Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1915

- 422 - di un· sopruso o di un' ingius.tizia, nulla Che rie dice di questi versi, amache piii lo infiammasse d'un ideale no• bile cugina? - Aveva domandato la bile ed elevato. Intelligentissimo, dal- baronessa Mosella con tono insinuante l'ingegno acuto' e versatile, egli si era guardando malignamente la contessina formato un patri1nonio intellettuale as- Maria attraverso agli occhialetti monsai vasto. Aveva percorsa 1nezza Eu- tati in tartaruga. ropa, aveva visitato l'Oriente e il su0 L'interrogata s'era fatta vermiglia, spirito forte e avventuroso, sdegnante mentre i suoi occhi, quei begli occhi l'inerzia l'aveva spinto a •sfidare l' igno• azzurri con1e la pervinca, brillavano to d'un viaggio d'esplorazione attra- inusitatamente. · verso plaghe inospitali, vergini di c1- - Sono semplicemente splendidi, viltà, s-eminate di peri.coli e di disagi degni in tutto e per tutto del cuore d'ogni 1naniera.. E n'era uscito con ono- nobile e gentile che li ha pensati e re; il suo nome aveva t_rovato un posto,. della n1ano che li ha scritti.. .. e non degli ultin1i, nel libro d'oro dei - E àggiungete, cara cugina, della ,, benen1eriti della scienza e della p3tria. musa che li ha ispirati, ribattè la MoSi diceva che questo viaggio così av- sella, n1entre le labbra smorte e sottili venturoso egli l'avesse intrapreso per si apriva.no ad- un sorriso che mettevà. un capriccio della contessina Maria. in 1nostra certi denti lunghi, tentenUn giorno comparve per le vetrine nanti e gialli come i tasti d'una spidei librai un volun1etto di versi. La netta centenaria. critica se ne impadronì in un batti ba- * leno ed ebbe un mondo cl' elogi per * * l'autore che si celava 1nodestamente Il marchese Orazio, come gli antidietro un pseudonimo. Quei versi fe- chi ron1ani, faceva dipendere ogni atto cero furore. In essi vibrava una poesia della sua vita dai' presagi, dagli auspici, passionale vivamente e pròfondamente dalle ispirazioni della sua Dea. E come sentita. Nulla di convenzionale, nessu- sapeva leggere chiaran1ente su que11a na. di quelle sdolcinature che i nostri fronte di giglio, su· quelle labbra di sedicenti moderni hanno 1nesso in voga rosa, in quegli occhi di turchese!. .. parafrasando quell'arcadia dalla quale Egli amava come solo sanno amare pure ostentano di tenersi tanto lontani. le anilne buone, i cuori onesti, le menti C'era in quei versi tutta l'esuberanza superiori. Le repulse della contessina fresca e .giovane d'un' anima appassio- Maria che avrebbero irritato qualunque nata e vergine, il sentimento sgorga,·". altro; quei no che in un altro indivipurissiino e soave come lo zampillo duo 1neno appassionato, meno fervent.e, cl' una fonte fresca e immacolata mor- meno incondizionatamente adoratore morante • in un ombroso recesso tap- della sua divinità avrebbero provocato pezzato di verzura e costellato di fiori. · delle rappresaglie e degli scatti di riLasciando da banda le molli leziosag- bellione, egli se li spiegava e li accetgini, le blandizie avariate e stucche- tava co1ne uno sprone a quel perfeziovoli della modernità, l'autore incognito na1nento che secondo lui un giorno o aveva tentato vittoriosamente un ritor- l'altro avrebbe dovuto farlo degno del no assai spiccato al classico, a quelle suo paradiso. Come i devoti ferventi linee pui-·issime ed armoniche, le quali, dei primi s-ecoli della cristianità che nella loro semplicità quasi ingenua, incontravano con entusiasmo il martisanno rendere con tanta vigorìa, e con rio perchè quello straziante battesimo sì grande effi.cl;tciail sentimento umano. di sangue li rendeva degni dell' amLa baronessa Mosella, recatasi un plesso del buon Dio, così il marchese giorno a far visita alla contessina Ma- Orazio accettava quelle prove e quasi ria, aveva scorto nel cestino da lavoro Jo benediceva, perchè in 'capo ad esse della cugina questo libriccino cli versi intravvedeva la palma del trionfo, perfinamente rilegato in pergamena arti- chè le considerava come l'unico e inesticamente n1iniata. Nello sfogliarlo, vitabile mezzo di conquistare la sua spinta da quella n1orbosa curiosità ch0 fata gentile dai capelli d'oro. Il diain lei era una seconda natura, lesse la mante non diventa degno di essere indedica scritta al sonuno della prima castonato sui diademi dei monarchi, paginetta bianca del volume: - L'Au- sui monili delle donne belle e voluttore alla sua Musa. -· Quella frase era tuose se non dopo essere passato sotto. tutta una rivelazione, quei versi li ave- la lima e la mola del lapidario, l'oro va scritti il marchese Orazi? inspirato non si affina che passando attraverso dalla contessina Maria. il crogiuolo. E il ID:archese Orazio ad BibliotecaGino Bianco

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