il genero-so progetto .della fondatrice potrà forse rnutal'si in l'ealtà. BibliotecaGino Bianco Le donne irredentq, che la, nofitra gne~Ta ha liberate, ha.uno voluto 1n·outamente portare il loro contributo alla grande azione rivolta contro il nen1ico secolare; priine fra tutte le donne <li Ala chiesero cd ottennero di venir ac- . \ .cettate come dame della Croce Rossa nei locali ospodaletti da campo e raccolsero fondi per prep:l,rare indumenti di lana ai prodi soldati, loro liberatori. Atti di coraggio femminili. G1i atti di coraggio e di eroismo fem:-- 111 inile nelle regioni martirizzate ove più infuriò crudele la battaglia, non si conta no ; molte donne ancora oppresse dal giugo austriaco non si trattennero dal laneiare fiori alle nostre truppe di avanguardia e dal fornire loro in{ormazioni talvolta preziose. Due signorin~ goriziane, Giulia Bianchini e Ma.ria Arcani, scorgendo ai limiti della città alcune nostre pattuglie volanti, issarono entusiaste sul tetto della casa un bel drappo tricolore, preparato in· seg1·eto pel giorno dell'agognata riscossa. I soldati italiani lo videro e lo salutarono con un colpo di cannone; ma subito dalle trincee nemiche partì una granata che colpì e sventrò la casa amica, e la sera stessa le coraggiose sjgnorine vennero tratte in arresto. Un'altra eroica imprudente, Maria VaHini, trentina, per aveT scritto ad un suo cugino, militare nel nostro esercito, una lettera ove esprimeva l' augurio eh~ la ban<l.iera italiana sventolasse al più presto 'dal Castello, venne arrestata e, invitata a chieder perdono del suo colpevole desiderio ~ Non· chiodo perdono a nessuno - rispose - ma mi pento di non aver detto di più, perchè nelle mie vene scorre sangue italiano ». Condannata a morte, venne graziata, essendo minorenne. Le telefoniste e le telegrafiste delle città più . prossinie al confine, non lasciarono il loro posto di responsabilità e di lavoro, nemn1eno quando intesero il minaccioso rombo del cannone; il Bollettino del Ministero delle Poste pubblicò un alto en,con1io. alfa telefonista avventizia dell' ufficio di Verona, signorina Bice Pangoni, per i' perfetto contegno tenuto durante l'incursione degli aeroplani nemici del 27 Marzo scorso. l\Ial- ,grado l'impressionante spettacolo della caduta delle bombe, essa non abbandonò un solo istante il suo tavolo di lavo1·0,. pur trovandosì sola in sorv1z10

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