nella I • 1Mo, o!@ Uevn nlen, s~i• Mlii, i allo i~ici 1 OOill! 1uella ra ai I "" - 423 - ogni nuova dolorosissima ripulsa piegava la fronte, e soffocando gli spasimi del cuore ferito, dorninando la febbre che gli bruciava il sangue nelle vene e gli facea martellare le tempia, n1òrmorava: - Il periodo della prova non è finito, quell' angiolo purissimo non mi reputa ancora degno di lei. Il marchese O.razio sapeva d'essere amato,. egli aveva potuto constatare questa verità che gli dava le virtigini. La contessina Maria lo amava perdu"'.' tamente e glielo aveva confessato e dichiarato in mille 1nodi. Alla co1npleta felicità di queste anime innamorate si frapponeva un ostacolo. Quale'? Ecco il 1nistero che incombeva sul cuore di Orazio. Ogni giorno egli cercava negli sguardi, nelle parole, nel sorriso· di quella creatura. estasiante la chiav~ di. quest' enig1na. Egli lo sapeva, egli intuiva ehe la .felicità stava a lui vicina, alla portata dèlla sua mano. Occorreva, per ì~aggiungerla, per afferrarla, per conquistarla, abbattere un piccolo diafratnma, superare un' nltin1a difficoltà, indovinare l' ulti1no segr~to pensiero della Dea. Solo allora avrebbe potuto leggere accanto alle parole - Io t'amo - quest~ altre : - Prenclim,i, son tua. - * * * Quell'angoluccio ron1ito situato quasi nel fondo df,l giardino Santaflora, sembrava Crl3ato apposta per la contessina l\iaria. Era tutto un viluppo di verzurn, un nido gentile di erbe e di fiorellini, uno sfondo e una co:i;-niceinc.antevole per quella figurina soavissima, degna del pennello di Sandro Botticelli. Era una n1attinata ideale ; l'edera, i · convolvoli, i capelvenere, le pratolline, · le primule, le pervinche tutte stillanti ancora di rugiada, sembravano india- .mantate a festa. La contessina l\iaria, colla sua vestaglia tutta bianca imn1acolata, dopo saccheggiati i fiori del giardino, s'era ritirata in quel suo ron1itaggio favorito, dove tutti i giorni una mano ben nota depositava un mazzolin0 di fiori. Ell' era tutta intenta a disporre e riordinare il frutto del suo saccheggio floreale quando intese un fruscìo tra l' erbe e le piante ghirigoreggianti e allacciantisi capricciosamento attorno a quel naturale padiglioncino. Alzò gli occhi e si fece d'un tratto vermiglia come una splendida rosa che teneva fra le mani. Il marchese Orazio stava dinanzi a lei, ritto nella sua bella figura iblioteca Gino Bianco forte e slanciata. Egli era venuto, comedi consueto, a portare l'omaggio del suo 1nazzolino al tempio della Dea, ma quella mattina il tempio _era_.occupato e la Dea stava dinanzi a lui in tutta la potenza della sua bellezza e .delle sue ·grazie. ; - Vi ho colto sul fatto, questa volta, mio bel cavaliere, vedete bene che ad esser i11attinieri si guadagna pur se1npre qualche cosa. - Il marchese Orazio sembrava davvero un bimbo preso in flagrante di qualche birichinata. La contessina Maria, ri1nessa ad un tratto dall'improvviso suo turbamento, sorrise comer<..solo sapeva sorrider lei e continuò d'un tono leggermente sche'rzevole. - Suvvia, bel cavaliere, per quanto un po' in ritardo, il vostro atto di devozione non è per quest9 meno meritorio. In ·premio vi concedo l'ingresso nel tempio. - .. Il niarchese Orazio fece un passo in avanti, le s'inchinò rispettosamente. - Sento 'una .forte tentazione .... Davvero·? E quri.Ie· di grazia? - Di mettenni in gi11occhio ..,. - Ve lo proibisco in nome del1' estetica .... Un uon10 in ginocchio non è punto bello .... Su questa panchina e' è posto per. due .... Mi -aiuterete a riordinare questi fiori, vi torna? - Il 1narchese Orazio, che nella sua. vita avea sfidato senza batter ciglio tanti pericoli, ora tre1nava come _una cannuccia alla 1nercè del vent.o. Tutti quei fiori, che formavano una specie di barriera. fors' anqo un trait d'union, fra lui e la contessina Maria, si animavano ai suoi -occhi, fondevano i loro colori e formavano uno s_fondo leggiadrissi1no sul quale si delineava una testolina vaporosa dai Cflpelli d'oro filato, dalla fronte di-giglio, dalle labbra di rosa, dagli occhi azzurri come la pervinca. La contessina J\1aria da qualche istante era agitata e com1nossa, ella.· non badava più a' suoi fiori. non sorrideva più, girava attorno gli sguardi aspirando gli ato1ni di profumo dei quali l'aria era tutta in1pregnata. - Ora.~o, questa rosa 1ni ha punto a un dito, favoriten1i di grazia il vostro fazzoletto .... Ah! finalrnente !... Sentite! marchese Orazio·_ e in così dire la contessina Maria s'era alzata, bella e solenne nell'ammanto della sua lunga. vestaglia bianca e immacolata. - Quest'oggi stesso sarete cortese di recarvi pre·$.~O il conte mio padre e gli chieder'~te formalmente la inia mano. Io
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