t$'/J~O/Je ·JJe//a '/ -erré/ _tJ1.0 ~;-~ . ~ . . ..,,, ..... J -r.,., N un avvrnire, la cui lontananzn non può essere I oggi prec~sata dalla. nostra mente, e con una umanità meno imperfetta dell'attuale, potrà forse tradtusi in ra.diàsa realtà il· sogno ,di una pace perpetua; sogno che, intens.ific~tosi oggigiorno merc-è il lavorio costante ed assiduo di chiare intelligenze e la ~iva propa: ganda di ~rnmerose società, risa)e ·però mol-. to addietro nei secoli, dal re boemo Giorgio Podiebrad ad Eurico IV, dall'abate Saint Pierre. al Rousseau, dal Kant· al Cobden ed a Napoleone III. Nel presiedere a Roma un congresso per la pace, Ruggero B011ghi dis~e: 14 A chi osserva che il nostro ideale non è realizzabile, :risponderemo che l'ideale di un seéolo fu la realtà del secolo successivo. ,, E se così dovrà essere di qui a cento anni, nessuno certo si .dona di tanta m-eravigliosa vittoria dell'umanità sopra sè stessa. Ma per ora è giocoforza ripetere col nostro poeta cbe 14 paee è vocabolo mal certo ,,; anzi, mai forse come nel secolo passato ed in questo, fra tanti ardenti desideri di invocazioni di pace, fra tanti discorsi, pubblicazioni, ìc-· gbe nazionali ed i11t~rnazionali pee fa fratel1anza dei popoli, t6.onò di tl'atto in tra--tto ammonitrice la ,·oc(;)del ca1i1tone e di sangue s'invermigliarono le terr.e non solo d'Eu1·opa, -qi.a d'ogni plaga del mondo. Le guerre napoleoniche, 'quelle per le varie iudi-pen.-. denze nazionali, la gµerra austro-prussiana del 1866, quella fran<'o-prussiana del 1870 e quella q~l t878 tra :tussia e Turchia e poi BibliotecaGino Bianco Ca111101;-seu antomohne pcl tiro. cou tro aero aa vi. fra ·Turchia e Grecia, fra Spagna e Stati Uniti d·AmErica, fra Inghilterra e Boeri, fra Russia -e Giappone, sino alle· rece11tissin1e fra r It~lia e 'l'urchia, fra Stati Balcanici e Turchia; sr:mbra che una e-norme ventata di follia guerrel?ca, 14 una fai ale sublime insania ,,_d_ice il poeta, abbia corso e corra il mondo, inesistibile, travolge1~do , popoli e l",\z~e; mentre !~ cen.tupJicate industrie, ~e rinno,vate ·energie àgricqle, i poderosi comIl!erci, tutte le attività. 'umane ed i più intensi desideri di godere la vita fatta più pell.a 'e più allettatiiice, chiedono pace. Ed invece l' orizzo11t,e,·si fa meno sereno; un sordo bront_qlìo,.Jontano par quàsi voglia annunciare ni10ve tempeste; le ré'.Iazioni fra i popo!i si fanno alquanto più tese :e persino scompaiono alcune larvate forme ~1icortesia e cordialità internazionale; ad ogri,ì buon fine le forze militari crescono a dismisura (oh! congressi di Pietroburgo, di Bruxelles, del1' Aja riunitisi per limitare gli armamenti; chi più vi ricorda?); la Germania aumenta i suoi corpi d'armata; la Russia fa altrettanto; la Francia dalla ferma biennale ritorna alla triennale; l'Inghilterra proclama che la propria flotta sarà· sempre st1periore alla somma delle altre d_uepiù poderose flotte mondiali e le sue innumeri e fiorenti colonie le offrono in -dono navi da guerra. Tutto. que~to perchè? Perchè la guerra nel campo UJI\_ano è unn. forma di lotta p€'r l'esistenza, èonie. si riscontra i'n tutti gli ordini degli esseri animati, e perciò la. necessità. della guerra si impone alla storia come legge. naturale; le- sue cause ·nascono dalla ·civiltà stessa. Emilio Zola ha definito la guerra ne<'essaria ed utile; l'ha chiamata uno degli elementi principali di progresPo, poiohè st~
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