Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1917

243 - e delle mietitrici, e ritenuto possibile, data la giacitura e situazione dei nostri terreni, coltivati a prati ed a cereali, dati i sistemi di conduzione delle nostre aziende, si sarebbe potuto arrivare a ridurre la mano d' opera a 495,000 uomini• per la falciatura e a 1,543,000 per la mietitura. · Per quanto riguarda le macchine, l'ingegnere Morandi valutò in 45,000 falciatrici ed in 12,500 mietitrici l' esistenza in ·paese, con cui nel 1915 si poterono falciare a macchina 1,620,000 ettari sui 4,220,000 coltivati a prato; e mietere 500,000 ettari sui 5,635,000 coltivati a cereali, esclusi il granturco e il riso. Con l' importazione che si at- . tendeva nel 1916 non senza difficoltà di in1barchi e di arrivi, fatto luogo alla sostituzione delle macchine da passarsi in disuso, si calcolava di poter estendere il lavoro delle macchine ad altri 110,000 ettari di prati e 32,000 ettari di cereali. Piccola economia di lavoro I umano, perchè ancora occorrevano per la falciatura 670,000 opere e per la mietitura 1,965,000 opere. L' ingegnere Morandi esaminò la potenzialità di assorbimento di dette macchine nelle nQstre campagne, in ragione della giacitura e sistemazione dei terreni, e dei si~temi di conduzione delle aziende, calcolando che per arrivare ad una apprezzabile economia di mano d' opera, si dovrebbe portare la dotazione delle falciatrici a 70,000 e quella delle mietitrici à 45,000; il che potrebbe ottenersi in cinque anni, se l' importazione annua delle prime si elevasse da 6000 a 9000 e delle seconde da 1900 ad 8000, raggiungendosi così un'economia totale di 850,000 opere. Fatto _un parallelo tra la qualità della mano d'opera impiegata nella falciatura e di quella impiegata nella .mietitura, e considerati i prevedibili effetti dell'emigrazione, l' ing. 1Morandi conclude consigliando la precedenza nella utilizzazione delle macchine da mietere. L' ingegnere l\tlorandi trattò pure dell' arç1,tura meccanica, ma considerandola non solo ne' suoi riflessi sulla mano d'opera, bensì anche nei rapporti in1portanti dell' ellevamento del bestiame, non perchè ci sovrasti il pericolo della deficenza della forza animale pei . bisogni della nostra agricoltura,, ·ma perchè gli attuali e prossimi futuri prezzi della carne inducono a spostare la destinazione del bestiame per il suo più razionale sfruttfl,rnento. tl1oliotecaGino Bianco L'aratura meccanica è da noi ancora al suo inizio. L' ing. Morandi calcola come esistenti: 200 apparecchi di aratura a trazione diretta ; 20 apparecchi di aratura a due locomotive (sistema Fowler) ; 500 apparecchi di aratura diversi, nella quasi totalità costituiti dai tipi funicolari ad una sola macchina. Con questi 720 apparecchi si lavorano annualmente circa 91,000 ettari, attribuendosi agli apparecchi a trazione diretta, ed a quelli funiculari semplici una produttività di 120 ettari per stagione e a quelli tipo Fowler di 350. Si ara quindi meccanicamente in Italia meno del 3 per cento dei terreni destinati annualmente a colture di rinnovo, che si calcolano in 3,500,000 ett'ari, potendosi ritenere che altrettanti siano quelli richiedenti annuali colture leggere o secondarie. . . Se si volesse considerare fino a quale massimo punto si potrebbe spingere in Italia l'aratura meccanica, 11' ing. Morandi crede che si possa ammettere grossolanamente che tutti i terreni aratori possono, ora o poi, ,trovare l' appropriato mezzo di aratura meccanica, ed allora, anche limitando il calcolo ai soli tre milioni e mezzo di ettari a coltura di rinnovo, e largheggiando nello attribuire mediamente ad ogni apparecchio, grosso, medio, piccolo, un lavoro, praticamente impossibile, di cento ettari, noi dovremmo vedere in funzione 35,000 apparecchi. · È questo un problema che deve interessare maggiormente i .nostri agricoltori; ed in verità è quanto, per fortuna, va verificandosi. Tenuto calcolo delle nostre condizioni, circa il tipo di aratura meccanica più convenienti per l' Italia, l' ing. Morandi . ritiene, dove prevale per importanza il lavoro dell'aratura, ivi debba adottarsi la motoaratrice; mentre il tr.attore potrà ancora convenire dove l'economia del lavoro dell'aratura abbia un valore secondario rispetto alla necessità degli altri lavori. Que~to per la piccola azienda. La grande azienda ha la soluzione più semplice, perchè troverà la sua convenienza nell' adottare in pari tempo la moto-aratrice· ed il trattore. Si astiene però dal fare delle previsioni tassative su quello che sarà il tipo prevalente di macchina per motocoltura in· Italia. All' ing. Morandi sembra che il più rapido mezzo di prepararci

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