•1·sn,,.~ OQ MYSELF rtsearch =~- 1....1.....,E DIREZIONE Gio Ferri, Gilberto Finzi, Giuliano Gramigna. CONSULENZA CRITICA E REDAZIONALE ltalla: Luciano Anceschi, Renato Barilli, Alberto Cappi, Ottavio Cecchi, Cesare De Michelis, Flavio Erminl, Alfredo Giuliani, Milli Graffi, Angelo Jacomuzzi, Carla Locatelli, Mario Lunetta, Claudio Marabini, Ugo Marchetti, Angelo Maugeri, Walter Pedullà, Mario Petruccianl, Giuseppe Pontiggia, Roberto Sanesi, Edoardo Sanguinati, Mario Spinella, Giuseppe Zagarrio; France: François Bruzzo, Michel Deguy, Raffaella Di Ambra, Giovanni Lista; Jugoslavia: Mladen Machiedo; U.S.A.: Peter Carravetta, Luigi Fontanella, Paul Vangelisti. REDAZIONE 28040LESA (NO) C.P. 71 c.c.p. 28265205. TESTUALE: un numero L. 7.000, abbonamento a tre numeri L. 18.000. novità ermeneutica collanadiretta da Giannivattlmo LuigiPareyson FIIOSOfla dell'lnterpretaztone antologiadegli scritti a cura di MarcoRavera FedericoVercellone Identità dell'antico l'ideadel classico nellacultura tedesca del primo ottocento ToninoGriffero Interpretare la teoria di EmilioBetti e il suocontesto presentazionedi FrancescoMoiso lòsenberg &_ Seler Editorin Torino pagina 18 Cfr Alfabeta 114 Cfr/daBer _______ • o Ovest Luigi Nono a Berlino Ovest Elisabetta Niccolini I I compositore veneziano Luigi Nono, noto al pubblico italiano soprattutto per gli anni ruggenti di marxista convinto, che lo portarono alla realizzazione di composizioni "impegnate" quali Epitaffio per Federico Garcia Lorca (1952), intolleranza (1960), La fabbrica illuminata (1964), è stato, per alcuni giorni, al centro di una rassegna musicale, svoltasi a Berlino ovest, dal titolo Komponistenportrait - alla quale parteciperanno anche altri nomi prestigiosi della musica contemporanea - che gli ha dedicato una serie di concerti, offrendo così uno spaccato della sua attività musicale al pubblico berlinese raccoltosi nell'edificio piuttosto asettico della Kammermusiksaal. Le prime pennellate di questo ritratto sono state offerte dalla rappresentazione, per due giorni consecutivi (30 e 31 agosto), del Prometeo, tragedia dell'ascolto, realizzata per la prima volta nel 1984 nella chiesa di S. Lorenzo a Venezia e che, allora, aveva fatto alzare un po' di polvere sulle colonne dei giornali italiani, con accuse al compositore ed al filosofo Massimo Cacciari, curatore del testo dell'opera, di provocazione nei confronti del pubblico. A Berlino, per l'occasione, era stata annunciata una versione completamente rivista e modificata del Prometeo, che tenesse conto dello spazio della Kammermusiksaal, ma successivamente tale proposito è venuto meno e la versione presentata è stata praticamente la stessa - eccetto qualche lieve modifica - che era già stata realizza l'anno scorso a Parigi e a Francoforte. La struttura concentrica dell'edificio berlinese, che ricalca la pianta del teatro greco con la scena al centro circondata da una serie di gradinate in allargamento verso l'alto, si è dimostrata particolarmente adatta alle sperimentazioni musical-spaziali ed in movimento nello spazio del compositore. Racconto d'esistenza Antonio Riccardi P aolo Valesio è poeta di gradualità e di racconto. "Sono il minimo dito del mio cuore"; è la chiusa della sequenza di poesie Porta del sole, dalla raccolta La rosa verde (1987), ad indicare la disposizione totale, scoperta, a seguire il proprio racconto d'esistenza, a seguirlo dalla propria voce oltre la riflessione sul percorso compiuto o da compiere, con fedele ricostruzione o fedele previsione. Questo disporsi a dire non è evidentemente un segno veritiero: feIl Prometeo, definito da Nono una "composizione policentrica", è un'opera funzionalizzata all'ascolto, durante la quale l'ascolta~ tare-spettatore non si trova di fronte né una scena, tantomeno un'azione o story, ma soltanto una struttura aperta di suoni in movimento nello spazio. Grazie alla tecnica raffinata del centro di studi elettronici della fondazione Heinrich-Strobel di Friburgo, diretto da Martin Haller, i suoni, le loro distorsioni, la loro parvenza metallica o umana, sono stati fatti vagare attraverso una schiera di amplificatori posti a raggiera intorno al proscenio. Il pubblico, non troppo folto e fondamentalmente scettico, non si è lasciato irretire nelle maglie di quella rete esoterica, che sembra essere riservata soltanto a pochi iniziati, ed alla fine della «seconda isola» ha avuto sitore sono stati presentati pezzi più vecchi; si è ripescato il nastro magnetico Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz, che risale al 1966. Rielaborato a partire dai canti composti per la messa in scena di Die Ermittlung (L'istruttoria) di Peter Weiss - presentato alla Freie Volksbuehne di Berlino ovest nel '65, con la regia di Erwin Piscator - esso rivela, a mio parere, l'iniziale funzione di "musica d'accompagnamento", risultando quindi, senza la messa in scena del dramma di Weiss, privo della sua motivazione fondamentale. La funzione di questi canti doveva essere, secondo Piscator, quella di presentare ciò che né la parola, né la messa in scena potevano esprimere, cioè i milioni di morti nei campi di concentramento nazisti (Stenzl, Nono, p. 129). Quindi, il compito