Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1916

Lata. - che prese poi il nome di Corsq protestò con una nobilissin1a lettera - il Carnevale Ho111ano, fino allora agli Accademici di San Luca, chiedendo svoltosi a, 'restaccio e a piazza Navona .. se quella distruzione ritenessero p.:r.:oNon tedierò il troppo cortese lettore prio necessaria. Gli Accademici rispocon descrizioni di questo ormaì trito sero affermativa1nente e la torre fu rai:,a argomento, che da11' Infessura al Mon- al suolo \J.' anno seguente. Curio:::;o, e ·taigne, dal Du Bellay al Villan1on~-, dal forse non inopportnn'o ricordo in queLabat a Vv olfango Goethe, dal Grego- sti giorni di ardenti pole1niche edilizie! rovius a Filippo Clementi trattarono . Quanto a.lpalazzetto di Venezia,.e:s~o diffusamente storici, diaristi, viaggia- rimase ai cardinali di San Marco nnche to1·i e.... giornalisti. Alla Ripresa dei, quando Pio IV, nel 1564, donò il pnBarberi, ossia proprio innanzi al pa- lazzo rnaggiore alla Repubblica Venet.1, lazzetto di San Marco, ferveva più al- che ne fece la residenza dei suoi na1legra e chiassosa la baldoria. carneva- basciatori. Gregorio XIV, nmrnn,]ntosi l~sca e i Papi, circondati dalla splen- in Vaticano, si fece trasportare il 4 otdida Corte e dai magistrati urbani, se tobre 1591 al palazzetto, sperando di la- godevano beatamente dalla loggia riacquistarvi la salute; vi 111orì,invece, posta all'angolo settentrionale. In quel- appena undici giorni dopo. Una curiosn. la località. le botteghe, i portoni, le satira si diffuse allora per Rorna. Me- .finestre erano stipati di gente. Le più ravjgliandosi i buoni Quiriti corne m:ii. eleg~nti cortigiane, tutte accese in volto n1algrado l'alto steccato, costrujto at,- e imbellettate, sedevano su alcuni pal- torno all'angusta residenza (atfinchè chi improvvisati e ricevevano da ogni j rumori non disturbassero il inalato) parte inchjni, bacia1nani e rivere,nzi::. e malgrado la salubrità dell'aria, I.i .;Leggendo le pagine i1nmortali, .ove il morte avesse raggiunto egualmente il Montaigne descrive il Carnevale di_ Vicario di Cristo, Madama Lucrezia Rorna, se1nbra. di assistere ad µna fe- sentenziò: ' 8ta sportiva dei tempi nostri; soltanto · allora i cavalli correvano senza fantino e correvano pure .... gli ~brei e i vecchi, in coshune quasi ada1nitico~ nonchè g1i uomini barbuti, gli sbarbati, g1i asini e !e bufale, provocando queste nltime delle vere carneficine fra gli spettatori. I cardinali di San Marco e parecchi pontefici dopo Paolo II seguitarono a soggiornare nel delizioso palazzetto, ar~ recandovi nuove 1niglior}e e ornandolo con pregevoli collezioni artistiche. Paolo III (1534-1549), che l'abitò lungamente, costruì, come già si disse, un' i1nmensa torre quadrangolare nel giardino dell' Aracoeli (1535-1539) e la congiunse con un ·cavalcavia al palazzetto di Venezia. Ad imitazione delpassetto, che univa il Vaticano a Cas.tel Sant'Angelo, egli ottc-mne così un passaggio segreto, che, in caso di pericolo, lo avrebbe messo al sicuro in pochi istanti; "jn duo passi e ùn salto - scriveva nel 154? l' architett0 Giulio lYlerisi - S. S. può recarsi da San Marco alla spa casa di Aracoeli. ,, Da. Giulio III in poi la torre fu -residenza ·dei titolari dell' Aracoeli; Sisto V la concesse nel 1585 ai Francescani, i quali la possedettero trecento anni giusti. Allorquando, il 28 dicen1bre 1885, ne fu decretata la de1nolizione per i lavori del 1nonumento a Vittorio En1nnuele II, Ferdinando Gregorovius 81011otec{a.;j1nol::31anco · " Mors intravit per cancellos ,,. Il Flanzini fu l'ultimo Cardinale, che abitò il palazzetto, divenuto µoi residenza del Rappresentante Napoleonico (1801) e passato quindi, -col palazzo 1naggiorci in proprietà dell' A nstria (1814). Fu co1npleta1nente legn le questo trasferirnento di possesso? Rn J-'. faele De Cesare, nel suo libro "Ron1..1 e lo Stato del Papa ,,, ricorda che il cardinal De Silvestri, n1orto a Rom 1 nel 1875, lascjò indicati nel test.ament11 alcuni docu1nenti, diretti a provare cllf·'· il palazzo di Venezia e il suo 1ninot fratello non dovevano considerarsi proprietà dell'.A.u. stria, perchè questa non era succeduta in tutto e per tutto nei diritti_ della Serenissima. Sarà poi vero çiò che asseriva l' e1ninente prelato'? E quanto, nella nostra inco1npetenza giuri dica, non sapremmo decidere. \ L'area del palazzo Piombino. Dove sorse un giorno il palazzo Pio1nbino esistevano le case già dei Normanni, poi dei De Rossi e quelh.J degli Alberini. Le prime vennero acquistate nel 1579 da M. Cosimo Giustini, che le restaurò sotto l'abile direzione di Giovan Battista della Porta, cli Matteo da Castello, di n~trtolornco Grippetto e di Annibale Lippi. Col1' audare del ten1po il Giustini ingranùl I

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