- 279 - XVII venne ornata dei soliti stuéchi o dél~e altre goffe rappresentazioni de]- 1' a.rte barocca. · Il Baciccio ne colorì la volta e ·un allievo di -.\.nel.rea Sacchi, il Garzi, vi <1ipin8e il quadro "Le tre Marie al Sepolcro ,,. All'epoca della prima invasione francese, ~anta Marta fu convertita in logstanza in questa contrada; si disse anche San Nicola a Capo le Case e ad crepita domorum, perchè, fino a Ginlio II, con tale chiesa terminava il éaseggiato da questa parte della città. Era antichissim~ e ric.6rdata-da Concio Camerario: Pi o 11 ]a dette ai Serviti e a questi successe la Confraternita di Gesù, Gùtseppe e Jtfa1·ia delle Anime pu1·_qanti. · L'i1nportanza principnle della demolita chiesuola<leriva dal gran numero di personaggi illustri che in altri tempi vi furono sepolti. Si ricordano - ad ese111p10parecchi custodi dell'Arcadia, gli illustri archeologi Damiano Nardini e Lorenzo Re, nonchè alcuni membri delle famiglie Arcioni, Miss0ri, Savelli, Calcagni, eq~. . L'"Ospedaledeipazzarelli,,. I1:1 Cllie~a, di t, )farta e la pia:i;za ùel Collegio l{o1n_a,110. Un arco, detto di Antonino, e più tardi dei pazzarelli, congiungeva un tempo il lato estreino sinistro di piazza Colonna con la casa gia massonica; poi i così detti bu,.zzurri la ridus~ero a magazzino 1nilitare per nso d'ell' annessa caserma, e infine ora è trasformata in sede della Questura centrale. San Salvatore in Thermis, o San, Salvatorello, com~ dicono i Romani, era nna chiesuola eretta presso la piazza di San Luigi dei Prancesi, con annesso o~peùale, s_ulle rovine delle tenue Alessandrine. E, quindi. antichissi1na; tutta via non credo possibile - come vuole cert-a tradizione - che San Silvestro la dedicasse al· Salvatore e San Gregorio 2\Iagno. assai. più tardi, la consacrasse. Dipendeva da San Luigi dei Francesi, e pt~rciò dagli Stabilin1enti di quella unzione. Barbier de lVlonta:ult ne de- ::;crisse gli ;interessanti, antichissimi inventarii; H. Dubrullo o F. Sabntini la illustrarono recente1nente. Sull' altar 1naggiore l' Oclasi vi dipinse una discreta Tra::1fi.7wr·azio-ne. Incorporata nel pahtzzo Madama, ~ede attuale del Senato, la chiesetta d~ San Salvatore in Thermi.s è 8co1nparsn, per dar luogo a lavori di adattamento e cli ingrandimento ne1la dirnora dei Patre:; conscripti. San Nicola in Arcione, sulla via Rasena; trasse il norne cl.alla fainigUa degli Arcioni, o dogli Arcionini, che ebbe. ' I,,_. ..JjQI lvU cl' angolo a via de' Bergamaschi; qui sorse il primo ospedale in Ron1a per i poveri pazzi, intorno 'alla n1età del '500. 1 Lo fondò la Compa,<}'~tia<leipoveri forestieri ( che precedè la nostra Associazfone per il movirnento dei fo1·estieri), la quale rjcoverava e curava, jn una casa donata al P. Lainez da certa Faustina Jancolini, i malati di mente. Ma non p~tremmo giurare che nei primi ten1pi i pii confrateJli adopera~- sero sistemi troppo improntati a dolcezza; poichè è noto che i paz2}i venivano curati eon randelli e col nerbo di bue. Anche l'infelice To1·quato Tasso provò quel. ... sistema quando vi fu rinchiuso dal 3 all' 11 novembre del 1589. Il cardinale :Francesco Barberjni, nipote ,dì Urbano VIII, eletto a protettore del manicomio, pubblicò nel 16a5 le a Regole et orclini per il biwn governo della chiesa et ospitale della SS. Pietà ,,. Notevole è il VI capitolo, che riguarda jl "Maestro dei pazzi ,,, una specie cli custode capo, cui erano affidate svariate attribuzioni; anche in queste l'eo·ole le battiture ai dementi sono stao . I bilite in mod,) ta~sabvo. n compeilso vi era disposto altresì che i pazzi più tranquilli potes~ero uscire una volta alla settimana, legati a dne a dne e
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