Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1917

244 ~ alla soluzione definitiva del co1nplesso problema sia quello di promuovere una pronta e vasta esperienza nelle nos~re campagne, tanto più che sino ad ora poco abbiamo fatto nel campo dell' applicazione pratica, poco nel campo stesso degli studi, benchè n.on siano mancati e non manchino arùiti e benemeriti industriali che si sono cimentati alla ricerca di soluzioni del difficile problema. V. - Le difficoltà per l' alim.entazione del bestiam.e. ' Le ripercussioni della guerra si fecero sentire assai fortemente anche nella tecnica dell' allevamento del bestiame. Se da una parte gli agricoltori poterono realizzare alti prezzi nella vendita dei loro prodotti, dall'altra si trovarono cre~te condizioni ben difficili, particolarmente riguardo ai foraggi, sia per effetto della requisizione, sia per il maggior carico loro imposto per il mantenimento dei bovini precettati e ritirati con ritardo; e anche per l' applicazione più rigorosa del provvedimento che inibiva la macellazione dei vitelli di peso inferiore ai ~00 chilogrammi: fatto è, che l' alimentazione del bestiame., o per una ragione o per l'altra, presentò delle difficoltà quasi ovunque; e quindi dappertutto è stata viva insiiitente la raccomandazione di tener ben da conto i mangimi disponibili, di farne il miglior uso possibile, e di sostituire i foraggi superiori, diciamo cosi, fieno e avena, oon altri onde lasciare quelli, nella massima quantità, disponibili per i bisogni dell' esercito. Questo si fece in Fran (',fa,, e altrettanto si fece pure da noi. t a confidare che il frutto di una tale pr,opaganda non abbia ad andare perduto e si abbia invece a trarne profitto anche in avvenire, in condizioni normali considerat~ i buoni risultati conseguiti. Vediamone qualcosa. Il Ministero di agricoltura francese aveva proposto come alimento-di sostituzione del fieno, la crusca, le barbabietole, panelli, la melassa, ecc. Ma è ovvio che questi mangimi non possono servire nello stesso modo. A tale proposito il dottor La Marca faceva opportunamente osservare che se la composizione di alcuni di essi rende la 1 sostituzione possibile dal punto di vista nutritivo, è necessario esaminare la questione anche dal punto di :vista del volume dell' alimento. Infatti, per gli . BibliotecaGino Bianco erbivori, i quali hanno il tubo gastrointestinale assai sviluppato, occorrono razioni alquanto voluminose. La ruminazione non avviene con una razione di volume ridotto. Il cavallo non digerisce gli alinienti concentrati che riempiono incompletamente l'intestino grasso. I pratici sanno bene che un .bue nutrito con patate cotte non ha, con esse, una razione di volume tale che l'animale possa ruminare normalmente. È allora necessario di completare questa alimentazione concentrata con materiale grossolano e volun1inoso. Come norma .genc}:'ale 5 chilogrammi di fieno possono essere nella razione rimpiazzati ., da 5 chilogrammi di pagli~,. i quali forniscono per cosi dire la stessa zavorra; ma converrà allora elevare il tenore della razione in principii nutritivi, per cui l'aggiunta di alimenti concentrati (grani e panelli) diverrà necessaria come complemento nutritivo. Dato ciò, secondo il dottor La Marca, 5 chilogrammi di :fieno possono essere, teoricamente, sostituiti da 5 chilogrammi di paglia, e, per es., 800 grammi di fave oppure di panelli di lino o di seS'amo. Seguendo le istruzioni di Sarazin in Francia si consigliarono queste razioni. Equini: per ogni 5 chilogrammi di fieno, dare 4 kg. di paglia con kg. 1 di panello; oppure kg. 5 di paglia con kg. 0,800 d~ semi di fave (od altro seme di leguminose). Inolt:re i cavalli possono alimentarsi con barbabietole affettate in ragione di 6 kg. al giorno; tale qlilantità di barbabietole equivarrebbe a kg. 2 di fieno circa. Bovini: in genere più facilmente si possono privare di :fieno, e preparare loro convep.ienti razioni a base di rape o di bar'Babietole con paglia e panelli. Una miscela ottima per bovini può essere costituita da paglia trinciata, con barbabietole affettate dopo aver fatto loro subire in .mucchio una fermentazione di circa 36 ore. Nelle plaghe oleifere gli allevatori possono disporre di un eccellente mangime, ancora non apprezzato quanto inerita, le sanse d'oliva: Chilo g. 2 a 2 e mezzo di sansa ·disossata possono sostituire mezzo chilogrammo di panello di sesa1no, e con un forte risparmio di spesa. La quantità di sansa da adoperarsi è di kg. 2 a 4 per i buoi e le vacche; 1 a 2 per i vitelli; 0,800 a 1,500 per i maiali all'ingrasso; 0,200 a, 0,300 per pecore -e capre. Il dottor Todaro della Cattedra ambulante di Novara raccomandò l' uti-

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