- 438 - ARMAMENTO. - f'i• fa. C'Qnpali· da m. 21/2 (compresa la. parte interrata) posti alla dis1anza di 8 a 10 m. Ad ogni vite si dà come tutore un paletto, fac.cio di C'anne, bacchettine di ferro di 5 mm .. -ec. Su qnesti pali si le ano quattro fi 1i di ferro (del no 14 ,, tenendo il primo filo a cm. 60 da terra, gli altri tre a circa cm. 40 a 50 l'uno dall'altro. a· frutt0 sf)no della lnnghezza wm~le del sistema casalese. Il tralcio a frntto non deve giung,1re fino al prossimo paletto, o tutore, e si tiene anche più corto se la vite è debole. [ germogli della vite per quanto siano vigorosi, si possono distendere comodamente e trovano adatto sfogo per la buo:1a fioritura e perfetta maturnzione dei grappoli. Inoltre, ~ (· . c,J;~'.itrn:+i 1+.~..:. +<,: ·,·,-, "· //--,-=--~·'-,. I X 1· ~·•• 7-7- .-.~.,.. , -~•7 . . . - q . r .. } . I ,,./ t ,.," _.. ✓.~·-"'" yl l .·"•' ,.• ('",. > . · t f l ·> -~···:;:=: ·..;. _>- _,_:- ~✓:-··'" -- 1 • Nuovo Ei3tema di coltivazione della vite a spalliera. 'f:11tl primo filo si distende il tralcio a frutto, dandog-li un giro attorno al filo; in tal modo · basta una. sola legatura di salice, o raphia, ec., ::illa.'estremità ed una che tenga· a,·costo il cerro della vite al tutore o paletto di guida. Lo ~perone pure è nppoggiato al primo 'filo di ferro. 'l'anto lo sperone quanto il tralcio con simile semplice armatura, svo~b. tutta su un sol piano Yerticale, l'operaio libero nei movimenti, compie assai meglio, più presto e più e('onomicamente i lavori, mentre è assicurata la resistenza anche alle bufere più violenti. Così afferma Lt Giuria nella sua relazione. Là pollicoltura considerata come industria in Italia, in confronto cogli altri paesi produttori. Se è vero, questa vorta ci si mette sul ~erio a fare, e a far bene, per dare un gagliardo in,·reme11to all'allevamento razionale degli animali da cortile, considera:;o quale fonte di non trascurabile benessere eeonomico. Come è noto, uno dei mezzi giudicati più effica.ci per tale incremento è quello di impiantare Stazioni sperimentali di avic-oltura cbe servano di indirizzo agli allevatori. Ma prima di impiantarle, il nostro Ministro ddl' agricoltura ha stimato opportuno di mandare all' este:·o una Commissione, co• stit.uita dai signori Mal'chiori, Vinnello e Munera i, per vedere quanto vi si fa per lo stesso scopo. La Commissione visitò la Germania, l'Olanda, H Belgio, la Francia, i paesi cioè più progrediti in Europa in fatto di pollicoltura; e su quanto potè esaminare presentò al nostro Ministro dell'agricoltura una relazione interessantissima, facendo nel contempo un conBibliotecaGino Bianco franto fra la nostra industria e quella dei paesi anzidetti, per dedurne come converrebhe svilupparla da. noi. È generalmente diffu..:;o il convincimento che l' indnstl'ia avicola debba trovare in Italia nn grave os~acolo alla sua espansione in un fattore d'ordine economico; si afferma cioè che, dato l'elevato prezzo delle granaglie da noi in c~rnfronto a quello degli altri paesi produttori di nova, non si possa considE-rare la pollicoltura come un'industria effettivamente rimunerativa. Si arl'iva anzi a dichiarare che se si dovesse tener conto di tutto ciò che la gallina consuma, gli allevamenti, anche casalinghi, si tradurrebbero in perdita effettiva. In quanto alla prima obiezione, le informazioni e i dati raccolti dalla Commissione rafforzarono in ess1, la persuasione che un allevamento fatto con razionalità di metodo, destinando alle galline uno spazio convenien-
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