Alfabeta 114 Appunti di viaggio Paolo Valesio e inque giorni di viaggio continuo in automobile attraverso dodici stati (Connecticut - New York - New Jersey - Pennsylvania - Ohio - Indiana - Illinois - Missouri - Oklahoma - Texas - New Mexico - Arizona) per un totale di 2.567 miglia confermano varie esperienze già avute: questo è un paese fondamentalmente rurale e familiare. o * o La maggior parte delle automobili che mi passano accanto, o che osservo avvicinandomi in autostrada, contengono almeno un'altra persona, oltre al guidatore. Le famiglie viaggiano insieme - e sono, tanto spesso, famiglie grandi, con struttura di clan o comitiva. E, quando capita di ascoltarle nei posti di sosta e ristoro, si nota la coesione: per esempio i padri - non solo le madri - conversano a lungo, amorevolmente con i bambini: dando spiegazioni e dettagli, fornendo ragioni per quello che essi richiedono ai figli di fare. Questa situazione si precisa ulteriormente, nell'arco della stessa giornata. Alla prima colazione (è una domenica mattina, in Indiana) tutti i tavolini del ristorante (con una eccezione) sono occupati da gruppi familiari. Alla sera dello stesso giorno ma in un altro stato (il Missouri): ristorante analcolico attiguo a un motel dove esiste un programma speciale per anziani (senior citizens): a cena, vi è uno Alla data attuale ci sono pervenuti i seguenti pezzi: Fulvio Abbate, 11sociale esistente e l'arte; Alberto Abruzzese, Videoculture; Claudia Baracchi, Ritratto del/'artista come donna; Maurizio Barberis, La città ed il tempo; Maurizio Barberis, Dal papiro al computer; Rolando Bellini, Villa Domenica con undici artisti Pinò Blasone, L'accampamento e il labirinto, poesia araba e teoria greca Rossana Bonadei, Ugo Volli, Conversazione con Arnold Wesker; Giuliana Bruno, A colloquio con fohn Hanhardt; Cfr Cfr/dall' Arizona solo che siede da solo, in un ambiente dove i (non numerosi) tavoli occupati mostrano ciascuno una coppia, o un paio di coppie, di anziani. Medesima situazione un paio di sere dopo, nel Nuovo Messico; il ristorante indicato dalla padrona del motel è davvero decente, e poco costoso - ed è anche un ristorante che si rivolge soprattutto a una comunità di anziani. Seguendo gli itinerari dell' Automobil Club, risulta chiaro che l'Associazione Automobilistica Paolo Tafani Americana (AAA) raccomanda sistematicamente motel e ristoranti dove l'ambiente è familiare; il che significa: locali modesti ma tranquilli, puliti, e organizzati per una clientela dai bisogni particolari - una clientela di bambini o di anziani. Questo è notato senza alcuna condiscendenza - anzi: tutto ciò testimonia di una buona organizzazione della società. Entrambi i poli di attenzione manifestano un culto della famiglia: coloro che si trovano fra la giovinezza e la maturità sono incoraggiati a viaggiare con la prole, e gli anziani sono aiutati a che non viaggino nella~ompleta solitudine. All'osservatore solitario di questa vasta scena sociale (alla persona, dunque, la cui marginalità garantisce un certo distacco nell'analisi) appare chiaro che il tipico eroe letterario/cinematografico nordamericano - l'uomo solo e taciturno avulso da, o almeno ai margini della, società - è tale (cioè, tipico) non perché egli rappresenti qualche cosa di normale e frequente nella società americana, bensì proprio per la ragione contraria. Egli (essa) è qualche cosa di non tipico, di non particolarmente coltivato; insomma una cosa che - se non proprio aborrita - almeno è temuta. Fare del solitario un eroe (di letteratura, di cinema, di canzonette) è dunque un modo di esorcizzare la vita e attività solitarie; che sono sentite come una minaccia al normale assetto sociale e psicologico. A proposito di solitudine, e della sua espressione verbale. Il piccolo modulo che si riempie nei motel americani specifica, alla casella dove si deve indicare il numero degli occupanti la camera, "Number of people in party" - e in effetti, la domanda spesso rivolta dalla cassiera al viaggiatore solitario è: "So, are you the only one in you party?". In italiano, la distinzione che vale è quella tra l'essere soli e l'essere in compagnia; in inglese invece il concetto di 'comitiva' o 'gruppo' o 'brigata' (party) resta