' 425 Ricettario per piccole in.dustri.e. Aeeiaio. - Modo di marcarlo ron isc>"izioni o di;,eyni. L'impronta che si vuole riprodurre sulla superfkie liscia dell'acciaio, dovrà essere e~e~ui'.a sotto forma di timbro di gnmma.. Questo si intinge poi in un inchiostro composto· nel seguente modo. Si fanno fondere 225 gr. di resina .e vi si incorpo1 ano un CUL·chiaio di olio di lardo, due di nerofumo e altrettanto di essen.c;a di trement.itla, rimestando per bene. Sran,1pata e-o ù la scritta sul metallo la si circonda (\Oll stucco da vetrai; nella vaschetta cvsì formata si ver. a il mordente costituito da: Acido nitrico. . 1 Acido cloridrico . . . . . . 1 Acqna . . . . . . . . . . . 12 lasciapdolo agire pet· un minuto. Lo si ritira con ..un:t. p ·petla d1 vetro,. si pulisce con una spugna umidct la superficie dell' ac-ciaio, sì toglie lo stucco e si lava la suirndicie stessa, prima con so:uzione di potassa e poi con trementin'.l.. Dam, sc:ttu,·a a pelle d · trota. È un genere di damascatura assai usato per ca1me da fucile. , In un litro d'acqua. c1lda. si fanno sdo• gliere HO gr. di solfato di 1·arne;- qnando la suluzione è fredda vi si aggiungono 15 gr. d'acido ni!rico e altrett.anto d'acido cloLidrico, 30 gr. d' a)cool e altrettanto di solu2.ione diluita di doruro di ferro. Questo liquido si ap·plica sul metallo me è! iante pennello duro. Per ottene 1·e l'effetto de.:;iderato occorre la,;ciarlo ag.re per circa 24: ore. Si sfrega poi il. metallo con spazzola metitllica, si lucida con legno duro. Volendo, si vernicia con vernice a'.la gommalacca. Ornati pe,· via chi mica sulla superfi,;ie dell'acciaio. 81 al dando l' acdaio esso assume successivamente va.rie colorazioni ben 11ote, dovute a gradi d1ven;i di os3idazio11e. Una delle più belle di tali coluntzioni è quell,L a7,zurra, che si produce alla temparatura di circa 300°. Lo straterello d'ossido di fE>rro, a.I quale ess:1 è dovuta, è solubile nell'acido cloridrko concen~rato od anche nell'acido solforico. Basterà dunque portare uno di questi ac:di (mediante una pt: nta di legno o d'ossoJ a contatto con la superficie dell'acciaio previamente resa azzun a col riscaldameu to, segne·1do n n de ermi nato di~egno. Questo rimn .. ' ,.;l')ro fotto in bianco (coiure del mctallc dete1·so su fondo azzurro, o ,iceversa. Per presen are il pezzo dalla rgggine, conviene immergerlo apvena scomparsa la colorazione - in un bagno d'alcool o di ùe11zi11a, e quindi in uno d'olio. Acetilene. - Per evitare l'ostruzione dei becchi, elle è causata dai polviscoli contenuti nelle tubaz;ioni, basta mettere in queste, alla base del becco, un picc~ct ~mpone d'ovatta soffice tanto da non faro o· taculv BibliotecaGino Bianco al passaggio del gas, ma sufficiente per agire come filtro, trattenendo i pol'viscoli. Pulitura dei generatori. La pulit11ra dei generatori a caselle riesce alquanto di!ncile, a m0tivo d ·Ila calce pastosa che a lerisce alle pareti degli scomparti. Si può evit.ue l'inconveniente disponendo in fondo ai recipienti, puliti, della carta straccia o de:Ia grossa carta c!a imballaggio, e proced,,n i.o poi alla carica e ,l c,1rburo. Quai1do si deve fare la, pulitnra, bast.i capo,·olgere i recipienti perc 11è la calee, el1e non ha potnto aderire a:le pareti, si s,taechi da esse e dal fondu con tutta facilità. Alabastro. - Tintu1Aa -in rosso co1·allo. Si comincia col far reagire: Stagno metallico . 1 Acido nitrico. . 8 Sale ammoniaco . 1. Àcqua ... ,,,.. . 25 Ottenuta· la soluzione se ne versano parti 1,5 in p. ltl00· d'acqua, e vi si aggiunge 1 p. di cremor di tartaro. Si satura. l'On polvere cli cocci1iiglia, si fa bollire il Lutto, indi si decantn.. Si o.tiene un liquirlo c:1iaro, nel quale si fa bollire l'alabastro per un'ora. Lo si fa poi seccare all'aria. e in.fine si mettono i pezzi di ala'.ba,tro in un bagno di parti uguali di stearina e cera d'api bianca, fuse. Est.ratti i pezzi da questo bagno si asC'iugano e si lucidano con pa.molin'l. Si ottiene eosì un assai bello aspetto corallino. Allulllii,.io. - Lavorazione. Per lucida•·e que~to meta'.lo si adopera una. miscela d'olio d'oliva e smeriglio, addensata con nn po' di sego; l'ultima passata si fa con rossetto ed essenza di tremen tiua. Può servire nuche una m1see a di ·vaselina ed olio minerale; allo smeriglio si può sostituire il tripolo mescolato con un po'di creta (bia:1co di Spagna). La brunitura.si fa - dopo la lucidatura nei modi sopraindicati - con brunitoio d. aJata o d'acciaio bagna ti con soluzione di borace contenente una piccola quantità d' ammoniaca. La digrassatura si fa con benzina. Si può rendere rugosa la superficie dell' allnminio tenendolo immerso in uua liscivia cald.¼ dl soda caustica al 10°/ 0 fino a che ~ssuma color1:1zione scura; allora lo si spazzola in a'-·qua fredda, indi s'immerge nell'acido nitrico concentrato, si lava e si f..i. essiccare in segatura di legno non resinuso. I getti d'alluminio .si rendono rugos:;i trattandoli con la spazzola d'acciaio rotati\'a. Essendo l' allumin··ò un metallo assili poco duro e punto elastwo, lo si può foggiare con tutta facilità, comprimendone le lamine entro stampi di metallo od anche semplic~mente di legno, sia a caldo che a freddo. E bene spalmare di a.:qua saponata oppure di sego
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