Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1915

1 hrere 1101000 1 ~,noi 11:Ò1eI i,11. dl 1,rooìl 1111dofr 1 refiU· .elrll!~ con~er1esse Urln, pel1<;Ìone cti 1:50 lire mensili alle ~ue sorelle pre•5 b umilmente Colui che, morto, ripos:1Ya fra, gli oli e i bis-;i. Amo, e del prossimo sino ali' offerta cte:la pro~,ria vita, disprezzo e distacco da, o~ni nma11n. ricchezza: eceo ciò ohe con gli u lt.imi e\·enti Pio X ha. l.trniato di sè al mondo. li così nell'ora, tragica noi sentimmo che n.1 cospetto <lel moncto era passato, rivolto ·n bifl,nco volto a.Il' eternità, un santo, un eroe, un martire. lVfa chi ern questo papa dal pio volto do• leute che di tra la, nube degli incensi mo- ~trnva una. specie di sbigottimento a(·corato come il r.,gazzo che, chiuso in collegio, riycde nel rieordo l'infinita belta della natura'? La vita di Giuseppe Sarto è assai ~empliee e il ctramma che di ess~a è t.rapelato al pubhlic-o consiste soltauto rn~lcout.rasto pertinace e inviolab1le fra l'umiltà. del!' nomo e il fasto delle cariche da lui su('cessivarnent,: ooL'llpate o come succes:::-i.vestaziolli d' n 1) a v e r a vi a n·ud.~. 8i dice che, quando il cardfoalù Oreg-1hl, d•.wano del Sacro Collegio, gli rivolse la rituale domanda se accettasse o 110 l'elezione r~Sommo Pvntefice, il c:a1<linale Sarto tremante e piangente ripete~se, congiungendo le mani suppJi .. chevclmente: nella pol ,·ere é sui $9.s-;i a piedi nudi, senzn. pensa: e, certo, che un giorno qnei piedi bruni cti contarli11ello nvrebtlero ricevuto l'òmaggio d1 popoli e sovr:rni. Mortogli il padre ~h' egli era ancora ragaz~,o, c~rse risc?io di do,·ere interrompere gli gtu}1 percbe, per qun,nto essi costassero poo6,•tuttavia costituivano un intollerabile gravam~ per una povera donna, qual' era sua madre, costretta a sost e11tare del suo umile ln.voro ben otto tigli. Mal' arciprete di Salzano, dolendosi che un' intellio·enza chiara e lucida, che un'anima mite e O· buona quale fin d'allora si rivelava il piccolo Sarto fossero sottratbe al ministero di Dio, si reeò dal vescovo di Padova a supplicarlo di aiuto per il suo protetto. Il pre··ato che veniva anch'egli da umile famiglia e sapeva tu·t.ta la pena del'.a miseria., si commosse e procu~ rò al contadinello vivace, ma buono, un posto gratuito nel seminario di Padova. Così Giuseppe Sarto di\·enne sacerdote, poi vice-parroco a 'l'ombolo, poi parroco a Salzano: si mostrò sempre sacerdote esemp'.are, cortese, bene.tko; anzi la prima pre• diea,, con la quale salutò il popolo dal pulpito di Sa.Izano, si svolgeva i11torno a un tema centrale: Surò t-1.ttlo per tu ti, come quella, con la - Mio Dio, mio Dio, t1·anseat ti me culix iste ! - 1!'reddo, i m p enetrabile, non riuLa Parrocchia-le di H,te::;e, pa,e::;e natale di Pio X cou la facciata ornata, delle i:itatue regalate du, lui. 11 quale qualche dee in n d'anni più tardi dalla ca t ted radi Pietrosa1lltò l'orbe, aveva per tema: Instaura.1·e omnia in Ch,·isto. Eran gli anni del ~1..Jendoa celare un po'd'impaz_i<'nza pur nel• l' atte.-::g-inmento ieratico, il ci::.rdinale Oreglia insist- tte: - Av eptrtsne? - ]i~ u.llora ltg!i disse la gran parola: - Accepto. - Come Gesù Cristo a.veva detto: Co11s11mma'um, est. Qnnnte volte nella solitudine purp•u ea della, sua sede no11 avrà ripetuto Egli: '1'1·anser,t a m~ vali.r.: iste ! Trovaudosi solo di. fronte al mistero, sollevato fino alle' sfere di luce dove D;o si cela, egli ohe era nato per essere un mite schia ro di Dio! Era nat.o in campagna, a Riese in quel di Tre'\"iso il 2 Iuglio 1835, da. un'umile schiatta di popolani. La sua infanzia fu quella di tutti gli umili figli del contado, pasceva il gregg~, frequentava la scuola del villaggio prima e poi un collegio di CiotStelfranco, recando\'isi ogni giorno a piedi. Di frequente nel ritoruine a casa si cavava le scrkpe e camminava lioteca Gino Bianco nostro riscatto e il parroco Sarto si servi\·a dell',iutorità ohe gli veniva dal suo ministero e d:dla cristiaua carità con In.qtble lQ rsereitava, per fare della propaganda pat;riotUca. Prima ancora che fo~se sicura la ritirata degli Austriaci, egli issò sulla canonica il vessillo trieo'ore, correndo così riscqio _di vita nel ca<.;o che gli Austriaci fossero' tornati. Il giorno del p1ebisci'td, egli fu di oontinuo davanti alla p0rta del Munieipio, chiamancto tutti all'urna. alliL quale egli attaccò di sua. mano !a scritta: " Noi 1:0Jlia1no l'unione col regno <l'Italia, con, Vittol'io Ema.nue?e re cos.'itu::::ionale. ,,, Qualehe decina d'anni più tardi eg·i definì il successore di quel Re con una triste frase: Colui' che r.ontro 0_71Li clidtto detiene. Quant' ala di tempo er:t passatl! E for.senell'ora di so· toscriver~ la triste frase, il Sommo Pontdiee rivide l'umile parroco e rimpianse. Da ~alzano andò a Treviso, doye gli era stato oonter.to un c.r.nouil!ato; e:.ue succe::i-

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