animale escremento: ma questo ideale luogo per nascere, poi, in un ordine o sèguito come si partisce? come si modula? Non le mosse sole dei solventi attivi accendono il vivere. Non lo scatto puro innesca moti stabili per convenzione. Il punto è questo: occorre un involucro nella confusa miscela a separare il fluido dal modulare vivente che ha suoi compartimenti. Il ciclo è avviato così. E forse la sacca essenziale, la membrana, orecchia, ansa dove tremola dentro fuori il corso liquido portante i composti, i parvi organici elementi immessi, è un'ansa interna alla melma stessa, ansa di melma, che già vita raduna usando il sole ... Mentre la terra tutta si assesta, le stanzette di aggregati crescenti incerti catturano le code idrofobe di molecole ... Ciò che assorbe un quanto di luce e sposta dall'uno all'altro livello un elettrone eccitato, provocando quasi sorgivo l'ossigeno, è in questi passi un pimento o clorofilla. La prima sorella molecola, modello degli atti di vitale unione compiuta, riuscita, la clorofilla, lei che congiunge le piante e gli animali e noi per simili anelli con elettrone in centro, è l'invenzione di una materia pensante: tale da catturare il sole, l'energico ... Nell'ambiente acido protetto di sacca. La sacca diviene il proto organismo vitale. C'è un'ansa propria alla melma, usante il sole. Talune stanzette o anse catturano le code idrofobe di molecole sull'acqua .. Non la vagante vescicola basta su scoglio... Il luogo che esaltandosi informa il vivere è un anfratto dove tremola il corso liquido. Pur qui, ora, spicca così forse intravedibile dai massi e gorghi, è una chiglia. Corredo sepolcrale - E sotto un braccio di albero 175 185 195 205 •••••••••••••••••••••••r•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• Ci sarà dunque la casta, con lotte interne; e gerarchia, doppiezza, esclusiva, esercizio, cancellazione ancora; e ci sarà l'inutile, la povera, l'utopia residua. - Lo scrivente ha dignità di briciole sue. E fu guardando i passi un tempo nella polvere o neve, o le briciole, o i sassi, che si scrisse: l'orale, che serviva alle cacce, molto poi fu calato a coincidere nei segni. Con forme nostre a tratti formicolanti l'essere non ha degnazione di somigliare ... Né ci è dato come inerente, né intero. Noi siamo dentro. In un moto. Con l'anfora a tornare in sogno. Lo sguardo nel mondo (sulle colonne mancanti) Se in un abbraccio, ai bordi del quadro sono le lingue come punte arricciate di fuoco di un insieme dei due umani, come può l'occhio sporgente sulla spalla veramente scorgere la terra? la stesura di cose, i nodi nel piano? Esistono i viventi in questa mostra, o vita, o città, con labbri che si tengono, per amore e progetto. Vedono pure l'opera creata esposta, io dico: risulta plumbea, azzurra grigia, spessosa, espansa, palpabile, intrisa, totale ... È spiaggia. Dove si è gettati e si sta. Dove avvenuta è la gettatezza. Colore unico. Forse un vulcano freddo. A vaga direzione un puntuale di via ... È spazio d'ingresso mondiale. Sta l'occhio originale a guardare. Se un bacio così forte è il segno che si schiude un corso, c'è difronte il reame con poteri estranei, meraviglioso, sconosciuto e scarso, dove si deve andare, perdersi, fare. Oh fosse come un campo in cui si zappa. È il posto dove esaltandosi in una scelta_ e in un groviglio, cadiamo e camminiamo. 265 275 285 295 • •• •• •• • - in una sedia a sdraio su un prato invaso di lamelle alte d'erbe riparandomi col cappello a star dentro la tavoletta mia, l'estate intera fino al dolore di testa ho scritto questo poema ... Un verde immane: e a volte il vortice si spostava; arrivava un ordine inatteso a sovvertire ... Dura più l'estate nella mente che il tavolo interiore. Il vortice _è più grande dello stesso sole, lo tiene come forza in sé. - C'è un colmo e poi lo spegnersi. Chi si chiedesse, dopo le comuni ore appresso, per dopo, ecco un'anfora si desidera. Liquido in fondo, minima sorsata; pochi giorni e si secca ... Chi, prima di uscire forse in cerca, si levasse, beva un'altra volta la vita nota, l'_a~qua.Se il vago nucleo del soggetto non va subito in sostanza diversa, ma dura un tratto seco, quale simulacro se si rialzasse, abbia attorno cose, come si crede in antico nello stupore del sonno imperterrito ... È il mondo a cui meglio ci stringiamo, l'antico. Il bene è il bere, se mutando c'è modo. E meno importano le care cose del corredo: fibule, collanine, ghindie. gli aghi, la tavoletta ... - Ho visto il nuovo globùlo, il chip con infittito reticolo di luce sua: e tale ostia è scrittura? O dimensione diversa vale, per nuovi preti ministranti oro e parole insieme? Chi legge queste microscopìe, minuscole spie, questi ingranaggi senza più raggi solari su loro necessari? Chi legge? Cosa si accelera ancora, accumula, incasella? Là dopo i pillari del molo, entrando nella costa dell'altro oceano la valle è bella, a colli di prugni, piccole pulite fabbriche o conventi . 215 225 235 245 255 ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• All'occhio che schizza sulla spalla appare completo il vero: che ha uno spento sorriso ... Come assoluto assente, con esigue tracce e 305 lettere incerte, si presenta al sondaggio una pianura dove si è immessi inclinati. Nella passione inutile, esercitandosi. Se si origina una città, dalle lingue, su colonne mancanti, ecco il quesito: c'è il giusto, dopo delitti, disordini? O garantisce interessi di alcuni elevati? la legge è convenzione, è costrizione, quale Epicuro dice, e dice Engels? E solo dà la misura Delfi, a pietra conica, 315 çol suo clero incapace di dottrinale rigore, ispirato solo dalla mistura, col meglio come poco (o in Oriente nulla)? Certo la norma è conforme all'uso di un luogo, si ristruttura e si muove con glosse, attraversando il vuoto. La città, dunque, sta su un sogno, e su un bisogno del giusto. E su un tumulo di tentativi d'altro, avversi a dinastie, magistrature, tombole elette 325 di guerrieri o di monaci moribondi. È scatto laico l'idea di una legge: ma quella povera è l'autentica, trasgressiva svolta possibile di storia, stendardo alto; come quando lasciano i servi la gleba, le donne il loro velo, trovano i cercatori viottoli nei boschi, o i giovani curano gli orti, perché non sia cosa di banca (né del cielo) il maturo, il futuro. 335 Iscrizioni prime (per quadri concettuali dentro cera e altri trattamenti) I. È materia pensante / l'amata stesura / andante azzurra I bruna partita / assolata infinita. II. Tutto sapeva di sale / ora è impuro fuori / del mare in furia. / Della base. Del male. III. L'inganno reale riduce / gli immensi atti I al circolo di buchi / di un impianto tentato per/ le tende per la battaglia.
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