- 403 - al giorno . si trovarono impegnate nella nuova industria. A qu\..,l tempo, un cappello fioretto. costò quattro e anche cinquecento lire di sola 1nano d'opera. . Ma, anche in questo caso, l'eccesso provocò il difetto. L'estero stanco di Tre<.:ciaiuole al l,noro. questo eceessivo tributo, pensò rin1ediàrvi. Si irrrportò la nostr·a ··paglia, si chiamarono nostri operai e ·se ture non si potè mai, in 1nessun luogo, ·imitare feliceinente il cappello di Pirenze, si crearono tipi nuovi e si riuscì ad i1nporli; nel n1entre, in Tos_cana, àlleflata dalla prospetti va di continuare i già lauti guadagni, la produzione si 1noltiplicava molto al di là delHt richiesta. Riprecipitata di nuovo nel n1nrasrna l'industria toscnna pnrY0 davYero finita. Allorn, e si era nel 1826, sorsero gli stranieri a risolleva.da: nncque la treccia a undici fili o vennero le 1nacchine che cucirono la. treccia. in giri sopramnrnssi uno all'altro: lavoi·o spiccio, poco oi:ieroso, assai n1en bello. del tradizionale, n1a tale quale lo voleva In. facilità del connnercio. Soltanto che, a questa stregua, le lavoratrici si ridusaero a guadagnare una sola· lira al giorno! Nel '1839 spuntò una nuova. lavora- , iione,,che fece rnigliorare le condizioni di alcuni luoghi: fu la treccia a opera, a giorni e a rilievi, n1ista di paglia, crino, seta. Altre due seguirono in breve: la lavorazione d1.1ipedali della paglia di graùo marzuolo, fin lì perduti, per treccie e cappelli più grossolani di quelli fatti con lo sole punte, ma che piacquero ai consu1natori e servirono a dare un nrnggior profitto BibliotecaGino Bia·nco ai coltivatori, e la creazione di certi cappelli a irnLuto detti cappotte, forn1ati di treccie di tredici fili, che incontrarono il gusto della nazione dispensatrice dei dettati della Moda, la Francia, e quindi di tutto il inondo. Nel 185ç) l'Inghilterra co!llinciò a ordinare alla Toscana la treccia, abbandonando il tentHtivo di farla tessere nei suoi paesi per l' eccessivo prezzo della ma.no d'opera. Si iniziò così quella ·esportazione della trec- _,_eia, che per tanti anni fu la principale risorsa del1' incrustria nostrana della paglia, e che tutt'ora costituisce un eccellent~ capitolo cl' entrata nel bilancio dello -Sult o. Ma, come si diceva ~11' inizio dèl presente ·scritto, la 1Yioda è una grançle assillatrjce, perchè ò una grande rinnovatrice. Quand·o poi, a questi rinnovell~- 1nenti · della foggia e dnl gust6, si unis·cano gli improvvisi muta1ncnti uci rapporti fra le naziòni, dovuti - coin'è successo in questo ultimo mezzo secolo - all' addirittura para.dossale aumento fra gli scambi internazionali, a traverso, le milìe linee fPrroviarie e 1narittime. all'adozione di nuovi sisf~mi di contrattazione," alla scoperta di :i.1-.,novtr-oi vati cli fabbricazione .... allora l' a::;sillo della Moda si risolve 'ih una febbre generale. E coloro, che non la vogliono subire, coloro che, con -la, scusa della tradizione é per fede] t à alle sue leggi, si vogliono chiudere nel gelido andazzo del giorno per giorno, non solo n nociono a sè stessi 1na sonv d1 da11no all'intero paese. Nel n1entre in Toscana si lavorava n.lucren1ente sì, rna con qualche rèstrizione di Yedute, dall'America, da1l2 Cina, dal Giappone giungev-ano tipi di nuovi cappelli, ca1npioni di nuovo treccie intessute con paglie diverse, con fili di giunco, con sottilissin1e striscit· di foglie e di legni. Il cnppe1lo di P~u1an1n.fu il prin10 nd invadl'l'e il mercato e di fronte ~ questo concorrente fu n1estieri prov• vedere. Carlotta Fance1li, perHissi1na nel• l' nrte sua, pensò per la p1·i1na di in• treccia1:e la paglia in cinque fili, la q na le, cucita a nrnglia, produce un cappello assai siinilo a quello di Panan1a ,.
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