Alfabeta - anno X - n. 114 - dicembre 1988

Alfabeta 114 La prima edizione italiana della Biennale Giovani (le precedenti edizioni si sono svolte, nell'ordine, a Barcellona nell'85,- a Salonicco nell'86, di nuovo a Barcellona nell'87) si svolgerà a Bologna dal 12 al 21 dicembre. La manifestazione, organizzata dal Comune di Bologna e dall'Arei Nova (ma fanno parte del comitato promotore anche numerose altre città e organizzazioni europee e italiane), è inserita nel calendario ufficiale delle celebrazioni per il IX centenario dell'Università. li programma si presenta particolarmente denso: 317 partecipazioni di singoli e gruppi per un totale e hissà se si può ancora «creare» qualcosa, o se invece tutto non è già stato detto, scritto, pensato, immaginato, disegnato, dipinto, cinematografato, registrato? Per certi versi, naturalmente, questo è un falso problema: qui ci sovviene la grande magia della combinatoria, e l'impossibilità pratica, intuitiva, di distinguere un numero molto grande, davvero molto grande, dall'infinito. Se anche è vero che la nostra esperienza è solo esperienza del discreto, e non del continuo, se anche è vero che i mattoni con cui costruiamo i nostri prodotti mentali sono un numero finito (lettere, fonemi, per il linguaggio parlato o scritto; colori, forme, per le imA più voci \ di 650 artisti, oltre mille opere, 7 spettacoli ogni sera, 19 discipline creative. Sono previste esposizioni di arti plastiche, fotografia, architettura, scenografia, design, ceramica, fumetto, ecc; spettacoli di teatro, danza, cinema, musica jazz, rock e contemporanea; e inoltre: meeting, dibattiti, seminari. Tre le parole chiave: giovani (gli artisti che partecipano sono tutti al di sotto dei 30 anni); creatività (più che una manifestazione d'arte la Biennale vuole essere un osservatorio dell'immaginario giovanile); Europa mediterranea (la Biennale privilegia la tradizione mediterranea in oppo- .. sizwne ali'egemonia della cultura anglosassone: partecipano Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Yugoslavia, Cipro, Grecia). Ma la creatività e l'immaginario giovanili degli anni '80 hanno precise radici: l'esperienza politica dei movimenti dal 68 ad oggi; le trasformazioni culturali degli ultimi vent'anni in campo epistemologico, estetico ed etico; l'evoluzio'}e di pratiche e componenti di massa determinata dalla transizione alla cosiddetta società post-industriale. Fattori ormai da tempo al centro di una vasta produzione saggistica e teorica. L'Arei Kids-Arci-Nova, per ricostruire Fantascienza Antonio Caronia magini) e quindi anche le loro possibili combinazioni sono in numero finito, questo numero è così alto che il nostro immaginario ha sempre delle riserve a cui attingere, delle possibilità inespresse da -attualizzare. Si può sempre inventare una parola nuova, una nuova faccia, una nuova forma di sedia. Per questo si può anche immaginare il futuro, e magari provarsi a realizzarlo così come lo si è pensato. In fondo neppure le teorie dell'eterno ritorno contraddicono questa possibilità, l'eventuale struttura circolare del tempo non va pensata come quella di un cerchio sul piano, ma come una spirale su una superficie curva, un cono, un cilindro o chissà che altro: dopo un giro non si ripassa esattamente per lo stesso punto, ma un po' più in alto. Le nuove responsabilità sociali della scienza da un lato, l'irruzione nel quotidiano delle nuove tecnologie dall'altro, hanno però trasformato il nostro immaginario: in primo luogo hanno mutato radicalmente il nostro modo di immaginare il futuro. Nei primi decenni del secolo l'immaginario scientifico e tecnologico si esprime a livello popolare con una forma di narrativa che esprime in modi nuovi un vecchio atteggiamento (vecchio almeno quanto la società moderna): la fantasèienza. Il pubblico della fantascienza avventurosa degli anni Venti e Trenta in America è un pubblico adoleGli Area: Giulio Capiozzo, Patrizio Fariselli, Demetrio Stratos, Paolo Tofani, Ares Tavolazzi pagina 31 una mappa di questi riferimenti culturali, ha chiesto ad alcuni intellettuali di elaborare un breve contributo su temi di fondo del dibattito contemporaneo in forma di «voci» di dizionario. Pubblichiamo qui di seguito tre di queste voci. Gli altri contributi saranno stampati nel catalogo Arei Nova (edito dalla Cooperativa Bold Machine a cura di Stefano Cristante e Carlo Formenti) come materiale preparatorio del convegno « L'ultima parola sul 68», inserito nel programma della Biennale. scenziale e giovanile innamorato delle fantastiche prospettive che allora prometteva lo sviluppo delle nuove tecnologie: elettricità, radiocomunicazioni, ben presto la televisione, tutte tecniche che per la prima volta nella storia non erano il prodotto dell'inventività di artigiani pazienti e geniali, ma il risultato dell'applicazione delle scoperte scientifiche del secolo precedente. Ma la proiezione nel futuro di questa tecnologia così sconvolgente non era altro che la riproposizione attualizzata di un atteggiamento più antico, quello dell'utopia, del sogno di una società futura retta da leggi più giuste, in cui l'uomo possa raggiungere la felicità. Ora al progetto cosciente del-

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