Almanacco italiano: piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1914

\ - 340 - dono settimane e mesi di servizio aile armi. Gli svizzeri, come in genere le razze nordiche, hanno sviluppato e-radicato nell'anima il senso della disciplina e del rispetto all' autorità costituita; obbediscono a chi comanda perchè sono convinti che è loro dovere ob- · bedire e non discutono e non cavillano e non si ribellano; quello che per noi è molte, troppe volte uno sforzo di volontà, è per essi un moto naturale di coscienza. In ·Italia, confessiamolo francamente, il tiro a segno 11azionale vivacchia stentatamente e dà scarsi risultati non ostante tutto il buon volere del Governo; l'istruzione gin• nastica,· obbligatoria nelle scuole elementari e secondarie, ha dato (almeno sinora) risultati essa pure ben poco soddisfacenti; nella .grande massa del popolo, la passione per gli .sports non è veramente sentita; esistono bensì -società, si indicono gare, si stabiliscono premi, parte della nostra gioventù vi concorre e si comporta brillantemente, ma è un per cento -così piccolo e gli stessi nomi ricor1·ono nelle varie rubriche sportive! . Ed ancora in noi, popolo latino, è innato e vivo il senso dell'individualismo, l'acuto desiderio del trionfo dell'io sulla collettività, anche talvolta purtroppo ·a danno• della collettività; questo sentimento, questa caratteristica della uostra razza si traduce sempli- ~emente in espressioni e forme di indisciplirnv. E latente in noi la sfiducia e quasi l'avversione all'autorità tutoria e dirigente e questo ci porta a disobbedire od almeno ad obbedire di mala voglia, per costrizione; non siamo · soltanto dei critici, ma degli ipercritici d'ogni cosa nostra, pronti a gridare spesso e volentieri il crucifige, difficilmente l'osanna. N è a queste manchevolezze provvedono come dqvrebbero e come potrebbero con una continua e ben intesa azione reintegratrice le due colonne fondamentali d'ogni civile società: la famiglia e la scuola. Purtroppo non sempre la famiglia è quel santuario dove con fede non interrotta si instillano, e con l'esempio si rafforzano, nelle anime giovanili virili sentimenti di amor pat1•io, di obbedienza alle leggi, di ordine, di volenteroso adempimento dei propri doveri; così anche talvolta manca la scuola alla sua alta missione educatrice e ne abbiamo Ja diuturna riprova nelle chiassate, nelle dimostrazioni, negli scioperi diffusi ormai dalle università agli asili infantili. Ragazzate, si dice, impetuosità di giovani, ma come giustamente osservava il Corrie1Ae della Sera in un suo me• lanconico articolo del 1910: 1,1, Quando la scuola - ci dia generazioni di prepotenti e d'ignoranti dissuefatti da ogni regola di disciplina, che cosa potranno valere codeste generazioni p-er il progresso della vita nazionale? ,, Ricordiamo che il vecchio imperatore di Germania Guglielmo i: diceva essere le vittorie del 1870 merito principale dei maestri di scuola; che i giapponesi hanno ascritto i loro meravigliosi trionfi sui campi di Maneiuria alJa loro elevata coscien~ nazionale che l'educazione familiare aveva saputo conservare ed accrescere. È giocoforza dunque convenire che, dato il modo non esatto di intendere ed eseguire alcuni nostri doveri socia~i, noi non possiamo Biblioteca Gino Bianco fare cieC'a :fidanza sulla forza e sulla vigoria di un esercito raccolto solamente nel gra v~ momento in cui urge imperioso il bisogno; forza e vigoria che nascono e si esaltano in un profondo e generaìe rispetto, in una assoluta devozione alla disciplina, anche se questa deve essere ferrea, violenta, fino a chiedere il sacrificio della vita. Ecco perchè non riteniamo attuabile presso di noi, oggigiorno almeno, il sistema svizzero della nazione armata; ma riteniamo invece indiscutibilmente necessario l'esercito costituito in modo permanente, attraverso cui passi tutta la gioventù ed in esso permanga quel tempo che occorre per accrescerne l'energia fisica ed istruirla militarmente per instillarle il rispetto e l'ossequio alla disciplina, all'ordine, al principio d' autorità. Certo, non bisogna farsi soverchie illusioni; l'esercito scuola della nazione, è ormai un luogo comune che ha fatto il suo tempo, perchè nell'esercito il giovane entra già adulto, col cuore ed il carattere pressochè formati e sarebbe per lo meno un' ingepuità il credere che sia possibile correggerli e modificarli radicalmente nell'ambiente della caserma. Ma, che volendo, molto ancora si ottenga, forse più di quanto sarebbe lecito sperare, ne è superba, irrefutabile prova la nostra guerra libica; nell'ora del cimento abbiamo potuto vedere come giustissime siano le parole dei- nostri regolamenti militari elle fanno obbligo agli ufficiali di istruire ed educare la truppa più che altro con l'esempio, " congiungendo il sapere, l'operosità e la perseveranza a quello spirito cavallereseo che pone l'onore ed il dovere al disopra de• gli agi e dell'esistenza .... ,, poichè. 1,1, tali sono le truppe quali sono gli ufficiali; ,, abbiamo potuto vedere altresì, che non ostante la mancata influenza della famiglia e della scuola, non ostante il dilagare di denigrazioni, di anatemi contro le spese improduttive, di antimilitarismo piazzaiuolo, i nostri soldati hanno mostrato di possedere volontà impavida, sprezzo del pericolo, amore verso i capi, disciplina e compattezza, qualità tutte che soltanto la caserma aveva potuto loro infondere. Il momento è quanto mai favorevole; una salutare resipiscenza è avvenuta in tutte le classi 80ciali (oh! come lontani nel passato i tristi fatti delle rotaie divelte da studenti universitari, mentre l'anima d'Italia sanguina va per l'eroica tragedia di Adua I); oggi il più oscuro bracciante sente l'orgoglio di chiamarsi i tali ano ed ama perciò di più intenso amore tutte le manifestazioni ed i simI?oli della patria, non ultimo certo l'esercito. E ,perciò imprescindibile dovere dei dirigenti la cosa pubblica, non solo di curare la preparazione fisica, ma altresì quella morale; l'anima oltre che il corpo del futuro solda• to; coordinare, guidare, riunire in un solo fascio pieghevole e forte le espresse virtù di nostra stir.,p.e, proteggerle dai traviamenti e dalle aberrazhmi.di una inconsulta demagogia provocante Ia:·depressione del sentimento patriottico e l'affi'évolimento dell'amore per ciò che è eroico. Infine non dimentichiamo I!lai che l'egemonia del mo~o &P,partiene a quei popoli nei quali il senso tl&1la àisc.iplina è più vivo e più saldo I .. · . :,·

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