sempre, come categoria sovraordinata. Non si tratta, evidentemente, di stabilire quale tra i due modi di esprimersi sia il migliore; occorre invece capire le due diverse retoriche - che realizzano istanze di quella che ho chiamato grammatica minima. L'italiano riflette la distinzione fondamentale, così come essa imfohn Cage mediatamente si offre nel tessuto esistenziale: o si è soli, oppure si è con qualcuno - che cosa potrebbe essere più semplice di ciò? Vi è in questo una caratteristica spiccatamente italiana: voglio dire un'intelligenza concreta, la quale realizza ciò che solo apparentemente è un paradosso - essere un'intelligenza non intellettualistica. Accanto a questi notevoli vantaggi, però, l'espressione italiana presenta lo svantaggio di non tematizPezziin giacenza Franco Buffoni, Aereoporto contadino Ninì Candalino, Distruzione dell'immagine; Cosimo Caputo, Rossi-Landi e la filosofia del linguaggio; Andrea Carosso, Intervista con Samuel W eber; Giorgio Celli, L'ecologo e le sue ire (poesia) Guido Costa, Chris Tyndall, Intervista a Robert Coover; Gianni De Martino, L'erotismo di Leonardo Da Vinci; Marco Fazzini, Intervista con Edwin Morgan Adolfo Fattori, Gennaro Fucile, Dove l'Ombra cupa scende; Giorgio Fiorese, Il cielo sopra Bovisa; Massimo Ghirelli, L'informazione tra nord e sud del mondo, Cesare Greppi, Poesie Georges Lapassade, Auto-etnografia; Lischi, I paradossi del video; Gianfranco Marrone, Dell'imperfezione; Giuseppe Mininni, Ri-conosci i tuoi segni; Giuseppe Panella, Tre studi su Samuel Beckett; Giuseppe Panella, L'idea e la forma; Roberto Pasanisi, Il «significante onirico»; appunti per una Metroanalisi; Giuseppe Patella, Sulla decostruzione; Susan Petrilli, Intervista a H. Walter Schmitz; Paolo Francesco Pieri, L'alterarsi dell'interpretazione; Michele Porzio, Lo specchio segreto di Debussy; Claus-Dieter Rath, Metropoli ovvero telopoli; Antonio Riccardi, Recensione a Giuseppe Piccoli; Toni Robertini, Il linguaggio del rock italiano; Maggie Rose, Arnold Wesker anni 80: ritratto di un'eccentrica english woman; Cesare Ruffato, Poesie Giancarlo Russo, Il principio responsabilità; Tiziana Sabbadini, Pensare la fine Marietta Salvo, Aritmie; Piero Sanavio, La casa di Calder, a Saché; pagina 17 zre la problematica interna all'io. Questa tematizzazione è invece il vantaggio dell'espressione americana. La quale distingue, con precisione strutturalistica, la casella della 'comitiva' dal suo contenuto: che può essere costituito da uno o più individui. È una strutturazione alquanto intellettualistica, d'accordo (son forse tratti di grammatica minima come questo, che aiutano a spiegare quanto bene l'inglese si presti a tutti i gerghi di tipo strutturalistico, mentre l'italiano continua ad esservi refrattario?); ma non bisogna sottovalutare la sua capacità di esprimere sottili fenomeni psicologici. Come quello che - pur emergendo nelle situazioni più diverse - diviene tuttavia particolarmente evidente quando si viaggia a lungo da soli e si è completamente responsabili del proprio mezzo di trasporto (per esempio, si guida l'automobile). In questi casi lo sdoppiamento dell'io non è un fenomeno irrazionale, ma al contrario, rappresenta un processo di razionalizzazione. È necessario che vi sia almeno una componente della personalità che mantenga la calma e un distacco quasi ironico - che quindi sia in grado di parlare calmamente all'altra componente: quella che, completamente immersa nell'azione concreta di minuto in minuto, può farsi sorprendere dall'imprevisto, e piombare nella confusione. Ecco, dunque, che ognuno (ogni uno) è una comitiva. Giuliano Scabia, Poemetto delle gaie galline e delle Muse; Maria Sepa, L'avventurosa storia del dantismo americano; Frediano Sessi, Dopo la catastrofe; Tomaso Kemeny, Il sublime americano; Ottomar Kiefer, Buchmesse 88 Pietro Kobau, Vecchie storie del- /' estetica; Federico Vercellone, Il mito in pittura (Carchia); Adelino Zanini, Tempo e lavoro; Per le ragioni sopra indicate questi materiali non sono stati pubbli- · cati. Ci scusiamo con i collaboratori che contiamo di contattare al più presto in merito alla nuova serie della rivista.
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