Collana''Ottocentoitaliano'' diretta da G. Manacordae R. Reim I. Nievo ANGELODI BONTÀ E. Calandra LASIGNORA DIRIONDINO MarchesaColombi PRIMAMORIRE M. Serao CUOREINFERMO Emma UNAFRATANTE E. DeMarchi REDIVIVO F. Mastriani LAMEDEA DI PORTAMEDINA Lucarini Paul Hollander Pellegrini politici Oltre mezzo secolo di socialismo reale nei reportages degli intellettuali d'Occidente: le cronache di viaggio nelle società comuniste come «sogno politico a occhi aperti» John M. Hoberman Politica e sport L'intreccio fra politica e sport nelle società di massa, l'uso del corpo nelle ideologie politiche di destra e di sinistra Norbert Elias Coinvolgimento e distacco La problematica polarità fra coinvolgimento e distacco nel sapere che guida l'azione dell'umanità Jean Laplanche Jean-Baptiste Pontalis Fantasma originario Fantasma delle origini Origini del fantasma Gli enigmi profondi dell'esistenza nel teatro immaginario della soggettività: un viaggio nella problematica dell'originario fra sessualità, desiderio, interdetto LeaRitterSantini Nel giardino della storia L'Italia meta di viaggio degli intellettuali tedeschi fra Sette e Novecento: da mitico Eden a luogo di sosta provvisoria nel lungo cammino verso I'autoconoscenza pagina 28 più chiaramente, nei dizionari per autori la concezione della filosofia come scienza si sposa alle storie (filosofiche) della filosofia tradizionale, dove serie di nomi disegnano un progresso teoretico (sofisti - Socrate - Platone - Aristotele, Kant - Fichte - Schelling - Hegel, Husserl-Heidegger-Gadamer ... ). Un dizionario delle opere filosofiche, formalmente più simile ai dizionari delle opere letterarie che ai vocabolari, per esempio, di biologia, appare allora fondato su un 'altra interpretazione storiografica dell'attività filosofica, una concezione della filosofia incentrata sulle opere, più che sui personaggi e sui loro pensieri tramandati e perfezionati. Così, pur potendo (eventualmente) restare neutrale rispetto alla questione della scientificità della filosofia. un tale dizionario permette di ricostruire altre storie, altre serie filosofiche. Già scorrendolo, infatti, si nota come l'ordine alfabetico funzioni in maniera tutt'altro che casuak. a differenza che nei dizionari per concetti e autori. Risaltano gruppi di titoli, famiglie di opere raccolte intorno a un termine chiave «Anti- ... », «Apologia», «De natura ... ». «Dialectica /Dialektik», «Dialogo», «Discorsi I Discours» ecc., fino a «Vorlesung» e «Wissenschaft», il quale rimanda, da una parte, a un genere di scrittura e. dall'altra, a una o più aree linguistiche, ideologicamente ben determinate: spunto già sufficiente per distaccarsi dalle storie dei concetti che informano i vocabolari filosofici più diffusi. Il volume è compatto, quasi tascabile. La struttura delle voci è la seguente: titolo in lingua originale è in traduzione tedesca, autore, luogo e anno della prima edizione a stampa; sunto dell'opera; cenni alla sua \Virkungsgeschichte ( concisi, ma più che sufficienti per imbastire una rete di rimandi); letteratura secondaria (solo opere recentissime che possono fornire ulteriori spunti bibliografici). L'apparato è costituito da un indice finale degli autori delle opere prese in esame - utile, tra l'altro, per collegare velocemente la storia delle opere sottesa a questo dizionario con le storie della filosofia più tradizionali. Lexikon der philosophischen Werke A cura di Franco Volpi e Julian Nida-Riimelin Kroner, Stuttgart, 1988 pp. 863, DM 48 Nietzsche e il nazismo Marco Vannini L , interesse per Nietzsche da parte della cultura italiana sembra non essere venuto meno in questi ultimi anni. Dopo la sazietà e la noia indotta dal «nietzscheanismo parigino», con la sua «spudoratezza ideologica», con le sue «interpretazioni ipermoderne, nate da uno strutturalismo in decomposizione, e che si credono audacemente innovatrici, mentre sono soltanto maliziosamente provocanti» (così Jean Granier, in Pensare con e contro Nietzsche, Concilium XVII 5, 1981, dedicato al tema Nietzsche e il cristianesimo), la riflessione critica sembra avere imboccato strade storicamente più pertinenti e filosoficamente più rilevanti. Una recente prova di questo interesse è stato anche il convegno Cfr di studio. organizzato dall'Istituto di Scienze Religiose a Trento (7-8 marzo 1988), proprio sul tema Nietzsche e il cristianesimo, con la presenza di numerosi studiosi italiani, germanici, francesi. sotto il coordinamento di Giorgio Penzo. Proprio al professor Penzo - uno dei più accreditati esperti del pensiero di Nietzsche e della sua ricezione nella cultura contemporanea (ricordiamo i suoi studi: F. Nievolta in Italia - una sistematica e precisa informazione su una quantità di autori e di studi poco o punto noti finora, certo anche a motivo della damnatio memoriae che la «cultura» italiana ha esercitato su filosofi accusati, o anche solo sospettati, di filonazismo. Sappiamo bene, del resto, che l'abitudine di condannare senza discutere, anzi, senza leggere o - meglio ancora - impedendo di leggere. si è rivolta ra internazionale Rivista trimestrale europea Edizione italiana Nel numero 17 L'identità europea Heller, Enzensberger, Magris, Pinta Il muro Asperger, Esterhazy, Janciir, Zagajewski I grandi miti Kott, iecev, Vidal-Naquet