Alfabeta - anno X - n. 114 - dicembre 1988

pagina 8 nulla si dicono «esatte». Quanto alla celebrazione della visibilità, è un altro modo di prendere congedo dall'impegno e derivati; quello che conta, per l'artista, è un'immagine iniziale, venuta non si sa da dove, non certo partorita dai buoni sentimenti, dalle imposizioni di natura etico-politica. Per questa via bisogna arrivare a proclamare il diritto alla gratuità (che poi, il più delle volte corrisponde alla liberazione delle pulsioni inconsce, le quali, a dif(erenza degli obblighi imposti dalla sfera dell'Ego, non mentono mai). A più voci Ma viene poi il capitolo dedicato alla molteplicità, che è altrettanto importante quanto i precedenti. Infatti, se oggi l'oggetto è smaterializzato, ne segue che esso non riempie da solo lo schermo visivo, il monitor, la pagina; esso fa parte di una serie, di un reticolo di relazioni, non lo si può dare senza una trama di «calcoli», di strade che portano ad esso, e nel medesimo istante se ne allontanano. Calvino è così indotto a riconoscere che la sua natura è sempre stata bipolare: da un lato «cose» leggere, esatte, visibili, icastiche; dall'altro, «calcoli», tessiture formali, percorsi logici. Il risultato più pieno sarebbe una perfetta congruenza tra questi due poli, cioè un afflusso, nell'opera narrativa, di una quantità di dati che non si ingorghino, ma che siano presi in carica, gestiti da un conveniente sviluppo di relais, di connessioni. Talvolta, invece, nei suoi racconti lunghi è avvenuto che le cose fossero presenti in copia eccessiva e che invece i percorsi apparissero troppo brevi, portati quasi a bruciarsi in cortocircuito. Di qui, in lui, la ricerca irrequieta dell'equilibrio giusto, tra le due componenTemi Desi Il documento Design Memorandum, promosso dall'ADI, ha provocato una salutare discussione intorno al destino del design, o meglio, alla sua collocazione all'interno di una pratica e di una teoria del progetto sempre più consapevoli dei vincoli della produzione. Il design non può restare ali'esterno delle innovazioni e delle trasformazioni dei processi produttivi, se non vuole rimanere come semplice spettatore estetico, decoratore delle differenze ma completamente ininfluente, rispetto alle concrete novità nelle relazioni tra gli uomini e le cose, tra gli uomini e l'ambiente, tra il sistema dei rapporti 'sociali e l'insieme delle offerte degli oggetti, degli artefatti. Gli interventi che qui si presentano provengono da esperienze e orizzonti culturali diversi: designers come Giancarlo Iliprandi e Carla Venosta, studiosi come Roberto Ubaldi, rappresentanti di associazioni di design straniere, in questo caso Martin Kelm, presidente di "Amt fur industrielle Formegestaltung" della Repubblica Democratica Tedesca. Sia i precedenti articoli (vedi Alfabeta n. 105, febbraio 1988, con gli scritti di Yuri Soloviev, Angelo Cortesi e Aldo Colonetti), sia queste ultime riflessioni ribadiscono il nesso fondamentale tra progettazione e utilizzazione degli artefatti, facendo emergere come nucleo fondamentale del problema del design la necessità di rifondare la pratica e la teoria di questa disciplina nella direzione del ripensamento del nuovo ruolo in una società sempre più complessa Alf abeta 1141 ti, del dosaggio perfetto; e anche il carattere sempre imprevedibile di ogni suo esperimento, la necessità quasi di ricominciare ogni volta daccapo. Diciamo insomma che questo problema il nostro autore non lo ha risolto (a differenza degli altri), e che dunque davvero lo ha lasciato in retaggio, se non all'intero prossimo millennio, unità di grandezza spropositata (e da lui evocata in tono divertito), per lo meno ai prossimi decenm. e, nello stesso tempo, sempre più segmentata. Nei prossimi anni la pratica del design dovrà ritrovare una propria identità in un rapporto più diretto e più concreto con il sistema delle innovazioni industriali: una bicicletta super-leggera o un tessuto particolarmente resistente alle temperature più fredde contengono più sapere di qualsiasi altra sofisticata soluzione dove le forme sono finalizzate a dare una forma ali'oggetto. (Aldo Colonetti). alternativedel desi S cienza e tecnica intervengono tutti i giorni nella vita degli esseri umani in una qualità totalmente nuova. Il progresso delle conoscenze e la rapida utilizzazione delle cognizioni scientifiche, attraverso ve~oci innovazioni tecniche e tecnologiche, conducono a cambiamenti rivoluzionari nell'economia e nella cultura. Non c'è ambito della vita sociale o della sfera privata che non sia toccato