F ACCI.A.TA DEL NUOVO P .A.LAZZO DI MONTECITORIO, Là trasfor:mazio~e di Montecitorio. L'antico Palazzo di Innocenzo XII. Nel luogo ove è la Chiesa dei PP. della Missione sorgeva un tempo la colonna di Antonino Pio, di granito rosso, sterrata. fra il J 703 e il 1704, e nel 1705 estratta e depositata nella piazza. di Montecitorio, ove rimase sino al 17 46, quando i vari pezzi servirono per restaurare l'obelisco e.retto da Pio VI. Il. basamento in marmo, con l'apoteosi di Autoniuo e Faustino, trovasi oggi al Vaticano. Presso la colonna stava la pira funebre, che consuma gli avanzi di Antonino: l' ustrinct, scoperta nel secolo scorso I e composta di due recinti quadrangolari di travertino, il secondo dei quali, interno, racchiudeva n rogo (bustum), una caneellata in bronzo, come quello di Angusto, chiudeva. il funebre edificio. G. L. Bernini, ebbe dal Principe Nicola Ludovisi l' incar1co di costruire H. palazzo Yerso il 1660, ma· alla sua morte (1680) le fabbriche (parte anteriore del palàllzo) erano; si ·può dire, appena iuiziatc. La costruzione venne poi sospesa per de:ficenza di denaro; allorquando, verso il 1695, Innocenzo XII (Pignatelli) deliberò di trarre profitto della fabbrica esistente per inalzare il palazzo dei tribunali, chiamò l'architetto Carlo Fontana di Bruciato Comasco (1634-1714:) che ideò un disegno del tutto nuovo~ troppo dispendioso in vero (mezzo milione di s0udi)', che il tontefice volle ridotto a termjni più modesti. Il Fontana restrjnse i piani, alter::indo nel disegno il perimetro del Bernini, ed aggiungendo solo il convento dei Padri Somaschi, la chies:a di San Biagio e poche casupole. In tal modo, l'opera andò inna11zi; ma in essa ebbe senza alcun dubbio parte precipua i~ discepolo del Bernini, Matteo De Rossi, romano, che ideò 1-oscalone a branche rettili11ee sostituendolo alla scala a -chiocciola del primitivo disegno del maestro, e che innalzò l'ultimo piano e il portico interno. In lui si può riconoscere, il vero architetto del palazzo, <'he doveva essere destinato ad attraversare tante trasformazioni. Certamente nel grandioso edifizio attuale vi sono i caratteri del tempo e dell'arte del ,Bernini, ma, esaminandone accurata,mente l'organismo e le· proporzioni ·al confronto di quanto il grande maestro vreò in Roma stessa e immaginò per il Louvre, vi è assai da dubitare che ci troviamo di11anzi ad un'opera autentica. di lui, o che, nelle fortunose vicende della lunga esecuzione,. non abbia subìto alterazioni notevoli. Nulla della parte demolita apparteneva però al Bernini, come dimostrò l' on. Ferdinando Ma1:tini, nella reL:zione da lni presentata alla Presidenza della Camera il 21 luglio 1897 rier il progrnmma di c_oncorso. La nuova sede della Camera. Il progetto del comm. Basile. - La nuova Aula. - L'isolamento del palazzo.- L'ingresso • • Col progetto dell'illustre prof. comm. Ernesto Ba-:;He,pe1· la sist~mn.zione definitiva cti Montecitotio, vè,rne sviluppato il d:sAgno di mass:ma rtc<·ettato dallai Carucra, dL1i deputati nella ~eJuta del 24 febbraio 1Uù4. e <.:h0 fonriò BibliotecaGino Bianco , , la. base dell.a legge del 30 giugno dello stesso anno. Di esso furono pertanto rispettati tutti quanti i criteri che delerminatono la soluzione prescelta e che am·meLtevano, anzitutto, la conservazione di tutta la pa~·tè anterior'e
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