Almanacco italiano: piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1914

- 439 te, ~ tanto meglio se si profitti dello stes~o terreno per adibirlo a frutteto o a gelseto, offre un margine sicuro di utile, anche con precisa valutazione degii elementi e di tutti i titoli diretti e indiretti di uscita. È innegabile, osserva la Commissione. che .se i polli si lasciano liberi e si permette ad essi di scorazzare nei seminati, oppure si esageri nell'alimentazione che, se eceessiva, può. riescire persino più di danno che di vantaggio alla produzione, se si sia costretti a rinno-. vare troppo frequentemente la popolazione avicola perchè le èpiilemie, per trascurate norme igieniche, ne hanno fatto strage, è innegabile che la pollicoltura non è redditiva. Ma· se si facciano degli allevamenti razionali, allora le çose cambiano sostanzialmente di aspetto, come dimostrano, tra l'altro, i dati riferentisi alla Danimarca. Riguardo ai prezzi deÌle derrate, l'argo- .mentazione succitata, la Commissione di<'e che avrebbe un serio valore se l'alimentazione do_vesse esclusivamente fondarsi sull'impiego del frumento, che •in realtà costa circa il 30 % meno nei paesi nord;ci; ma per l'orzo,. l'avena, la segala e il grano saraceno, · che vengono egualmente e vivamente consig1iati per le galline destinate alla produzionedel le uova, v'è uno sbilancio di appena l' 8 o 10 %; mentre per il granturco, alimento di primissimo ordine per i polli da ingi-asso, è utilizzabile, sia pure in misura limitata, per le s-t~sse galline da uova, la differenza non arriva al 5 %, Tale condizione di inferiorità nei prezzi delle granaglie diventa anzi per noi indubbiamente più sensibile se istituiamo un confronto colle nazioni nostre maggiori concorrenti, come la Russia, l'Ungheria e la. Bulgaria. Di fronte a questa nostra effettiva inferiorità la Commissione contrappone un coefficiente della massima importanza a tutto nostro vantaggio, ed è il nostro clima che anche oggi, per quanto si faccia generalmente della pollicoltura primitiva, dati gli inverni non sempre eccessivament.e rigidi e le precoci· primavere, permet1 e di ottenere una non indifferente- p.arte delle uova nel trimestre gennaio-marzo, nel quale i prezzi, per generale deficienza di produzione, sono i più favorevoli e rimuneratori. Che soltanto qualcuna delle norme più raziouali fosse ap .. plicata ai nostri allevamenti, soprat1'tltto con . piccoli recinti coperti, annessi ai pollai propropriamente detti, per la Commissione non v'ha dulJbio, che la nostra produzione potrebbe anticipare almeno di un mese, con evidentissimo profitto, ta1e da.compensare ad usura. il maggior costo di mantenimento. Non. parliamo poi del- Mezzogiorno, che con adattò indirizzo potrebbe largamente produrre dall'ottobre al marzo .. Per quel che- concerne la Russia e la Bulgaria, a controbilanciare l' ancor più basso prezzo delle graqaglie in quei paesi,, al vantaggio or ora citato, la Commissione fa rilevare la superiorità indiscussa nella qualità della nostra merce che presenta prezzi dal. 20 al 30 % superiori, anche nel periodo di com\;lne produzione; mentre nell'inverno noi ricaviamo persino un prezzo, quasi doppio di quello della merce russa. . La- Commissione ritiene che il progressodella pollicultura in Italia dev'essere, essen-, zialmente, un progresso di carattere tecnico. Preseinden·do dal Mezzogiorno, per il quale potranl}o essere studiate speciali provvidenze destinate a diffondere, in un clima così provvido; una delle più simpatiche e proficue. piccole industrie quale è quella degli animali da cortile, la .Commissione si è persuasa che se nella nazione nostra -si consegui<;se lo scopo·-di dare agli. attuali allevamenti solo un più razionale indirizzo, l'Italia potrebbe. inalzare, co11ostesso numero di•polli, almeno di un terzo la sua produzione, ciò che, tradotto in cifre, equivarrebbe ad aumentare di un 150 milioni di lire all'anno il rendimento totale! E a dimostrarlo. la Commissione fa qu'esto giustissimo rimarco: i nostri al1evato1·i si dichiarano già soddisfatti di u11a resa da .70 a 100 uova. all'anno, mentre· al1' estero si considera· cattivo- l'allevamento che non dia una media di 130 a 150 uova, mentre si arri'va persino a medie, ·anche in all~vamenti numerosi, di 170 a 180 uova. Per-, chè, Gla noi, non dovrebbero ottenersi, gli stessi risultati? La Commissione è convinta che si possano ottenere, e tracc:a la. via da seguire per· arrivarvi felicemente: e data la natura di questa industria, si potrebbe riescire in un tempo relativa.mente breve♦- Le mosche nelle stalle. Quanto siano moleste a noi, lo sapete! Ma dovuta alla inquietudine cagionata dc,lle mosche probabilmente pochi di voi avranno pensato uguaglia pe1· giorno e per capo una libbra di ai danni che esse arrecano ai bovini nelle avena. Se per ogni capo grosso di bestiame stalie durante il pasto ed il rip0so, e pPr si calcola il valore del danno giornaliero, conseguenza non si dà alla presenza de.le come uguale al valore di una libbra d'avena, mosche nelle stalle tut.ta la gravità che es-.:a si può stabilire una perdita di cirea•7 ce.1realmente ha. È invece necessario che pren- tesimi al gtorno per ciascun capo, pari a diate la cosa più sul serio, considerati gii L. 10 circa, considerando la durata della staeffetti de] disturbo che le mosche cagionano gione più favorevole per la presenza del !e ai bovini. Quanto più questi sono fini e tanto mosche nelle stalle di 150 giorni. Tale perpiù sono presi di mira e bersagliati dalle dita ascende a cifre considerevoli dove -il numosche. Le funzioni nutritive vengono assai me1;0 dei bovini grossi è rilevante. Prendenrl.o danneggiate e nelle vacche diminuisce la pro- le mosse da ciò, il dott. Romotott~ insist,~, duzione del latte. Il prof. Lehman di Go-t- bene a ragione, snll~ necessità della. lotta pet· tinga ha dimostrato, per mezzo dell' ap1.,a- -distruggere le mosche, ma non solo per i recchio di Pettenkofer, per lo studio de'.la danni economici, bensì anche. per i danni in· respirazione, che la maggior pe1·dita ·di forze rapporto alla pulizia ed all'igiene. Durante BibliotecaGino Bianco

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