Alfabeta 113 di Lei; la prima parte si conclude nella totale incomunicabilità, con il racconto che ognuno fa dell'altro (nel sogno di Lui, nell'uso rovesciato del mito - Orfeo ed Euridice, Amore e Psiche - di Lei); la seconda parte ci immette in un barbaglio di realtà contemporanea (da anni di piombo, terrorismo, rapimenti e torture) introducendo il rapporto con i figli in tre diverse rappresentazioni (nel dialogo tra genitori; nel racconto della fuga e ritorno di una ragazza; nel dialogo tra madre e figlio bendati in un carcere); il testo è qui invaso da una cupa tragicità, dalla violenza e dalla morte imminente, ma proprio per questo è possibile rovesciare il segno: il racconto della ragazza che fugge di casa (costruito come Melusina per metonimie e dettagli, affine al celebre racconto di Tiresia nella Terra desolata) rifiuta la «conclusione» e propone un dopo-storia positivo (analogamente alla canzone del poeta anonimo di Melusina, «Un'età che finisce» ma che «la gente la canta come per scongiuro/Finiscé o non finisce?/Ognuno se lo chiede, nessuno lo capisce»); il massimo del negativo (il figlio in carcere condannato a morte) si apre infine rovesciamento augurale di «una nascita nuova/ilare spreco che fa lieve ogni morte/e toglie peso/ai corpi da seppellire». Mentre Pigmei ripropone antagonismo di coppia e chiacchiere sul figlio assente (tra un Lui concreto e nichilista e una Lei pronta al rovesciamento nel vedere la morte come luce), Salomè ha tutte le qualità per essere l'alto monologo tragico del personaggio evangelico (in un ideale colloquio con la testa di Giovanni) teso allo spasimo del desiderio al punto da giungere allo scambio di identità con Giovanni, descrivere la propria mutilazione nella crescita del gelo di morte. Salomè, nell'economia del libro, rappresenta così il polo negativo del rovesciamento (dalla vita alla morte) e si colloca in simmetria dialettica con il poemetto eponimo, che evidenzia nel titolo (di gusto allegorico) la lotta tra chi alimenta la vita e chi alimenta la morte. Il giardiniere è uno dei testi più policentrici di Porta, un testo totale (per quanto la parola sia possibile) in cui le componenti sono molteplici: dalla leggenda medievale al passato prossimo dei campi di concentramento, dalla fiaba (il cervo e il re dei pastori) al dominante racconto allegorico che si conclude nel confronto con il pack (il gelo polare, emblema di morte) e nell'invito al giardiniere di scavare un po' sotto, dove 1a terra non ghiaccia (rovesciando quindi, all'opposto di Salomè, il gelo in positivo: «il gelo sta facendo il suo mestiere,/il giardiniere pensa che tra-un mese/comincerà a potare»). Restano infine Anatra zoppa a Pechino e Airone, stilate nella misura del diario e legate rispettivamente a un piano del vissuto biografico (un reale viaggio in Cina) e a un piano metapoetico di interrogazione tra il poeta e l'airone-poesia («il petto dell'airone è il foglio candido»). In entrambi vige una alterità all'io (poeta/Cina; poeta/Airone), in entrambi è attivo il rovesciamento: della storia occidentale («Deposta l'arroganza occidentaleneggo la mia storia al rovescio, illeggibile»), dello smascheramento e profanazione dell'airone, .estrema e necessaria posizione per una totale éiclicità dei segni (positivo-negativo-positivo, -la realtà, e l'accettazione della vita ecc.) fino al suo cangiarsi nel nervo della poesia che si sta scrivendo. Con Airone il linguaggio si libera in leggerezza e canto lirico, ma ecco un ultimo rovesciamento: proprio nel bel mezzo della sua più accesa e innica scrittura trova luogo la più chiara denuncia di un oltraggio umano dell'oggi: le torture del carcere di Lima. Penso che risulti chiaro da questo semplice racconto di come sono fatti i libri: il ciclo (naturale e della nascita) non risulta soltanto il messaggio di fondo, ma il princiCfr autonoma della poesia, di cui si discorreva all'inizio. In particolare alla poesia di Porta è riuscita una singolare operazione: da sempre (da I rapporti) ha abolito la dimensione esterna dello spazio e del tempo, oggi inoltre li ha resi del tutto mobili, calandoli nell'interno dei testi (come il tempo che si piega, si anticipa, si introflette nella poesia eponima). La sospensione un tempo ha costituito l'autosufficienz-a dell'organismo poetico e oggi, intrecciata alla mobilità consente di poter cogliere la vita al di là del suo Autunno - Inverno 1988-Ì989 pio dei testi, l'elemento che si innerva in essi, sia per quanto è dato leggçre nella costruzione interna dei testi, quanto nel loro reciproco incrociarsi e attraversarsi. Sempre i libri di Porta mostravano un procedimento di costruzione, ma mai come ne Il giardiniere contro il becchino la costruzione è stata così congiunta alla fluidità e alla mobilità nel pieno recupero di una complessa poemicità, al di là della tradizione del Novecento. La riscossa del poema (nelle sue diverse rifrazioni) de Il giardiniere contro il becchino segna un culmine del lungo processo di elaborazione depauperamento nel tempo e nello spazio, ovvero nell'accettazione di questo perché lo sguardo è esterno, fuori delle macerie e della rovina. Questo è l'obiettivo di Porta; un