Almanacco italiano: piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1914

I - 360 - regime giovane turco, sì da attrarre i più audaci e previdenti a tentare il supremo colpo contro il decadente impero. Da quel punto J' ora della guerra nei Balcani, fatalmente ed inevitabil1nente, stava por scoccare. Le mura di Costantinopoli. Le potenze, conscie della gravità e delle conseguenze della lotta che stava per i1npegnarsi, si sforzarono dapprima di evitarla con i buoni uffici: il governo di Vienna avanzò nell'estate del 1912 la proposta del conte Berchtold di decentrare amministrativa1nente il territorio dell'impero turco: la Porta ancora ignara del pericolo e rotte contro il Turco oppressore, dichiarava la guerra alla Porta. L'ultimo capitolo della redenzione delle nazionalità d·' Europa, iniziatosi su~ campi di Lombardia nel 1848, stava per aprirsi ·e per chiudere il suo ciclo fatale anche . in prò dei popoli della penisola balcanica. II. - Il prologo montenegrino. - L' 8 di ottobre, quando il Montenegro rispondendo ad un impeto di generosità militare e civile dichiarò guerra alla Porta, esso si accingeva a riso! vere un problema assai arduo. Doveva " cioè allargare gli angusti confini del piccolo regno as5icurando le popolazioni consanguinee finitirne dalle concussioni turchesche, e doveva insieme mantenere sottomano un nerbo di truppe _inobili capaci di muovere contro il grosso delle forze avversarie per batterle. Di fronte a·così contraddittorie esigenze, il piccolo esercito del Montenegro si suddivis~, e destinò· una parte dei suoi combattenti ad invadere il territorio finitimo verso il sangiaccato di Novi per stendere di là la n1ano alle armi alleate di Serbia, ed un'altra contro Scutari. Il largo appoggio .delle popolazioni consanguinee verso Novi, ed il lievito della riconoscenza sparso a piene n1ani tra le tribù albanesi al tempo delle loro lotte contro i battaglioni di Torgud pascià, potevano far ritenere al governo cli Cettigne che · dovessero completare la scarsezza delle truppe montenegrine, ovviando alla pericolosa crisi delle 1nasse separate. pertinace nei suoi errori rispose con una di quelle profferte che rivelano la doppiezza e la renitenza dell' ani1nà orientale. Propose cioè di largire alle popolazioni cristia~1e della penisola la vecchia e polverosa legge detta dei vilayets, la quale risale al 1882, con cui ·si promettevano delle autono1nie municipali che non si potevano attuare in veruna guisa nella pratica. La concessione ottomana parve, e fu, una sfida .ABDULLAH pascià generalissimo delle truppe turche. · ,Pa questo compromesso uscì fuori il disegno di operazione dei Montenegrini. L'esercito, non più forte di al sentimento di nazionalità dei popoli cristiani della penisola: dopo una serie di scambi, di note e di vedute tra gli Stati balcanici -ed i gabinetti delle grandi potenze di Europa, la ·guerra parve inevitabile con1e una fatalità. L' 8 di ottobre il fiero popolo della Zernagora, all'avanguardia degli ardi1nenti e degli eroismi, ricordevole dei cinque' secoli di lotte quasi ininterBibliotecaGino Bianco una trentacinq uina di migliaia di combattenti, venne suddiviso in tre nuclei principali: uno al con1ando del generale Vukotic fu destinato ad operare nel sangiaccato di Novi ; un altro agli ordini del Principe ereditario Danilo si raccolse nei dintorni di Podgoritza con mèta Scutari; l'ultimo infine al con1ando del generale l\1artinovic si raùunò ai piedi del gruppo montuoso

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