- 292 J I J I ' poco feraci; stagione sp~ss~ poco favorevo 1 e alla. preparazi,,ne detl terreno ed alle semine; - l' allettadnento che, quando è precoce, arreca. d~nni fortissinii: e talora i frumenti SOL10 a terra coi primi di mlggio per le persistenti pioggi.e primaverili·; - infe- .•zioni di rug ~·ine trelle st·t•!ioni umide; - eccessiva esten:sione as--egnata nell' avvit-enda- . inento alla coltura dei cereali., in confronto di quell'a dei foraggi; - molti sono ,i terreni ,seminativi arborati a gelsi e a viti nei qua\1 il frumento 11011 può ragg•iunge1:1e ele.vate produzioni unit"l.rie; :- se: ab'bond,tno le az;ien~e Ìnirabilmente condotte, i pÌ~og1·essi tecnici non sono ancor,t diffusi colla generalità dei terreni coltivati a frt1mento. Ma è nell'Italia, meridionale, peninsulare ed insulare, che le condizioni elimaterH•he hanno una gt·aude, e talora. decisiva influenza sul raccolto; è nelie vicissitudinf di clima che si trova la causa prim:t della saltuarietà di raccolti ignota o molto· varia nell' It·, lia settentrionale. Oolà si lotta spesso contro il caldo eccessivo e-la siccità persistente. I venti caldi ed asclutti (scirocoo, fa.voniÒ) che soffiano nel periodo de la maturazione debln. spica, provocano le str·eUe di catdo o strimin 1 - z·imento. Avviene allora una 'maturazione ',Precipitata, un .vero essicc:nné11to a scapito del peso delle granel1le, le quali risultano denutrite e addirittura mau~anti. E talvolta vi ~i ag-giunge la siccità che, come nel 1D14, dun\ dalla fine dell'inverno fin quasi a tutto ma.~~- gio. In tali condizioni è irrevitabile che il raccolto riesca scars ,. Certo, sulla ba-,sa media nel meridionale intluiscono pure, per la loro parte, i rneto;H col tu rnli, i quali, per q ua.nto vadano le11t.amente pei-fezionn.ndosi, non rispondono ancora, idlo sc_9po di attenuare le conseguenze del clima, e non consentono di ottenere, nelle annate favorevoli, tutto il prodq_tto eh~ i terreni potrebbero dare. L'effetto di ·siffatte condizioni lo si è visto ben mareato nella produzione granari:t del 1914, come si rileva da queste cifre riassuntive dell'Ufficio gov~rnativo di statistica agraria: Mi~liaqiauintali Raeeolto % 1914 • media 1902-908 1914 Ris~m. e1lio Valle padana 20.601 21.640 104 Italia centrale 9.545 10.650 112 ,, merid. 11.900 9.300 78 " insulare 7.860 6.600 84 La qu:tle saltnarietà risalta ancor meglio esaminando l'andamento dei raccolti nel sesennio 1909-1914: facendo uguale a 100 la media di ogni regione, tl'Oviamo come gli estremi siano assai più distanti per l'Italia peninsulare e insulare che per la valle Padana, difatti: ' , Valle Padana Italia centrale ,, me~id. RA.OCOL'.l'I PERCENTUALI massimo 116.6 121.8 152.7 differenza 24.9 42.2 59.8 BibIi ot , in11+~*r~ 13~_.9 ~ minimo fil. 7 79.6 73.4( ~•;o ~~10 Confronticoll'estero. tn tt1i-to ciò fr(). viamo poi materia a rispondere a1 facili censori che, ponendo a. confronto Ja nostra,media unitaria nella produzione frumentari~ con q uelLt m JJ to più elevata di ahmni paesi esteri, ci accusano di ignoranza, di ignavia. Un po' troppo leggel'inente ci si mnove quest' ncousa ! Quei pa.vsi, più fortuna~i, si trovano in condizioni ben diverse delle nostre: banno climi quasi uniformi, mentre il nostro va .dalle grige brume del Settentrione 111 sole infnocato del Mezzog-iorno; · essi non banno da >ì.Qttare contro difficoltà naturali come noi: le avessero anche lol'o, non potrebbero vantare le medie unital"ie che fanno così invidia ai nostri facili censori. Questi poi trascurano anche a1 t.ri dati, come 'la produzione asso:ùta e quella in relazione al territorio e al pane che l'Italia produce per abiLante. Il Valenti, 1 il più autorevole dei nostri statistici, dimosti-a che mentre la,., Francia produce per chilometro quadrato quinta!i 165 di frumento, l'Ungheria 135, la Germania 67, il Regno Unito 49, l'Austria 47, gli Stati Uniti d'Amedea 23 e la Russsia 29, l'Italia /arriva a 171 quintali: e mentre la' Germania produce una. media per abitante at quintali 0.57. l'Austria di 0.51, il Regno Unit.o di 0.3-t-, l'Italia tocaa. i quintali 1.41, ..s'orp:1s.,ata. dalla solla Frt11ncia ohe raggim1ge I . i quintali 2.24. Ma, a mitigare la non favorevole impressione di quest· ultima differenza, d0bbièl.mo con5idc>rare che la Francia ha, una densità di 74 abitanti 'per chilometro quadrato, l'Italia. ne ha una <,ii 126 l L'Italia sarebbe dunque \1 paesé che fornisce più frumen~o ai propri abitanti. 1 ·' Ma, detto ciò, non dobbiamo sicuramente acquietarci e credel'e che si sia fatto tutto quanto è possibile, e non ci sia consentito di pr·og1:edfre oltre nella produzione granaria. ~ possibile? Almeno per giunge re a produrre tutto il f~umento necessario al fabbisogno del paese senza dove·rne imp_9rtare per colmare il vuoto della nostra produziòne. '? La possibilità di produrre noi tutto il fru-· mentoche ci occorre. - Al fabbisogno del consumo. occoFròno ora 58 milioni di q uint::i.li di frllmento. La. :tiostra produzione media dell' ulr.imo quinquennio è sui 50 milioni òi quintali. Togliendone circa 5 milioni e mezioo per la semina, ne rimangono 44 e mezzo pel' il consumo. Mancano dunque circa 13 a 14 milioni di quintali per i bisogni del ,commercio, quantitativo di frumento che dobbiamo importare: ed. è appunto q ues,to il quantitativo di frumento che provvediamo all'estero ogni anno, 10 a'14 milioni di quintali. Se badi:1.mo alla produzione media gPnerale e la paragoniamo a quella particolare di alcune regioni, ed anche se in una stessa regi~one paragoniamo, la media di qualche zona con quella di qual<'he altra zona della• regione stessa, verrebf)e fatto di conohiutdere 'senz'altro che dovrebbe riesòire più che fa• cilissimo ap.mentare la nostra produzione granaria di quel tanto che occone per provvedere in paese tutto il fabbisogno senza più dover ricorrere a,11' e.stero. Dato ohe in media coltiviamo ogni anno a frumento 4,750 000 ei~1d: Q~~l;er~bbe aument~.r.·vi il produtto ij
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