- 35(3santi (1820-1822): ca\t. AlP.ssa.ndro Maurizio Agnes d~s Geneys di Chaumont (1822-1881); cav. Luigi Rf_chieri di Montrichieri (1831-1836); marche::;;e Michele Tafflui d' Acceglio (18351847), eonte Fabrizio Lazzari (1847-1848); Lovera di Maria cav. Federico Costanzo (18481867), che fu quindi il primo presidente del Comitato del Corpo dei Reali Carabinieri, creato con E,. Decreto 24 gennaio 1861 ed ebbe il grado di tenente-generale. Furono poi preS'identi del Comitato predetto i tenenti-generali: cav. Antonio Massidda (1867-1869): cav. Luigi Beccaria di S. Stefano (1869-18771; cav.. Igna,zio di Genova di Pettinengo (17 maggio-18 Il◊" embre 1877); cav. Leonardo Rois8ard de Bellet, dal 19 novembre 1877 al novembre 1882 presidente del Comitato dell'arma dei carabinieri, dal 16 novembre 1882 al luglio 1883 comandante dell'arma dei carabinieri, e dal 26 luglio 1883 al 1891, comaridan te generale del1' arma predetta. Furono quindi comandanti geuerali dopo il Roissard i tenenti generali: marchese Luigi Etlisio Carlo '.raffini d'Acceglio (1891-18961; comm. Francesc·o Carenzi (1896-1897); comm. Bruti di S. Genesio (1897-1900); comrn. Felice Sismondo (19001904); comm. Fed. Pizzuti (1~05); comm. Gius. Bellati (1906-190$); comm. Paol-o Spingardi (1909-10); attuale benemerito Ministro della guerra; dal uno ad oggi le gloriose sorti· dell'arma benemerita sono affidate al comm. Giuseppe Del Rosso, tenente-generale comandante generale dell'arma. non ostante la sua àn,..o•·à malferma sa1uf.e,: Alla. testa di vari carabm1eri il 22 giugno 18~9 sopva ed assale ,il temuto malvivente che nella lotta feroce uccide due carabinieri. Ma 1~ legge trionfa, il Revello con mirabile sangue freddo e con noncuranza della vita ries0e ad impossessarsi del bandito ed assicurarlo alla giustizia. Sulla fine del 1834 alcune bande armate di fuorusciti rivoluzionari tentavano d'i11va- .dere il Piemonte, ma furono disperse dal1' esercito sardo. Una di queste era riuscita ad impa,dronirsi del paese di Les E0l.elles, entrandoYi a bandi-ere spiegate e al grido di Viva lo Repubblù:a ! !..e truppe in scarso numero ed i pochi carabinieri erano loutp,n(d.al paese per sorvegliare un ponte del quale tentavano d'impadronirsi parte degl' insort:. Il comandante delle truppe venutn a conoscenza che i rivoluzionari eransi impadroniti di Echelles, spediva al sin• daco di quel paese un dispaocio per ayvertirlo che egli colle sne truppe sarebbe al più presto là per scacciare i ribelli. E del pericoloso mandato incarica.va il carabiniere a ca varo Giovan Battista Scapaccino nativo d'Incisa (Acqui), fulgida gloria dell'arma, che lo ha inscritto nel suo libro d' oro; appena entrato in Les . Echelles, egli fu circondato ed assalito dagli insorti che tentarono di disarmal'lo e che volevano costringerlo a gl'idare Viva la Repubblica! Ma egli impavido con energia e valore da leone respinge\ a i suoi assalitori g1·idando continuamente Vit:a 1·l Re; due fucilate lo facevano cadere al suolo vittima def proprio dovere, il 3 febbraio 1834. Aveva 32 anni. Ricordai già narrando le vi- ~ende storiche dell'arma alcuni valorosi che si distinsero in varie circQstanze; a citare poi tutti coloro, che colle loro gesta illustrarono l'arma dal giorno della sua fondazione ad oggi, durante le campagne della nostra indipen1868-1870. Uniforme dei Corazzieri. Dei valorosi che· difesero coi loro petti il màgnanimo Re Carlo Alberto e che si illustrarono in altri fatti d'armi durante le campagne del 1848 e del 1849 ho fatto menzione parlando sopra delle vicende storiche dell'arma, nè stadenza nazionale, nella repressione del brigantaggio, che per vari anui infestò le belle province meridionali, nelle recenti imprese coloniali nell'Eritrea e in Libia; o che generosamentè laseiarono la vita nell'adempimento del loro dovere in ·occasione di pubbliche c.1.lamità, o che rimasero uccisi nella repressione di reati contro le leggi, contro la sicurezza pubùlicà e dello Stato occorrerebbe un volume. La ristrettezza. dello spazio concessami nell'Almunacco mi costringe con rammarico a parla1·e solamente di alcuni dei tanti benemeriti. E comincerò dal maresciallo Giuseppe Revello della stazione di Savona. Egli trovavasi convalescente dopo lunga malattia ai. bagni di Acqui e venuto a conoscenza che la locale ten~nza dell'arma preparava una spedizione per catturare un famoso e periC'oloso brigante, disertore anche dell'esercito, Andriano detto R11dino, che infestava le campagne di A~qui, ottenne dopo lm1ghe P vive ipsi.ste11~e dal c:om;-1.udaute di prendervi parte, BilDltotecal:;jlnots1anco rò qui a ricordare di nuovo le onorificenze al valore militare che all'arma furono giustamente conferite. · Nel 1853 i Carabinieri Reali della stazione di Crevacuore riuscirono ad impadronirsi, dopo una lunga e fatico.sa lotta, di un feroce delinquente evaso dalle carceri to~·inesi nominato Luigi Mottino. Per questa splendida operazione nella qua.le i nostri bravi militi misero a repentaglio la lorl) vita per assicurare alla giustizia il temuto brigante, i carabinieri Vincenzo Rovello e Sebastiano Berutto erano decorati da S. M. il Re .della medaglia d'argento al valor militare, il brigadiere Romanetto era promosso per merito marescfallo e gli era conferita la menzioud onorevole al valore. Durante la spedizione di Crimea, nella· campagPa del 1S59, e in quella sfortunata del lt<11H l'arma si coprì di gloria e innum~•- r,1voli furono i carabinieri ohe sul caro -oo ia ,ci~ro110 la vit~ e si conquistarono ricom"
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