della musica era quello di Demetrio Stratos m1z10, in entrambe le serate, un vero e proprio esodo del pubblico. Ciò nonostante, la stampa berlinese ha accolto l'opera con toni critici prevalentemnete positivi. Il fascino di Prometeo è tutto giocato sui richiami, sugli echi della memoria, sui nomi degli eroi della mitologia classica, che vengono sussurrati, deformati dagli intrecci elettronici, allo scopo di aprire gli anfratti più riposti del ricordo e della fantasia, continuamente chiamata in campo a riempire gli spazi bianchi della partitura musicale, a colmare il vuoto lasciato dalle parole mai pronunciate, i silenzi densi di risonanze erranti. Durante le altre due giornata (3 e 4 settembre) dedicate al campode/mente l'io che dice tradisce la propria storia, la vita del suo riconoscersi, la ricompone in segmenti diseguali (anche visionari oppure illogicir),non più per così dire veri, ma protesi verso una nuova verità nel mentre il passato trascorso si svela tenacemente proteso verso un tempo nuovo. La verità che l'io-lirico riceve (scopre) di sé dal racconto è probabilmente il semplice stare, come se il movimento compiuto dovesse tornare a presentarsi necessario, senza che questo implichi immediatamente la possibilità di aderire per certo alle cose, in profondità: "E la vita delle cose oscure/tanto abbacina esprimere l'indicibile; tuttavia la composizione, con il suo intento fondamentalmente didattico, è risultata piuttosto datata. Due delle composizioni presentate hanno un referente più intimo, familiare: una è Liebeslied (1954) dedicata a Nuria Schoenberg, che poi diventerà la moglie del compositore, mentre l'altra, "Ha venido", canciones para Silvia (1960), era stata realizzata in occasione del primo compleanno della figlia Silvia. Molto attesa l'ultima composizione di Nono, scritta per il grande violinista russo Gidon Kremer; si tratta di La lontananza nostalgica-futura, madrigale a più "caminantes" per violino, live-elektronik e nastro magnetico. Nel feb- • oes1a quando è disvelata/( coi fantasmi bruciati inutilmente,/con la luce che debole giace/sopra l'orlo della estinzione )/che fiamma di candela è troppo forte", dice una figura con sincera nudità di pensiero. "Ma sono glossatore/ .. ./ non faccio che annotare la stranezza", e ancora non si dice di una verità: le cose, i luoghi (indicati con scrupolo in calce ad ogni componimento), le figure che di volta in volta prendono voce, diventano altrettante note di stranezza e quindi di vita, cioè di nuova verità, il vero dello stare. Ne La rosa verde sembra che la voce di chi dice 'io', certa di quel vero, si muova circolarbraio dell'88 Luigi Nono e Gièlon Kremer si erano incontrati a Friburgo e per tre giorni consecutivi i colloqui e le prove con il violino erano stati registrati nello studio sperimentale della città; questa registrazione costituisce il nastro magnetico, a cui si aggiungono i suoni "strappati" del violino di Kremer, che si muove per tutta la durata della composizione da un leggio ad un altro, dando vita a quell'osmosi in continuo mutamento fra lo spazio in cui viene emessa la nota e la nota stessa. Per il compositore, infatti, il suono "puro" non è che un'entità astratta, mentre esso esiste come entità tangibile soltanto nello spazio, che trasforma il suono restituendolo all'ascoltatore nella sua interezza. Nel complesso, il compositore veneziano non ha convinto molto il pubblico berlinese; il suo ritratto è sembrato un po' impallidito, come il suo volto, segnato da un nervosismo persistente e da una stanchezza diffusa. Così è risultata anche la sua ultima composizione, a tratti venata dai bagliori di una depressione profonda. Nono aveva già fatto parlare la stampa tedesca, ma soprattutto quella berlinese, nel maggio '88, a causa di una lettera ingiuriosa - pubblicata a suo tempo su tutti i quotidiani - nei confronti del conservatorio di Berlino, nella quale erano messe sotto accusa la stupidità degli studenti ed il metodo retrogrado degli insegnanti. Egli aveva ricevuto la cattedra di composizione per un anno, ma dopo poche lezioni rompeva il contratto in questo modo plateale, restando però in contatto con quattro studenti della classe di composizione, di cui doveva·no essere presentate alcune composizioni nelle quattro giornate dedicate a Nono, ma che, per motivi imputabili soprattutto alla pessima organizzazione (Berliner Festspiele) e non per ultimo al modo di lavorare estremamente caotico del compositore, non sono state realizzate. Per tutto 1'89Luigi Nono sarà ospite del Wissenschafts-Kolleg zu Berlin. mente lambendo l'esterno con precisione, per trattenere qualcosa del mondo che rimanda (diviene) altrove, "Gli tremano le mani/sopra i fogli del libro,/le mani che per un momento acquistano/il colore d'avorio delle carte". In questo movimento prezioso si compie l'esistenza della voce, la sua unicità sorprendente (anche per se stessa), "Eppure la mia vita s'incolonna/al seguito di questa estraneità,/dietro questo tuono/uscito dal verde". Anche da questo percorso muove la raccolta seguente: Dialogo del falco e dell'avvoltoio (1987). Il senso primario della investigazio-
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