obiéttivo che riposa sulla vita e l'organismo dei testi, su questo loro particolare darsi fuori tempo e spazio, mobili, appartenenti e inappartenenti all'io, ma che la lingua comune e non letteraria apre in comunicazione atta- . bulante e continua e avvicinante, nella continua scommessa del dicibile che nel suo concreto farsi è già una sconfitta del mistero, come dice Melusina: «una volta raccontapagina 25 to quello che si chiama/mistero non è più un mistero è una storia/e chissà quante cose vuol dire a ciascuno/seduto ascoltando su una pietra al crocevia». Antonio Porta Melusina Crocetti, Milano, 1987 pp. 62, s.i.p. Il giardiniere contro il becchino Mondadori, Milano, 1988 pp. 96, lire 20.000 Pensiero matematico e pensiero geometrico Paul K. Feyerabend N ei Pensieri, Pascal fa una distinzione tra due tipi differenti di mente, «una, capace di penetrare rapidamente e in profondità le conseguenze dei principi [... ] l'altra in grado invece di comprendere un gran numero di principi senza confonderli [... ]. Il primo tipo di mente ha una incisività forte e rigorosa, l'altra un ampio spettro [... ]. Le menti del primo tipo, essendo abituate a giudicare con un colpo d'occhio, si ritraggono quando si trovano in presenza di proposizioni di cui non comprendono nulla, e che richiedono definizioni formulate in principi sterili per cui [le menti] non hanno una vista abituata e in dettaglio; di conseguenza se ne sentono respinte e disgustate. [Le menti del secondo tipo, dal canto loro] non possono avere la pazienza di discendere ai principi primi degli oggetti speculativi dell'immaginazione che non hanno mai potuto vedere nel mondo e che sono al di fuori dell'ordinario modo di essere delle cose». Mostrando un particolare e, per il suo tempo, piuttosto insolito punto di vista della natura della ricerca matematica Pascal denominò il pensiero del primo tipo «ampio» o pensiero matematico (esprit de finesse, tradotto più sotto come pensiero ampio) e il pensiero del secondo tipo, pensiero geometrico (l'esprit géométrique). Pascal riteneva giustamente che quella che oggi è chiamata matematica informale (Po'lya, Lakatos) potesse assumere una visione ampia e che vi fossero certe parti della matematica che tentavano di ri9urre quella ampiezza a pochi semplici principi. Ma la migliore illustrazione di «finesse» viene da altri campi. Pierre Duhem, nel suo coraggioso e interessante libro The Aim and Structure of Physical Theory (New York, 1962), pubblicato originariamente nel 1914, parla della: «abilità dei diplomatici nel notare i fatti minuti, e i minimi gesti e atteggiamenti delle persone con cui ci si trova a negoziare, nel tentativo di indovinarne ogni dissimulazione [... ] o quello che troviamo in uno storico che rende nei suoi scritti il dettaglio dei fatti e le intenzioni degli uomini [... ] È questa l'ampiezza di mente che dà colore e calore allo stile di Rabelais, riempiendolo di immagini visibili, palpabili, tangibili, concrete al punto della carica- . tura, immagini che sono piene di vita come una folla vociante in movimento. Così il pensiero ampio, la mente ampia è l'opposto di quella mente classica che Taine ha , ritratto, di quella mente che è innamorata delle nozioni astratte. È l'opposto dell'ordine e della semplicità che parla così naturalmente nello stile di Buffon, che sceglie sempre il termine più generale per q ~ JOH:\ L. HEILBRO\ I DILEMMIDI MAXPLANCK PortaYo<·e della seienza tedesea La carriera scientifica di Max Planck sullo sfondo di una storia della fisica e delle vicende tedesche tra il 1880 e il 1950. Saggi scientifici 222 pp. 16 tavv_ L. 29 000 '.\L\RIA'.\IICHELASASSI LASCIENZA DELL'UOMONELLA GRECIAANTICA La differenza fra uomini e donne, fra liberi e schiavi, fra greci e barbari, vista con gli occhi del greco maschio e libero, dal quinto secolo a.e. alla tarda antichità. Nuova Cultura 250 pp. 22 ili. L. 32 000 JOH\ Z. H)U\C I FILOSOFI E IL CERVELLO Un ponte tra filosofia e biologia: da uno dei moderni padri delle ricerche sul cervello e sul sistema nervoso, il punto sull'antico problema dei rapporti tra mente e corpq. Saggi scientifici 264 PP- L. 30 000 \ICOS \ICOLAIIHS LA RAPPRESENTAZIONE Dall'og~t>tlo rt•fert•ntt- alla rapprt>st•ntaziont• simholit·a I processi individuali di maturazione sessuale e l'evoluzione psicoantropologica nel mito, nell'arte, nel linguaggio e nella scrittura. Programma di Psicologia 169 PP- L. 25 000 KAZIMIERZ T\\ ARDO\\ SKI CONTENUTO E OGGETTO Un'opera di rilevanza storica nell'ambito degli studi fenomenologici, logici e di psicologia descrittiva. Lectio 172 pp. L. 30 000 MARINAMIZZAU ECO E NARCISO Parole e silenzi nel conflitto uomo-donna Nel microcosmo della coppia, la difficile presa di coscienza femminile in cui la parola della donna è opposizione e ironia. Saggi 160 pp. L. 22 000 LAURAMALVANO FASCISMO É POLITICA DELL'IMMAGINE Durante il periodo fascista l'universo italiano della comunicazione visiva (dalla pittura al cinema, dalla fotografia alla pubblicità) è chiamato per la prima volta a misurarsi con le sollecitazioni di una società di massa. Temi 199 pp. 116 ili. L. 20 000 Bollati Boringhieri
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