- 344 / lorchè sono in gioco la gloria e r egemonia della patria. In questi ultimi tempi, sia pei pericoli che s'affacciarono improvvisi a turb:tre la pace europea durante la guerra turco-balcanica, sia per la visione futura d'una spartizione dell'Asia Minore che potrà far naseere altre complkazioni ed altri attriti, sia per viemeglio affermare la propria poteoza e far s·empre più intendere ad amici e nemici che e~sa. è pronta e non teme alcuno, la Gerrn:mia, ha deciso di accrescere in misura notevole le sue unità sia in pace che in guerra, costituendole con gli -idonei esuberanti attualmente, che aumentano sempre più, in grazia del continuo aumento di popolazione. Alla Germania difetta invece il denaro, ma ,come è noto tutta la nazione ha con ent.usiasmo accettato un'imposta eccezionale una volta tanto; anzi, più che un'imposta, un -ve·rsamento di parte del proprio patrimonio, ' procurando così allo Stato circa un miliardo. La Germania pem;a giustamente che nessuna nazioue è mai perita per disavanzo o per positivi:-mo e che l'economia di un paese, f~- tore essenziale del suo benessere e della sua prosperità, non deve però esser mai' in contrasto con le condizioni del momento storico. Ancora una volta la Francia ha voluto ·correre ai ripari e controbilanciare l'aumén'to di forza tedesca; ma il suo popolo ormai non può dare un soldato di più, anzi la renitenza e la diserzione crescono in modo veramente imvressionante; essa prevede che in guerra l'esercito tedesco sarà superiore al suo, pur and1e accresciuto delle forze bianche ed indigene di Algeria e Tunisia da trasportarsi ·in Europa (se le flotte nemiche del Mediter- -raneo non lo in1pediranno). Ed allora, poichè la .tinanza lo permette e la maggiore spesa non preoccupa eccessivamente, la Francia ha deciso di ri·tornare, dal!a ferma biennale, alla fern a triennale. In ultima analisi la forza complessiva del suo esercito non è cr~sciut.a di un sol uomo; è crescinta invece 'di un terzo quella parte di esercito (la più valida vera.mente) che è alle armi in pace e che, senza attendere l'arrivo dei congedati per- <1endo un tempo lungo e prezioso, può es- .sere immediatamente, all'inizio delle ostilità _portata alla frontiera renana (poderosamente munita di fortezze e di campi trincerati, tanto da essere chiamata la bd,rJ'ière de fer) pP,r r:cercare w1 possibile primo successo contro· il nemico. La Germania invece, aumentando con nuovi elementi la forza delle unità esistenti e creandone delle altre, ottiene il considerevole vantaggio di acc1·escere il numero dei soldati in tempo di pace (pari in questo al vantaggio che ottiene la Francia) ma di ver• sare annualmente al paese anche un numero più grande di gente istruita ed educata sol!damente alla disciplina ed ai' maneggio delle armi; gente questa che in caso di ritvrno alle bandiere sarà di rendimento maggiore e più proficuo che non prima in cui l' istruzione si impartiva somma1·iamente in pochi giorni. Questa è dunque una veramente utile ·trasformazione dell'elemento uomo in elemento soldato; il dispositivo della Francia non è che un ripiego, eroico fin che si vuole, Bib.:c.lLecu VII ...... _,2, ,vv ma sempre ripiego; è come se annualmente una classe già in congedo, venisse richiamata in servizio ed ivi trattenuta un anno intero; ripiego che può apparentemente soddisfare l'amor proprio, specialmente se si osserva la consistenza, de11'eserci.to in tempo di paC'e, il quale senza dubbio ha avuto un notevole aumento; ma che è ben lontano dall' accrescimento e dall'afforzamento subito dall'esercito tedesco nelle sue formazioni sia di pace, sia maggiormente di guerra .. Non meravigliamoci perciò del ritorno della Francia all'antico, nè temiamo che ciò segni il principio, del fallimento della ferma biennale. Noi, grazie a Dio, siamo per aumento di popolazione nelle stesse felici condizioni della Germania; nel .nostro popolo abbiamo un'immensa rise,rva di elementi vali.dìssiI'ni alle armi che non mettiamo in valore durante i periodi di pace che assai scarsamente, sia perchè i nostri probabili obbiettivi di guerra son:0 meno .vasti e grandiosi che non quelli delle due nazioni ora esaminate, sia perchè le strettoie,.del nostro bilancio non ce lo permettono. Ma se domani ultri orientamenti politici: altre fata.li necessità del!a nostra vita nazionale, altri imprescindibili bisogni della nostra cresciuta dignità e grandezza esigessero un aumento nella forza stanziale dell'esercito, noi certamente non esiteremmo a. farlo con tutta rapidità. Percb.è sulla solidità di milizie improvvisate è erroneo fare completo assegnamento; la saldezza di un esercito, è frutto della sua razionale organizzazione, dell'istruzione e della disciplina, e questi fattori .non si improvvisano. Noi. abbiamo numerosa ed ottima la materia prima, cioè. l'elemento uomo; dicemmo già che appena il 25 010 degli inscritti presta regolaré servizio biennale alle armi; il margine disponibile è dunque assai grande. Nè ci dovrebbe spaventare il problema finanziarlo; la rinnovata ed accertata oramai nostra relativa agiatezza potrebbe senza gravi scosse sopportare una maggiore spesa per l'aumento di potenzialità deU' esercito, oggi troppo scheletrico forse al paragone degli altl'i eserciti europei. Siamo poveri, disse un giorno il Saracco, e questa sua frase non del tutto misurata e forse oltrepassante il suo pensiero, impressionò. male noi e peggio gli stranieri che non ci conoscono o credono conoscerci attraverso qualche errata descrizione del nostro paese e qualche abborracciata oleografia di maniera. Ma che noi siamo tanto poveri non è assolutamente -vero; il benessere generale è cresciuto, il bilancio è consolidato .e chiude ogni anno con un avanzo, tanto che l'intera guerra libica fu ·sostenuta senza chiedere un soldo in prestito, i commerci e le industrie ignorati da· noi cinquant'anni fa, si sono vigorosamente affermati sul mercato mondiale, il contribuente italiano che le pia• gnucolanti Cassandre condannavano a lenta morte di consunzione sotto il peso di eccessive imposte, ha sviluppato ed accresciuto le molte sue energie fattiYe e produttrici, ha impinguato, le Casse di risparmio, ha compiuto il miracolo della conversione della rendita. A che dµnque lacrimare ancora su una debolezza finanziaria fatta più che altro di parole? Sperperare i fatioos~mente sudati
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