Almanacco italiano: piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1914

- 447 - tha 1·epens o multifiora con Ja thea.. Alcuni vogliono asserire che risulti dalla thea e dal a noisettiana. Fiori in miniatura, ma perfettamente conformati. La pianta è nana, vigorosissima: gli Americani la eh iamano baby rose, perchè la. impiegano nell'ornamento dei giardini per i fanciulli. 23° Rosa Portlandica. - A fiorit'.lra continua, fino ai geli. Se ne è ottenuta una. splendida varietà: -la. 1·osa del lte. 24° Rosa Rubif01ia. - Ha le foglie come quelle del rovo, onde il nome. Se ne ha.11110 due belle varietà: J:eliezza della p,·ateria e ketla <li BLtltimoru.. ~ origina.ria dell'America del Nord. 25° Rosa Rubiginosa. - Dalla tinta rossiccia d~ rùggine della pagina inferiore delle efo;;lie. h: orn.1mentale, ma. poco usata. 2G0 Rosa Rugosa. - Originaria del Giappone. Ornamentale anche per i frutti, che in autunno prendono una bella tinta, e che si confettano. 27° Rosa Sempervirens. - Proviene dalla sempreve,·de, spontanea in certe regiout d'Italia. Ja.cques ne ha ottenute delle belle varietà:, molto apprezzate anche oggi. 2So Rosa Sulphurea. - Fiori giallo zolfo: la varietà JJompon giallo è molto nota. 29° Rosa Tormentosa o Cotonosa. 30° Rosa Turbinata. - È detta pure di Francoforte.Fiori grandi, llumerosissimi, d'u~1 rosso vi \'O, ma elle non si aprono bene. E meglio nota per i suoi frutti grossissimi, buoni anche a candne. 31° Rosa Villosa o Pelosa. 32° Rosa Wichuraiana. - Importata di recente dalla Cina e dal Giapp ,ne. Se ne estende la cultura, e son certo' che se ne otterranno delle bellissime Yarietà; acquisto prezioso. perchè questa. rosa resiste ai più grandi freddi. 33° Rosa Jwara. - NuovissimQ tipo, origina-rio del Giappone: fiori medi, biaachi in corimbo lasso. Anehe di questa ro::;a son -0erto si otterranno belle varietà. Tutti i terreni, eccetto quelli -umidi, e a meno che questi non si risanino, sono buoni per la rosa. Certi floricoltori, non so se per darsi un'aria di so,er0hia i'mportanza, di soverchio sapere, o per timore_ che altri si dedichi e produca bei fiori, circondano di difficoltà la coltura della rosa, di troppe difficoltà, mentre è saputo da tutti che la ro;o:;,t appunto è il fiore più rustico, il fiore, che inebria di colori e di fragranze anche nei piccoli orti rustici, dove cresce accanto .al -cespo del rosmarino o della lavanda. Quando si vuole impiantare un rosaio, si fa uno scasso di 40-50 centimetri, toglie11do via radici, pietre, sminuzzando bene le zolle e mesculando stallatico ben consumato, o meglio perfosfato e solfato potassico. Questi lavori devono essere fatti almeno un mese _prima dell'impianto. Si curi che lo stallatico, .nel piantamento, non venga a contatto delle -radid, perchè spesso questa mancanza di precauzione è causa d'insuccessi dolorosi. Per as3icurare q nasi un sicuro attecchi• meuto, è Lene piantare in autuuno, a vegeBibllOL~l;a 1v1t1u tjlanco tazione finita, quantunque si soglia piantare anche in marzo-aprile, secondo i luoghi, sempre pri:na che sieno comparse le prime fo. glioline. Per i climi miti il trapianto autunnale, per i freddi il trapianto primaverile. Bisogna abbonda.re d' inaffi.ature, se il tempo corre asciutto. Prima di affidare al suolo le- piante, la. parte radicale s'immerge in una poltig:ia di terra grassa, d' ai·gilla e di sterco di Vàcca: Rosa Bengalensis Aurora. questa operazione (pralinage dei francesi, intunicamento, potremmo dire noi) si fa, quaudo• manchi l'acqua, o per ridurre le inaffi.ature, o per meglio assicurare la ripresa, e serve a rinfrescare le radici e ad amalgamarle con il terreno. È importante pure mozzare i rami deboli a 2-3 cm. o sopprimerli affatto, i ra.mi principali a 5-6 cm., e spuntare le radici grosse, almeno d'un terzo: si tolgono via le r_adici possibilmente guaste, o rotte. I rosai ad alberetto si forniscono d'un tutore, per imped"ire che il vento li smuova~ compromettendo la riuscita. La distanza tra pianta e pianta varia, e secondo il rigoglio della specie e secondo l'effetto che si vuole ottenere. Per le siepi, per le bordure, per i massicci bastano 40-50 cm. tra piede e piede, e trattandosi di specie di medio rigoglio: per gli alberetti m. 1 - 1,50 - 2 bastano; i rosai sarmentosi, che sono generaimente a grande sviluppo, abbisognanoanche di maggiore distanza. Nel nostro paese, veramente, le rose, anche le thee, non temono molto il freddo. Ad ogni modo, nel settentrione, è necessario ripararle al piede con ammonticchiarvi terra o foglie secche, o stallatico grasso. I rami si

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