Alfabeta - anno X - n. 114 - dicembre 1988

pagina 24 decenni del secolo dal dottor Freud, ma che si pretenda - per così dire - di studiare il canto degli uccelli usando il grammofono come paradigma. Ciò che soprattutto lascia perplessi è un uso acritico dell'armamentario statistico quale l'analisi fattoriale (ormai applicata ai contesti più diversi, dalla psicologia alle analisi di mercato), traendo inferenze là dove sarebbe meglio avere un approccio semplicemente descrittivo. Dopo avere registrato 363 ore di colloquio analitico, Dahl studia la tendenza di una serie di parole-chiave ad aggregarsi statisticamente dando luogo a «fattori» come «affetto» e «tema sessuale»; si apprende così, per esempio, che «la parola bacio ha una correlazione di 0.19 (non sinigicativo) con affetto e di 0.53 con tema sessuale ... in tal senso si può dire che la paziente quando parla del baciare sta pensando a qualcosa maggiormente legata a fatti sessuali, mentre quando parla di amore ha piuttosto sentimenti di affettuosità» (p. 270). Se attraverso tentativi come quello di Dahl la verifica empirica in psicanalisi rischia di trasformarsi in una caricatura è invece stimolante e probabilmente fertile pensare a qualche forma di verifica sperimentale sensata, che consenta di far luce sui problemi sollevati da Griinbaum (la contaminazione del colloquio e il suo carattere non probatorio, l'efficacia aspecifica di diverse tecniche di terapia psicologica). Questo non può avvenire, tuttavia, ricorrendo a strumenti inadeguati alla natura del problema e rinunciando ad alcuni presupposti di fondo senza i quali la psicanalisi freudiana diviene tutt'altra cosa. Viene da chiedersi, per inciso, che cosa sarebbe avvenuto della psicanalisi se Freud fosse vissuto oggi, in un contesto in cui viene enfatizzata l'importanza di una valutazione empirica controllata, basata su variabili semplici e misurabili, ecc.; non è difficile immaginare che si sarebbe probabilmente perso il fascino derivante alla teoria freudiana proprio da quegli elementi di «disturbo» evidenziati da Holt: l'uso di metafore, il ricorso a una terminologia biblica, la ricostruzione archeologica dell'inconscio, e così via. La verifica empirica in psicanalisi (a cura di M. Conte e N. Dazzi). Il Mulino, Bologna, 1988. pp. 402, lire 40.000. Tessiture della razionalità Eleonora Fiorani L e tessiture della razionalità, di cui ci parla Angelo Turco nel suo nuovo libro, sono quelle della territorializzazione che dà luogo alle «geografie». Una «tessitura della razionalità» è anche questa proposta di una geografia della complessità, di un corpo teorico unitario che struttura l'agire territoriale con le categorie della complessità. Vi si esercita una sorta di nomadismo transdisciplinare che decontestualizza dai propri campi originari e ricontestualizza in sede geografica le categorie richieste da una teoria della complessità. Una teoria unitaria, infatti, non può più porsi come sapere dei saperi o fondamenti o sintesi enciclopedica, ma solo come globalità convergente in una Cfr contestualizzazione, come centratura con sguardo volto all'intero. Deve far risuonare inedite convergenze, esplorare un sommerso sottofondo di comunanze o renderle possibili. L' "uomo geografico", indissociabilmente unito all'ambiente in cui agisce, è il punto di partenza e di arrivo della ricerca di Angelo Turco: è quest'uomo che forse ha costruito «troppa» realtà come narra il «re della pioggia» di Bellow. Una teoria della complessità assume appunto la domanda su quanta realtà può sopportare l'uomo: ne raccoglie la sfida estrema e ci conduce tra le rughe della terra e quelle della storia. Angelo Turco vuole un'indagine «fondamentalista» capace di «ricomporre i frammenti conoscitivi sull'uomo» (p. 26), quello «empirico» che è, vive e opera, non quello delle astrazioni logiche e filosofiche. Fa così agire nel testo l'antropologia di A. Gehlen, la fisiologia di P. Vendryès, la sociologia di Luhmann: temi e personaggi così diversi fra di loro. Lo interessa di Gehlen la teoria dell'uomo come «progetto globale» della natura, unico e incomparabile, definito dalle relazione triadica carenza/onere/esonero. Col tema dell'esonero, cioè della capacità dell'uomo di affrancarsi del dispotismo del qui e ora, e quindi della sua autonoma attività, si può incontrare la tematica dell' "aleatorio" di Vendryès nella sua opposizione al determinismo. Questo scavo sull'uomo biologico e quello seguente sull'uomo del sociale non sono percorsi obbligati, ma una scelta o opzione etica per l'uomo come persona, esplicitamente dichiarata dall'Autore. Ha il senso di un «memento», quello che c'è un