Testi di: Ignatieff, Nekric, Paz, Sylos Labini, Sontag, Todorov Edizioni Caposile S.r .I. Piazzale Ferdinando Martini, 3 20137 Milano tzsche, li divino come polarilà, 198l3; Nietzsche nell'interpretazione heideggeriana, 19823) - si deve il recente volume in oggetto. Esso costituisce un ampio e articolato esame della formazione del mito del super-uomo e poi del suo tramonto nella Germania della prima metà del secolo - a partire, cioè, dalla esplosione della fama di Nietzsche verso la fine dell'Otcontro Nietzsche stesso, in un passato non troppo lontano. Non meraviglia, perciò, constatare che solo oggi sia comparsa la traduzione del Nietzsche. Versuch einer Mythologie di Bertram (Nietzsche Per una mitologia, il Mulino, Bologna, 1988), la cui prima edizione è del 1918; né che manchi una traduzione attendibile dell'opera di Baeumler, Nietzsche, der PhiloNovak, Ballata degli anni venti, Berlino; foto di Vasco Ascolini tocento, giungendo alla conclusioIfe della seconda guerra mondiale e della esperienza tragica del nazionalsocialismo. L'interesse di questo libro e la sua importanza nel dibattito e nella riflessione su Nietzsche, oggi mi sembra che consista in tre aspetti: il primo squisitamente storico; il secondo prevalentemente ermeneutico; il terzo essenzialmente speculativo. Per il primo e forse predominante aspetto, quello storico, appunto, dobbiamo notare che si trova in quest'opera - per la prima soph und Politiker, Leipzig, 1931 (quella che esiste curata da un editore di estrema destra, è inutilizzabile per i numerosi errori, che le danno un tono a volte addirittura grottesco: si pensi ad esempio, che Gekreuzigte è tradotto «crociato»!). Invano - per fare solo un altro nome - si cercherebbe, perfino nei manuali di storia della filosofia, traccia di un autore come Klages e della sua opera maggiore: Der Geist als Vidersacher der Seele (Leipzing 1929 - 1933; terza edizione rielaborata, Bonn, 1954). Lo studio di Penzo si impone perAlfabeta 112 c10 innanzitutto per il suo valore documentario, storico, informativo, che conduce dalle! prime «letture» di Nietzsche e dall'affermarsi del mito del super-uomo nella letteratura, attraverso le varie dimensioni in cui questo mito stesso è stato calato (da quella biologica a quella metafisica, da que1la ateistica a quella anarchica, da quella aristocratica a quella socialista). Quando poi il super-uomo entra ufficialmente nell'orbita del nazionalsocialismo, si verifica subito - e qui il lavoro il Penzo assume un valore storico davvero prezioso - che, accanto ad interpretazioni volgari, fanatiche e riduttive, proprie degli intelletuali nazisti di minor o di nessun significato, sorgono subito demitizzazioni del super-uomo, proprio ad opera di 4uegli studiosi che - pur avendo simpatie per il nazionalsocialismo, come appunto Baeumler - vedono con chiarezza le profonde differenze tra il pensiero di Nietzsche e l'ideologia nazista. Se, ad esempio. prendiamo in considerazione due filosofi del diritto come Friedrich Messe Julius Binder, i quali, entrambi, giocano nella cultura del nazionalsocialismo un ruolo piuttosto considerevole e che sentono il bisogno di colloquiare con la tematica di Nietzsche, vediamo che essi mostrano sì un grande rispetto per questo filosofo, ma anche mettono in luce i limiti della problematica nietzscheana rispetto alla concezione culturale del nazionalsocialismo. Così - afferma Penzo - se a proposito della letture di Nietzsche da parte di Mess si può parlare di denazificazione parziale, a proposito invece della lettura di Nietzsche da parte di Binder si deve parlare di denazificazione totale (p.268). Questi sono solo due esempi tra i tanti, ma ancora più evidente è la cosa se si prendono in esame i testi veramente «fondanti» del nazismo, quali quelli di Rosenberg e, prima ancora, di H. St. ChamberIain. In Der Mythus des 20. Jahrhunderts - un'opera di ben seicento pagine - il nome di Nietzsche ricorre solo poche volte: il filosofo di Rocken è quasi del tutto lasciato da parte, mentre tra i rappresentanti più significativi dello spirito germanico vengono fatti i nomi di Meister Eckhart, Lutero, Goethe, Schopenhauer (cfr. p. 213). Il teorico razzista Chamberlain, poi, non solo non sentiva alcuna affinità con la problematica di Nietzsche, ma addirittura la ripudiava in modo deciso: lo fa notare esplicitamente Baeumler nella sua commemorazione di Chamberlain, tenuta dieci giorni dopo la sua morte (cfr. p. 216). Si comprende così l'interesse non solo storico-documentario, ma anche ermeneutico di questa ricerca di Penzo. Diviene, infatti, particolarmente rilevante tentare di comprendere non solo per quali itinerari e dietro quali presupposti culturali sia stata possibile la lettura ideologica del mito del super-uomo e della filosofia di Nietzsche in generale, ma anche e soprattutto quali livelli di comprensione il testo nietzscheano, ad esempio, lo Zarathustra, permetta. Il lavoro di Penzo non è rivolto specificamente a questo fine, ma esso affiora costantemente, in modo per così dire trasversale, proprio attraverso la interpretazione e la critica degli studiosi (sono più di cinquanta) presi in esame nel libro. È certamente vero anche per Nietzsche quello che affermò
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