dalla «rivoluzione tecnico-scientifica». Valori d'uso completamente nuovi, disponibili in massa attraverso la micro elettronica e la computerizzazione, mutano l'organizzazione della vita, i comportamenti, i concetti di valore, insomma tutta la qualità di vita di molti esseri umani. Questo progresso tecnico agevola la vita, libera l'uomo da molti sforzi fisici e da lavori monotoni non creativi, permette processi d'informazione e di comunicazione in dimensioni mai immaginate in passato, consente di avere a disposizione in brevissimo tempo l'insieme delle cognizioni del genere umano per poter operare con esse e renderle produttive, come per esempio lo permettono i grandi calcolatori elettronici. Il XX secolo ha inciso con la scienza e la tecnica in modo più profondo nella vita degli esseri umani di molti secoli di sviluppo Martin Kelm dell'umanità. L'aumento del benessere ha però il suo prezzo. Proprio in questo periodo l'umanità ha operato interventi sulla natura, ha praticato uno sfruttamento sfrenato delle risorse naturali, ha già distrutto o mette seriamente in pericolo l'esistenza di varie specie di piante e di animali. Questi interventi nell'equilibrio della natura mostrano conseguenze sempre più serie. Il crescente pericolo al quale è esposta la vita sulla terra a causa dell'inquinamento dell'acqua e dell'aria è oggi generalmente noto. • Anche il mondo materiale che l'uomo si è creato con la crescente produzione industriale offende talvolta le elementari condizioni di vita umana e danneggia l'ambiente, come ad esempio l'attuale motorizzazione privata. Il compito che oggi sta di fronte al mondo intero, compito di importanza vitale per l'esistenza dell'umanità, è inevitabilmente quello di migliorare l'abitabilità del nostro pianeta. Tutte le discipline hanno una loro parte di responsabilità. Al design si pongono particolari esigenze. Esso ha una crescente funzione civile in quanto crea dei prodotti industriali destinati a servire l'uomo nel miglior modo possieonu r.;foU~,; .. , Alberto Camerini in Gelato Metropolitano bile, a rendergli la vita più agevole, più bella e più creativa. Ciò comprende anche il design di prodotti nel loro nesso funzionale, per esempio macchine, impianti, intere linee di produzione, fino alle fabbriche, inclusa la configurazione dell'ambiente di lavorO e delle aree di verde pubblico; lo stesso vale per l'ambiente residenziale vicino o lontano, fino alla configurazione della città. D'altro canto i prodotti, dal momento in cui nasce l'idea fino alla loro utilizzazione e al riciclaggio, devono essere concepiti in modo da non sprecare le risorse· e non provocare inquinamenti. Obiettivamente diventa sempre più impellente la necessità di creare anche cicli chiusi per usare con parsimonia le risorse naturali. Qui il design deve sentirsi maggiormente impegnato. Il design non d,eve contribuire a stimolare la sovrapproduzione di articoli dando vita a mode passeggere. La durata morale dovrebbe corrispondere almeno alla durata fisica; in altre parole i prodotti devono essere disegnati per una durata possibilmente lunga. Il design ha perciò bisogno di un fondamento filosofico-morale. Non è giustificabile che, di fronte alle tendenze catastrofiche di alcuni problemi ecologici mondiali quali la distruzione della foresta vergine oppure lo sterminio di animali rari, il design crei dei materiali come legni pregiati e pellicce. Come non è giustificabile lavorare masse di materiali la cui trasformazione richieda enormi quantità di energia o che comportino l'inquinamento dell'acqua e dell'aria. Il design deve offrire delle alternative. Deve anche creare nuovi modelli estetici partendo da prodotti e materiali utili per l'uomo e per l'ambiente. Se si sapranno produrre in modo intelligente dal punto di vista ecologico, in grandi quantità e in modo commisurato al fabbisogno, manufatti di bella forma, il design concorrerà a plasmare lo sviluppo delle culture nazionali e contribuirà al progresso della cultura internazionale - cultura intesa in ogni dimensione - nella quale la tecnica moderna possa soddisfare i bisogni interamente umani, senza essere una minaccia per la natura. La soluzione dei problemi mondiali già nel prossimo decennio mette in evidenza un problema: il design deve essere definito ulteriormente. Rendere più abitabile il pianeta Terra per le prossime generazioni nell'armonia tra uomo, tecnica e ambiente ha come minimo lo stesso significato della lotta per la salvaguardia della pace. Nanni Balestrini

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