pagina 10 gna in qualche modo sottrarsi all'abbraccio dell'industria ritornando ad essere punto di incontro fra potenzialità tecnologiche e bisogni-sogni dell'uomo. È un ruolo che le discipline del progetto perennemente rincorrono e di cui oggi mi pare si senta drammaticamente l'esigenza. Walter Marchetti La scienza con una accelerazione •scon- ·volgerìte spiega il mondo e le sue leggi, interroga la coscienza su smisurati e fino a ieri improbabili quesiti, dall'ingegneria genetica alle catastrofi ambientali. La coscienza con i suoi metabolismi lenti si rifuA più voci gia, spesso impaurita, nel sistema degli antichi valori di un umanesimo costruito su un uomo e su una conoscenza diversa. Il progetto moderno, con la sua intenzione di piegare la potenzialità tecnologica agli obiettivi di qualità della vita appare, come la scienza stessa, investito da un'onda di scetticismo lasciandosi prevaricare dalle paure millenaristiche. Il design, crocevia della storia di oggi, osservatorio e laboratorio di sperimentazione tecnologica, di bisogni umani, di valori, di processi comunicativi, cerca, a mio avviso, con credibilità, di .candidarsi per la creazione di una cultura che veda nuovamente l'uomo nella sua attuale dimensione e con le sue attuali potenzialità scientifiche al centro dell'attenzione. Il progetto moderno ha guidato l'industria facendone una civiltà e una cultura; il design vi ha avuto un ruolo sicuramente eminente. Lo scenario è mutato ma la posizione, la storia, invitano a guardare con interesse il tentativo di animare un grande dibattito su.un nuovo progetto moderno e sul ruolo delle discipline del progetto. Permane ovviamente il dubbio che un punto di vista così coinvolto, almeno nelle ricche società del mondo industrializzato, sia il più opportuno per rilanciare il grande tema delle implicazioni morali del progetto. Se dall'oggetto all'ambiente il progettare esperimenta ogni giorno, nel suo svolgersi come attività professionale, una moltitudine di casi di coscienza, se la stessa ricerca di qualità formale appare spesso una battaglia dura e perdente, il progetto di oggetti ha però il privilegio di aver fatto di questa qualità un valore economico, privilegio che puntualmente paga con la minore affidabilità del proprio ruolo sociale. È opinione di molti che la realtà del nostro tempo non abbia bisogno di arabeschi linguistici, ma di una costante, intelligente, creativa ricerca di sintesi e di adattamento fra i mezzi tecnologici ed il fine del miglioAlfa beta 114 I ramento della qualità della vita. La sfida del design e del suo ruolo non si vince declinando all'infinito l'alfabeto delle forme, ma nel governo della complessità dei processi, sempre più incrementata dallo sviluppo della conoscenza. È mio convincimento che la nuova auspicata alleanza fra . , pensiero scientifico e cultura per l'uomo possa attuarsi con la mediazione dell'arte proprio in quei campi, come quello del design e dell'architettura, dove si incontrano le competenze tecnico-scentifiche con un radicato umanesimo. Ildesi e l'ambiente I 1documento Design Memorandum mi pare encomiabile nello spirito e nell'essenza. Mi piace tuttavia sottolineare alcuni punti non in contrapposizione, ma anzi proprio per confortare tale adesione con argomenti tratti dalla mia esperienza di progetto. Mi riconosco in queste posizioni di principio e mi viene spontaneo richiamare qualche passo già percorso, qualche momento simpatico, nel senso etimologico. Una collocazione del progettare creativo con saldi piedi nel concreto, ma anche con un connaturato slancio verso l'idea, contiene a mio avviso il fondamento stesso di un progetto etico. In particolare vorrei richiaCarla Venosta mare i capoversi 9, 10 e 11 del Memorandum per quanto riguarda il rapporto ambiente-design; il design e la metodologia del progettare di cui esso è portatore, si prestano non tanto alla creazione di una disciplina parziale dell'ambiente quanto alla identificazione di una disciplina globale, organica e non settoriale, che consenta di tradurre in pratica speranze, aspettative, esigenze degli esseri umani nei confronti dell'ambiente inteso come ambito vitale. La politica dell'ambiente trova un soggetto e un destinatario fondamentale nel designer poiché la sua specificità progettuale vive in un punto nodale del flusso produttivo e del consumo della società. La mia esperienza professionale mi colloca, di conseguenza, in questo punto nodale, vale a dire nel punto in cui si determina l'identificazione stessa dei bisogni; ed è da tale osservatorio privilegiato che assumo l'esperienza contemporanea, nella quale si evidenzia chiaramente come le necessità primarie di quesi anni si collochino, a loro volta, esattamente dove si interseéano aspettative ecologiche e richieste sociali. Solo una progettazione che sia pienamente sociale può dare risposta alla nuova congiuntura dei bisogni alle soglie del Duemila; questo significa condurre nuovamente il designer verso il reale. Si tratta di un compito che il design è capace di assolvere più La Txalaparta, Paolo Castaldi, Nuova Consonanza, Derek Bailey di ogni altra disciplina, perché esso tiene conto dei fattori economici, industriali, umani e di mercato in una sintesi che poi viene a fissarsi nel prodotto. Il design, come mostra la sua storia, come fa comprendere il suo metodo, è in grado di seguire passo per passo lo sviluppo della società produttiva e dei modelli comportamentali, perché in esso confluisce la globalità dei dati del sociale. Appunto perché in grado di recepire instantaneamente e con una propria autonomia disciplinare i dati sulla modificazione della società produttiva e dei modelli di comportamento, il design si candida come una delle discipline indispensabili alla soluzione dei problemi dell'ambiente. Nella necessità di accelerare il processo di sviluppo del nostro paese, l'ambiente può essere allora il momento d'incontro e di sintesi per il futuro, tra il progettista, il politico, il consumo, l'attività produttiva. In una società che si sta ristrutturando su di un nuovo modello produttivo, in base al quale non si privilegia più esclusivamente il fenomeno produttivo quanto lo sviluppo delle qualità. dei servizi pubblici e privati, delle attività distributivo-commerciali e delle prestazioni creative, il design emerge come disciplinaguida, in grado di progettare il .passaggio dal precedente modello produttivo al nuovo modello, in via di diffusione e sviluppo.
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