489 - Entrando a tratbtre della cura rt.el 9-iabete dobbiamo avvertire che se in tutti i casi la poten.zialità dell' intel'vento si risente di quella delle cognizioni teol'iche che noi ci siamo fatti sulla natura della malattia, in quello del diabete que.-,ta dipendenza si rende a:1che più manifesta. La c.msa vera del d;abete, come dicevamo. forse perchè trnppo C'Omplessa, ci sfugge interamente; noi cominciamo dalla considerazione di un effetto, ed infatti cosa è il diabete per noi se non una malattia caratterizzata d,tl passaggio di zucchero nelle urine? Che ne sappiamo di più? Ben naturale quindi che la nostra cura c-.1·minci dal punto in cui si iniziano le nostre cognizioni concrete sulla malattia, e che per noi tutto l'obietto curativo del diabete sia pur sempre quello di impedire che lo zucchero è:-D ~i detto passi attrnverso il filtro del rene nelle ut·ine. Al di là di questo punto noi non miriamo o quanto meno non pensiamo· di poter arrivare, perchè se facciamo delle cure ric~ostituenti nel diabete, sopratutto a base di stricnina, non teni~mo a questa branca déll'intervehto in modo particolare •·perchè ben sappiamo che dalla via indiretta, assai poco ci è dato ottenere. Di una cura farmaceutica del diabete infatti non è nemmeno il caso di parlare; per parecchio tempo. si sono offerti sul mercato farmaceutico dei rimedi più o meno strombazzati èontro H diabete, ma presto la risorsa inventiva: dei ,nostri p.reparatori .di sp8cialità si è esaurita,· sopratutto perchè lo scarso successo dei m-ezzi preconizzati, scarsa rendeva la loro diflusione e la loro richiesta. E poichè il pubblico sapeva che il nocciolo della sua malattia è il passaggio di zuc.~hero nelle urine e si fermava lì, convinto che ad impedire questo- -fatto, tutto ritornasse a· posto, si è votato senza· difficoltà all'unica proposta fatta dalla medicina, consistente nel preparare un tal piano alimentare che rendesse la produzione dello zucchero quanto più possibile esigua. Ci· fu qnalche dissenso sulla natura di questo piano, ma poi ci siamo mes·si .tutti d'accordo el ora salvo poche varianti lo schema alimentare del diabetico è ben precisato: a questo povero Tantalo novello noi diamo molta carne, delle uova, delle verdure, dell'avena, ma neghiamo la frutta energicamente, il pane, manco a dirlo, il riso, la pa • sta, e tutti i farinacei in genere; inutile aggiungere che lo ~mcchèro. e i dolci non ·si danno mai ad un di.abetico e che si nega anche la birra, mentre un bicchiere di vin·o secco non alcoolico e mai dolce può essere c0ucesso ad arrotondare questo pasto di ri-· nunzia. A poco a poco, viste le ristrettezze che si imponevano per tal guisa ai diabetici, si è cominciato a studiare la prepar~zione di prodotti alimentari che potessero surrogare quelli la cui concessione era negata e sorsero così il pane per diabetici, l'alimento di cui la mancanza era appunto più mareatamente sentita., il cioccolatto, il cacao per diabetici, ed alti-i prodotti che sono un vero lenocinio· alimentare, ma che indubbiamente sulla linea. della surrogazione hanno giovato a rende1:e l'alimentazione del diabetico più ampia e· tollerabile. . Ma un medico non può a n:ieno di arr~ssire raccontando che questo è tutto qudlo che si fa in materia di cnra del dia·>ete; se q nanti mi leggono avranno affe1-rato la mia affot·mazione che il diabete è un epifenomeno di uno stato di deperimento e di intossi'caziòne grave e generale, comprendera•mò che non si può dire di. aver debellato un male quando se ne vince appena un sintomo. Ci sono dei casi di diabete che sono più fortunati daYanti alla te: apia, m:Ldisgra:r.iatamente essi appartengono al rango delle varietà nervose e quando in un male entrano i nervi. è come se in una casa tranquilla e ordinata entrasse un demonier.to, di quelli che mettono tutto a soqquadro per cui ben presto non ci si. raccap,.;zza più. Allora noi non sappiamo mai esattamente valutare l' t-fficacia della cura e dobbiamo chiede,.ci se veramente è .. al nostro intervén.to che si deve il successo, e non v' ha alcuno che non veda come in tali ~ondizioni si vietino al curante deduzioni. precise. Ce.rto quello che si fa ora contro il diabete, non potrà essere realmente utile finchè non si giunga ad integrarlo con un'-opera che si rivolga allo stato gener:tle e che possa promuovere forze nuove e regolatrici, volte ad equilibrare largamente le basi del ricambio organico, quello che nel diabete segna il punto inizialmente ed elettivamente attao• cato. · La villeggiatura. Papà Goldoni, che fu certamente uno psicologo di primo ordine, non ha visto, nella smodata passione di villeggiare, onde gli parve afflitta la società del suo tempo, che un fenomeno di ostfmtazione, un morboso desiderio di figurare e 1nagari di infliggere altrui qualche confronto umiliante. Può anche darsi che ai suoi tempi il bi 4 sogno di respirare aria campagnola non potesse suggerire n.d un critico imparziale altra e miglior impressione, ma oggi molto probabilmente le eose sono mutate parecchio. Oggi si può illustrare in q uest.1 passione della ville tgiatura un reflesso di compenso incontrastablle; essa può apparire una aspiBibliotecaGino Bianco razione più che giustificata del nostro abituale genere di vita. Oggi il ,·w·a.'ismo - ci si perdoni questa creazione verbale più o meno autorizzata ~ appare il più natu-rale e consentaneo compenso dell' u,·banismo impel'ante. * * * Per qual mai ragione o complesso di..ragioni usino gli uomini pigiarsi in quei grandi centri di popolazione che sono le meti-opoli moderne, noi non sapremo forse mai con sicurezza, ma è molto probabile che sieno .H· fascino spirituale e l'attrazione degli affari,
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