Almanacco italiano: piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1914

VNAY REGINA~ ~SPODESTATA . . . ~ Una biga romana:. - Rorna, llfuseo Vaticano. (La carrozza). fra~orosi motori ohe porta '·e·un impeto di vita nuo- '"a attraverso il turblnìo delle g,randi città e fra la c.alml\..;s.o: l.eone degli stradau:'èii campagna, motori posséliti che fate sobbalzare -Le,.ft.gure di donna e ce ne con.tendete la visione in una corsa folle, m◊'tori a cui si affiò.ano g i uom1m d' og~i per giungere più p1\esto .a la lor mèta, sia quest~t nobile e pietosa o volgare e crudele, lu\.lidi motori semplici e poderosi, ruvidi e sensibili, tersi motori vibranti d'impazienza, fermatevi un mo- ·mento a rimirare cole~ che deponeste dal trono, l'umile ma disc1·eta, tranquilla carrozza. Essa vi segue di lontano timida e do:. ·1ente, rassegnata alla sna sorte, mentre con grida trionfali la sorpac;;sate sollevando densi n ngoli di pol1 vere, quasi a ricoprirla di dimenticanza. Eppure essa non ha. nulla implorato per sfnggire al suo destino, .essa non ba mos~a la più piccola protesta. Umile ed alt~, è rimasta fiera del dominio esercitato 1wl mondo per tanti anni, prima che la mac- •china vorace la oltrepassasse trionfatrice. E, ·forse, pen~a con regale dignità al giorno non lontano in cui il mondo,esas_perato dal chiasso e dalla furia di moto che oggi lo assillano, tornerà'a darle il regno perduto come ~empre lo ha ridato ad altri. Dopo· 1tutto, se _la-carrozza è più lenta del- r automobile, è anche più bella e più discreta. Non ci fa sobbalzare senza·riguardi e non ci arrota tanto faci!mente.~ ci permette di osserBibliotecaGino l:31anco vare con tranqui11ità tutto intorno a noi e di essere osservati da tutti, non offende -il nostro udito nè il nostro olfatto, calma invece di irritare i nostri nervi, ci culla non ci sbatte, l'i porlia non ci ~<'al'aventa, procede non balza, sosta non s'arresta, non scoppia, non precipita .... I caYalli sono, senza dubbio, più belli del motore, più docili,. meno cost.o~i: si guidano msglio, si an·~stano meglio, Slltrno scansar meglfo .il viandante. La carrozza a cavalli ha una storia ricca d'interesse. Nato con l'uomo il bisogno di trasferirsi da u u posto all'altro (pe rfi"none1le Sac ·e Scri 1tu1·e si descrivono viaggi infrapresi nelle epoche più remote) sul principio si andò a piedi, poi si cavalcò, e alla fiue sorsero i prirni veicoli a traino, cioè senza ruote, con la semplice sovrapposizione di un pezzo di legno a un sasso o ad un altro pezzo di le• gin. È probabile che prima di pensare a servirsi degli animali l' l<.Omo si sia messo a tirare da sè. Col tempo il traino fu reso più resis~ente agli urti e meno soggetto all' attrito, adattandovi quella spede di rullo ,che è come la idea iniziale della ruot,t, ed ancor og.d Yige per 11 trasporto dei corpi eccessivamente pesanti. Da, questo punto ei avviciniamo alla nascita del carro. Le lèg-gènde non si accordano sul nome del suo inventore: secondo aleune, esso ·sarebbe Erittonio re d'Atene; secondo altre, Trittole.mo o l>allade. Eschilo afferma che va attribuito a Net~uno, n qua.le ne insegnò l'uso agli abitanti "di Barca. La sua origine è, in ogni modo, remotissima: un g1·an numero di cai·ri possedeva. lo stes-so

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