Almanacco italiano: piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1914

341 - Espresso così in modo sommario il nostro convincimento circa la necessità dell'esercito permanente, proseguiamo nell'esame dei fattori che concorrono alla sua costituzione. Dicemmo che tutta la gioventù valida del paese, giunta al 20m0 anno di età, passa attraverso le file dell'esercito per· compiere la prima e più importante parte di servizio militare, quella alle armi; compiendo invece la seconda parte in congedo, a disposizione della suprema autorità statale, coll'obbligo di risponde1;e alle eventuali chiamate per qualsivoglia motivo. La prima parte, alle armi, si chiama ferma e non sarà male intrattenerci brevemente su questo argomento che interessa da vicino ed in modo saliente, esercito e paese, e che recentemente in Francia ha dato luogo a vivissime discussioni. e gravi disposizioni. L'esercito, abbiamo veduto, non può oggi astrarre dalla vita della nazione, ma deve anzi parteciparvi intimamente, essendone la emanazione più vigorosa e più spontanea; la ferma deve perciò essenzia1mènte conciliare le d.ue seguenti.necessità che possono sembrare contradditorie: nell'interesse militare, utilizzare meglio che sia possibile tutte le risorse di uomini fornite dal paese in virtù dell'obbligo generale e personale al servizio; nell'interesse sociale, ridurre al minimo il danno sopportato dall'agricoltura, dai commerci, dalle industrie per la quotidiana mancanza degli elementi più giovani e più forti. Il secondo termine del suesposto quesito dice in modo assiomatico che la ferma deve essere più breve che possibile. Ma anche il primo termine, considerato nei suoi varii aspetti, ammette la brevità della ferma, purchè non si ecceda il limite imposto dalla necessità di educare ed istruire la truppa in modo proficuo e durevole. Circa reducazione ab biamo già più sopra espresso il nostro parere e qui ripetiamo che le qualità morali e disciplinari dei cittadini non si formano nel1'esercito; se ad essi ·mancano le basi del1' educazibne civile e dell'elevatezza dei sentimenti, occorrerebbero anni ed anni per plasmarle; ma, dato che queste basi vi si~no anche allo stato rudimentale; è dovere del1'esercito perfezionarle, disciplinarle, convergerle ad uno scopo ben determinato; e per ciò fare, le ferme anche brevi, sussidiate da frequenti richiami (come diremo appresso) sono sufficienti; l'esperienza di questi, ultimi anni e la recentissima prova della. nostra guerra libica stanno a dimostrarlo. Siamo così lontani da quanto osservava nel 1893 il maresciallo Moltke al Reichstag germanico durante la discussione della ferma biennale: " Non bisogna dimenticare che per soldato non si può solamente intender~ un uomo atto a fare il servizio di parata ed a montare la guardia; ma si deve intendere un uomo che avendo acquistata piena conoscenza e sicura fiducia della sua arma, è capace di sapersi condurre bene nelle più difficili circostanze; un uomo che abbia, insomma, imparato ad obbedire. Se si trattasse della sola istruzione tecnica del soldato, ammetto che sarebbero sufficienti 20 settimane di permaBiL11uLtjva \.:J1nu Dldl l\.,U nenza sotto le bandiere .... ma si avrebbero così e:ementi incapaci di formare il nerbo di un solido esercito. Per avere soldati ot- · timi, come li intendo io, .... occorre che essi vivano assai lungamente la vita speciale della case,·ma, che vi acquistino le abitudini di disciplina, l'alta coscienza del1a missione loro, l'elevato sentimento patrio, il dovere del sacri:fi'ciod'ogni cosa per la patria stessa.,, Assai più vicino a noi col pensiero, per quanto lontano negli anni, era il generale francese rrochu che nel 1867, imperando le ferme lunghe di 6 ed 8 anni, si dichiarava sostenitore della ferma triermale-(e lo sbalzo avanti era quanto mai ardtto) considerandola dal lato educativo e scriveva: " Nel primo anno il soldato lotta contro le difficoltà del noviziato e 1·inuncia di mala voglia alla propria libertà. Nel secondo anno si abitua alla nuova vita, si equilibra, si applica· con ardore, si isti-uisce; comandato con amorevolezza.... comincia ad essere penetrato della dignità della sua pro• fessione; la bandiera, le tradizioni, l'-amor patrio, tutto concorre .a colpire la sua immaginazione, ad elevare il suo sentimento; egli finisce per considerare il reggimento come una famiglia; si desta in lui lo spirito di corpo, primo passo verso lo spirito militare. Nel terzo anno diventa vecchio spldato e continua ad applicarsi di buona volontà :finchè gli rimane qualcosa da imparare. Dopo il terzo anno si annoia di ripetere ciò che già , sa, si disgusta, si sforma, comincia il decadi- ·mento.,, Sopprimiamo il capoverso relativo al terzo anno, nel quale oggi il soldato ha più nul1a da imparare, e ci sembrerà di leggere una. serena e ponderata giustificazione dèlla ferma biennale, scritta nel 1913 e non· cinquanta anni or sono. Che bastjno due anni di ben intesa applicazione per impartire ai soldati ·una solida istruzione professionale (e per la fanteria basta anche un tempo minore), lo si rileva facilmente considerando che lo sviluppo mentale della grande massa dei cittadini è oggi notevolmente cresciuto, le facoltà intellettuali e comprensive si sono fatte più sveglie e più elastiche, specialmente nel nostro popolo, così pronto nell'apprendere e tenace :p.el ritenere; mentre, d'altra parte, le due bran·che essenziali dell'istruzione militare, cioè il maneggio delle armi e le esercitazioni tattiche, sono ridotte alla loro più semplice espressione. Nel 1848 per caricare e sparare il pesante fucile piemontese occorrevano non meno di 32 movimenti, alcuni dei quali abbastanza complicati; oggi già si sperimenta, e sarà forse l'arma di .domani, il fucile automatico che, in lingua povera, è quanto dire il fucile che spara da sè. Il tiro di guerra è grandemente semplificato dalla radenza della traiettoria che flno a 600, metri permette di non tenere conto della distanza del bersaglio· ed a distanze maggiol'i gli effetti sono cercati battendo larghe zone di terreno con una grandine di proiettili, nella. quale gli errori individuali.si annullano. Così pure oggi sono soppresse del tutto le complesse e sapienti evoluzioni di piazza d'armi, le rigide e pesanti formazioni, nelle quali principalmente consisteva una volta r addestramento dei soldati e l'abilità dei coman•

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