destinatario che è l'uomo stesso, il singolo essere vivente, il suo benessere o la sua felicità. E mi sembra questa una scelta coraggiÒsa e importante perché il destinatario è ciò che va perso nella frammentazione attuale del sapere e, quel che più conta, nel reale. E perché comporta anche, ovviamente, implicazioni teoriche nel settore specifico della ricerca. Apre a importanti riflessioni sul nocciolo duro della natura o sullo spazio e soprattutto sull'uomo in un evoluzionismo della discontinuità, in una dinamica tra necessità e libertà che scarta a priori ogni riduzionismo e identificazione tra biologico e sociale. E soprattutto si carica di spessore teorico l'analisi dell'agire territoriale con i suoi propri atti che sono la denominazione, la reificazione, la strutturazione. In questi atti il reale viene insieme creato e controllato su un triplice ordine di relazioni: simboliche, pratiche e sensive. La denominazione costituisce il controllo simbolico sull'ambiente: «l'attore crea identità, ossia complessifica il mondo dotandolo di attributi nuovi» (p. 81). E, naturalmente, elabora informazione. Crea un sapere che «qualifica un certo corpo sociale» (89): fonda le strategie operative, di controllo e di riproduzione di un gruppo. La reificazione trasforma la materialità naturale in materialità costruita, addomestica l'ambiente e crea perciò nuove proprietà della superficie terrestre: è, per eccellenza, un'impresa sociale. C'è infine un altro tipo di controllo: quello «sensivo>>,che permette la costituzione di un universo dotato di senso. Il senso, diceva Alf abeta 114 Merleau-Ponty, è l'esperienza stessa. La significazione è allora il modo con il quale si addomestica l'universo, inteso secondo il tempo: solo introducendo qualcosa di conosciuto nell'incerto e nell'insondabile dell'avvenire, possiamo sperare di addomesticarlo o, semplicemente, di renderlo sostenibile. Per questo, anche, una formazione geografica può «rappresentarsi come un insieme di punti ( o nodi) disseminati su un'estensione ed organizzati in rete dai rapporti orientati all'esecuzione di un programma» (p. 113). La regionalizzazione è dunque un modo del controllo sensivo: per questo anche· vi è chi tenta di fondare una nuova geografia «regionale». L'agire territoriale ci appare allora in tutta la sua complessità e la geografia si configura come forma territoriale dell'azione sociale. Comprendiamo bene anche perché la geografia possa essere centrale in una teoria della complessità. E leggiamo meglio il malessere territoriale che è oggi il sintomo più vistoso di un malessere più generale. Nella territorialità ci sono i sensi e il corpo dell'uomo, l'apertura verso il mondo e l'azione. Di questo malessere territoriale Angelo Turco ricorda gli studi principali che ne hanno esposto i caratteri e gli effetti. C'è l'alterazione degli schemi interiori della spazialità (E.T. Hall), il sovraccarico di significazione dello spazio, l'eccesso di mobilità spaziale (A. Toffler). C'è insomma un allentamento dei vincoli territoriali, uno svuotamento della peculiarità dei luoghi per cui possiamo parlare di un'alienazione territoriale. E perdendo i luoghi, perdiamo la nostra identità. IL SASSONELLOSTAGNO Giorgi,o Ruffolo Ambientalisti, amici miei MicIUMega 4188 Nikolaj Smelev Terapie d'urto per un gigante affamato Evgenij Ambarcumov ICEBERG1 mafia Giuseppe Ayala La lobby mafiosa Corrado Stajano Palermo dei veleni Nando Dalla Chiesa Silenzi e manipolazioni della grande stampa Raimondo Catanzaro Cosa Nostra s.p.a. CarloSmuraglia La solitudine del magistrato Francesco Michele Stabile Il timorato coraggio di Sua Eminenza Alfonso Madeo La Mobile in letargo Alfredo Galasso Quando il complice è onorevole MEMORIA Adriano Sofri Mauro, un uomo libero Mauro Rostagno Una vita di lusso {intervista di Nicola Caracciolo) Mauro Rostagno .. La terapia autorizzativa PORTOFRANCO1 Paolo Sylos Labini Come far pagare le tasse agli autonomi ICEBERG2 perestrojka Andrej Sacharov Alla cortese attenzione del signor Gorbacev Jurij Karjakin Il liquido di .Zdanov Il pluralismo monopartitico Maria Ferretti La rinascita della politica Marco Buttino La via crucis delle riforme economiche PORTOFRANCO2 Antonio Gambino Il Sudtirolo ai sudtirolesi LABIRINTO Federico Stame Voto palese e alternativa Luciano Canfora L'orologio di Trockij EXLIBRIS Angelo Bolaffi Il mago e i suoi discepoli ---------------------------: Nome/Cognome Via/Città/CAP MicroMega, la rivista trimestra/,e. Condizioni di abbonamento: abbonamento annuo (4 numeri) L. 50.(XX). l !Effettuare il versamento sul conto correnteposta/,e n. 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