347 richiami alle itrmi degli uomÙ1i che si tro\-ano in congedo. Il rimedio è certa·men te vantaggioso; ravvivando nei richiamati l'istruzione militare, sia purè' per b'reve tempo, e ritemprandoli, per quanto è possibile, al1a disciplina, e·sso còstituisce un vero correttivo delle ferme brevì. Ma pur troppo nell'estesa ·applicazione. dei richiami si urta contro un ostacolo a volte non sòrµ10:nta.bile, la questione finanziaria, che pone dei limiti restrittivi e tarpa le ali aile Ìnig1iori intenzioni. In questi ultimi anni le cose sono andn.te leggermente migliorando; i richiami sono meno rari che non. una volta, non però anc.ora sufficienti alla loro ragione d'essere ·éd il timore (non sempre fondato) di turbar~ e ·sconvolgere troppi interessi personali e familiari, di creare disgusti ed alimentare rerriminazioni, fa sì che spesso e volentieri si dimentichino le classi più anziane, quelle che avrebbero invece maggior bisogno d' µn nuoyo tllffo nella vita militare, per riacquistare il molto perduto e per non obliare che sono ancora tenuti a prestare servizio alle armi in caso di necessità e che tale servizio può divenire effettivo da un momento all'altro. Nel valutare le intrinseche qualità di un esercito in relazione al tempo dedicato alla sua istruzione, la frequ:ehza e l'estensione dei richiami hanrÌo un peso notevole. Ed infatti basta pensare che un esercito nel passare dal piede di pace al piede di guera, nell'atto stesso cioè in cui mette in valore tutte le sue capacità ed energie per esplicare 1a sola e vera elevatissima funzione per la quale è stato creato, diviene si può dire 11:µ eser_cito di richiamati; essi saranno l'assoluta maggioranza dei combattenti; le compagnie, ad esempio, che già esistono in pace· e che con due classi di leva raggiungono a mafo.pena _gli 85 uomini di forza, devono in guerra salire a 250 uomini e la differenza sarà di richiamati; le compagnie poi che solo si costituisconò in tempo di guerra, saranno di 250 richiamati e ciò ·non ostante dovranno· affiancarsi alle altre e con eise marciare, sopportare disagi, fatiche, · sacrifizi, còmbattere, affrontare la morte. L'esercito chè abbiamo in pace sarà bensì vero, la spina dorsale allà quale ad·eriranno • e sulla quale s1 modelleranno tutte le altre mimérose parti dell'esercito in guerra, ma perchè un organ~smo sia sano e vigoroso e possa.1 con sicurezz_à di riuscita, tradurre in atto qualu·nque sua vofontà, non basta che abbia la spina dorsale in ordine; a costituirlo concorrono tali'e tanti organi vitali, che danno col loro armonico e concorde funzionamento il grado di potenzialità della intera massa. Bisogna dunque, innanzi tutto capacitare, persuadere H popolo dell'assolata necessità dei richiami, ma bisogna altresì chè il legislatore, il quale giustamente provvede alla protezione ed assistenza del lavoro dei fanciulli e delle donne, al riposo festivo (a cui forse vedremo aggiungere il sabato inglese) ed a molte altre disposizioni democratiche ed umanitarie, provveda anche a rendere i richiami meno gravosi a quel grande numero _di famiglie che dal lavoro del richiamato traggono il necessario sostentamento, non coll'aboUre senz'altro i richiami, ma col prescrivere che nessuno i~quale lascia le proprie ,- 1 occupazioni per servire nel modo il più de:. gno il proprio paese, debba perdere il posto e venir licenziato (come pur troppo in molti casi avviene) e coll'aumentare in misura' decorosa i sussidi, oggi veramente irrisori ·ed aventi carattere di elemosina: 4.0 centesimi gioì·nalieri alla moglie e 20 centesimi ai figli inferiori ai 12 anni, sèmpre qtJ.ando però _un'appbsi~a commissione comunale ed il distretto militare ne abbiano constatata l' assoluta indigenza!' In così amare condizioni come può il richiamato accorrere con lieto animo alle bandiere, specialmente quando nelle ordinarie contingenze di pace, egli non ries<·e a comprendere la vera causa del richiamo e lo considera come una coercizione? Un ultimo argomen_to vogliamo rapida• mente toccare, sia perchè crediamo che, attùat0, risponderebbe ad un principio di eguaglianza sociale, sia perchè in una molto superficiale discussione su argomenti militari fatta alla Camera dei deputati nel maggio 1913, se ne ritornò a parlarEr pe·r un momento, di sfuggita. Intendiamo 'dire della tassa milita,·e. · Di proposito abbiamo scritto che se ne ritornò a parlare per un momento, :poichè tale progetto ebbe al nostro parlamento nel 1382-83 ampia ed intelligente discussione e se rton sortì buon esito, lo si deve a'l fatt'o che un errato senso umanitario e teto:rico prevalse su di un concetto che riteniamo equo e giusto. In che cosa consiste la tassa militare·? Riportiamo qui la chiara e precisa definizione che ne danno i generali.Corticélli e Garioni nel loro trattato. 14 Consiste in una imp·osizione pecuniaria a ehi per una ragione ·qualsiasi non soddisfa personalmente, in tatto od in parte, agli obblighi del servizio miljtare. Essa è intimamente collegata colle es.enzioni dal servizio per inabil"ità. e coi tempei-amenti d'interesse sociale ed è la cònseguenza logica, natnrale del principio dell' obbligo generale personale al servizio stesso. Può dirsi anzi che ne sia il necessario indispensabile complemento, quello che gli dà pratica efficacia, consacrandone, nei limiti del possibile, la sua generale applicazione. ,, Il Ferraris, sulla Nuova Antologia, ne dimostrò magistralmente il fondam~nto e la. legittimità dicendo che dal momento che il servizio militare reca danno economico non lieve a chi lo presta, gli esentati godono un trat.tamento di favore, beneficiando essi pure dei vantaggi che l'esercito arreca a tutta la nazione, senza sopportare nessuno degli oneri eh~ esso impone. Bisogna perciò creare un equivalente che in certa misura controbilanci quel favore e siccome ad es,i è interdetta la prestazione personale, si ricorra a quella pecuniaria; prestazione questa sempre assai meno grave C'be non quella del servizio alle armi e che torna perciò sempre a tutto va1ftaggio degli esentati. In altre parole, mentre la legge, e più an~ cora la coscienza umana, banno indiscutibilmente sancito il principio dell'obbligo al servizio personale e generale, cioè per ogni in-
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