pagina 22 do e rinvenendo da una sottrazione epocale alla testualità del mondo. Qui l'intentio ammicca ma non sfugge e indica che si attua per percorsi plurimi. Come non notare il corsivo nella letteratura? Un motivo petrarcheggiante, un cenno arcadico, un'eco neoclassica, un ambiente romantico, condotti a volte dall'ottonario, si sollevano al dire: «Ed io ancor altro non/merito se non qui,/slabbro arido ristoro». Si segnali poi il cammino del lessico, tra scelta culta e ricombinazione fino al gusto del neologismo: «Così, quando si vuole/la glandeola carezza/e dianzi ancora il senso». È una sorpresa lemmatica con scambio di posizioni, da sostantivo a qualitativo, nel senso del termine che qualifica, dilatando, il metro e nell'accezione della qualità di segnatura: «glandeola», misura deinscritta dall'atlante o tavola anatomici, cade come catalisi adiectivale nel territorio di altra scrittura e porge corpo espressivo al significato. C'è, non ultima, una corsa tra i generi non classificati, dal polo vocale di Piccoli piaceri, al plurivocale con stacco, quasi un teatro d'opera della lettera, di 5 piccole prove per un poema, al monologo Cfr ritmato di Conversazioni. Ad esempio: Tu ti riprendi invitule; Piccoli dei ancorché io cerco il canto; Sì, tocchi il filo della vena dove vada e donde. Nell'alternanza dei generi è rintracciabile la costanza di alcuni elementi formali: l'intensità metrica in verso pur libero e forse liberato, la frequenzialità allitterativo/consonantico/digrammatica, il gioco tra i fonemi L e R. Questi elementi sono definibili in quanto funzioni: mentre lavorano dall'interno a distrarre la metafora dalla polvere dello spartito convenzionale (àncora il neologismo), tessono la vibrazione della scrittura, mettono in musica le nozze del corpo e del testo: «Questa piccola làmia/il verecondo armento/ei si ritempra il fulcro». L'orchestrazione tra la liquida e orale Le l'aggressiva e genitale R, quando allude alla protrazione, al fantasma di interminabilità del rapporto, sfioramento, suzione eccetera, collima con quell'attesa che sul versante della lettera chiama alla descrizione e all'argomentazione del poetico. Siamo, per gli esiti, di là del titolo esemplante, nella doppia insonne figura, forza e forzatura, della sacralità del testo. Il canto si pronuncia mentre Alf abeta 113 tende a svisare, a elaborare le supposte origini, lo stile sveglia e amorosamente sorveglia tradizione e novità di formazione, la parola rapina il designatum codificato per destinargli diverso significato e in ciò compie il destino di una scrittura nella cui scia il soggetto coniuga ricerca e produzione: «Questo è il segno, e la viva ammis/sione della nostra, improponibile, necessità». Gio Ferri Nozze pagane All'antico mercato saraceno ed., Treviso, 1988 pp. 35, s.i.p. Cfr/ trilibri Animazione fotografica Giovanni Pampanini D ue concetti fondamentali guidano questa ricerca-animazione fotografica: l'identità e l'utopia. Andrea Canevaro, uno degli autori del testo, ha fatto bene a sviscerare tutti gli aspetti affascinanti di questo discorso intriso di frustrazione, rabbia, rifiuto e ribellione. I simboli, le storie, i miti, gli arcani, le suggestioni - in pedagogia come nella cultura tutta - che attraversano il vissuto diretto di chi nasce o diventa «diverso» attendono ancora di divenire precipuo oggetto di studio del cosiddetto «operatore socio-sanitario». Il quale dispone a tutt'oggi - a eccezione delle teorie psicoanalitiche - di strumenti operativi quasi esclusivamente quantificanti. Attraverso una fittissima rete di ricerche, statistiche, test, questionari gli elementi qualitativi dell'esperienza umana sfuggono come granelli di sabbia in una rete per tonni. Dobbiamo allora buttare a mare tutti questi strumenti di misurazione? No, solo che non possiamo utilizzarli per entificare i soggetti umani e per disporli comodamente in un supermarket: bambino da specialista, bambino da insegnante «di sostegno», bambino da certificato, ci ricorda ancora Canevaro. Piuttosto dobbiamo partire da un altro assunto di base, chiaramente più rischioso di quello degli strumenti di misurazione ma più autentico: «Educazione è implicazione» (Canevaro, p. 63). E in questa implicazione acquistano un nuovo significato - ma solo per chi opera questa scelta di base e vive dal di dentro l'esperienza educativa - gli interrogativi che altrimenti sono banali e consueti, «da manuale»: chi è l'bandicappato? quale identità lo definisce? quale luogo esistenziale lo ospita? quale non-handicappato lo vede? Gli operatori del Centro Diurno dell'U.S.L. n. 27 di Bologna vivono da anni con handicappati adulti, e non adoperano solo gli strumenti quantitativi. Chiaramente, usano strumenti fisioterapici che migliorano (e questi miglioramenti sono misurabili) le prestazioni fisiche dei «soggetti che trattano». Quando questi migliorano si dice che si avviano verso l'autonomia; ma questa è una definizione del tutto esteriore di un processo che richiede una sostanza, un'anima, un «senso» del trattamento che deve passare attraverso la sua prassi operativa tecnica (in questa direzione si colloca il recente Handicap e riabilitazione. di A.M. Sorrentino, Nuova Italia Scientifica, Roma, 1987). Sicuramente, gli operatori del Centro bolognese adoperano strumenti animativo-didattici che producono dei miglioramenti anch'essi misurabili. In questi casi si dice che i nostri soggetti stanno apprendendo, secondo le loro capacità e secondo gli aiuti che stiamo loro dando. Ma anche questa è una definizione del tutto di superficie di processi mentali che abbisognano per essere reali di un lavoro più profondo dell'educatore, che deve essere La rivistadellapubblicitàd, ellacomunicazioned,ellestrategiee analisidi mercato. xx1va EdizionedeiGiochi Olimpici: è l'annodella "riconciliazionem",a ilfuocodi Olimpiaservesoloa coprire_ lecontraddiziondi un paesedivisoe losviluppo economicopassatosullo sfruttamenteola repressione. direttoreOlivieroBeha N°29 "Indietrotutta" ' "FuoriOrario", "l'ArabaFenice": lademenzialitàtelevisiva notturnahatenutobancoper tuttalaprimaverascorsa. Ma si è trattatodawerodi unaformulavincente? INTUTTELEMIGLIORIEDICOLE Loscrittoreperuviano MarioVargasLlosa nonvuole piùparlaredi politica. Un'intervista sullaformaletteraria eia . . comun1caz1one. EditorialeComunicare srl - Via Caradosso 18 - 20123 Milano - Tel.4396976
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