Alfabeta LI0/111 ne e ci fornisce qualche indizio sul modo in cui tali questioni sorgono e sul modo in cui le soluzioni si insinuano. Ma ci spinge anche ad andare aldilà del relativo isolamento dei <1rames» di Carnap e a stabilire alcune connessioni tra di loro e specialmente a sviluppare una terminologia che ci permetta di spiegare perché individui diversi, operando all'interno di frames diversi, raggiungano risultati così diversi nel loro sforzo comune di esplorare la «realtà». Terminerò questo intervento con un abbozzo di tale terminologia. Incomincerò integrando il nostro modo di parlare della realtà (che, per quanto sia cultural-dipendente, non parla esplicitamente di questa dipendenza negli enunciati di cui ci si serve, ma la tiene fuori portata) con una spiegazione più esplicita della relazione tra cultura e ontologia. • Gli atomi furono postulati dagli antichi sulla base di argomenti generali. All'inizio erano privi di struttura; in seguito divennero più articolati. Le prime sommarie anticipazioni furono seguite da argomenti sofisticati e spiegazioni ad hoc ne mantènnero viva l'idea finché, finalmente, le particelle elementari vennero identificate indipendentemente da tali cambiamenti. La storia potrebbe essere narrata in molti modi diversi. Uno di questi modi si serve del linguaggio dell'obbiettività e della distinzione tra proprietà oggettive (che vengono rinvenute) e idee soggettive (che vengono costruite): gli atomi esistevano molto tempo prima che fossero scoperti; la gente, in parte guidata dai propri in~eressi, in parte da nozioni Note (1) «Revue internationale de philosophie», voi. 4, 1950. (2) Two Dogmas of Empiricism, «Philosophical Review», gennaio 1951. (3) J. Needham, Science in Traditional China, Harvard University Press-The Chinese University Press, Hong Kong, 1981, pp. 3, 22 e sgg. (4) Si pensi che nel 1650 (questo è un esempio di Koyré), mentre Riccioli stava lavorando al suo Almagestum Novum, l'esperimento di Michelson avrebbe fornito una prova precisa, definitiva ed inconfutabile che la terra non si muove. Si pensi anche a ciò che sarebbe successo se curve «irregolari» come quelle di von Koch piuttosto che cose irreali come i cerchi e le linee rette fossero diventati i paradigmi della rappresentazione matematica. Per una trattazione più dettagliata, cfr. B.B. Mandelbrot, The FractalGeometry of Nature, New York, 1977. (5) Per maggiori dettagli cfr. il capitolo 6 del mio Against Method (1975), London, 1988, edizione modificata. (6) Ciò è vero soltanto se i risultati scientifici vengono interpretati in modo speciale e se gli sviluppi più recenti vengono ignorati. Cfr. infra. (7) Gli «argomenti» di Senofane si basano sulla convinzione che la battaglia sia già stata vinta e deridono coloro che ancora rimangono legati alla tradizione; tali argomenti non hanno avuto alcun ruolo nella battaglia stessa. Cfr. il mio Reason, Xenophanes and the Homeric Gods, «Tue Kenyon Review», Fall 1988. (8) •Le più ovvie manifestazioni intellettuali del cambiamento furono le opinioni di scrittòrì èòme Anassimahdro, Etàditd; Seb'ò'fanèe Parmenide, che sostituirono le colorite nozioni del senso comune con concetti astratti ed impoveriti. Essi modificarono la storia non con il potere delle idee (per quanto sia loro stessi sia i loro ammiratori moderni sostenessero di averla modificata), ma grazie a concorrenti tendenze verso l'astrazione e la generalizzazione. Senza alcun aiuto da parte dei filosofi «le parole [... ] si erano impoverite nel contenuto ed erano diventate formule unilaterali e vuote» (K. v. Fritz, Philosophie und Sprachlicher Ausdrùck bei Demokrit, Piacon und Aristoteles, Neudruck, Darmstadt, 1966, p. 11). Il processo ebbe inizio con Omero (cfr. la mia nota Putnam on lncommensurability, «The British Journal for the Philosophy of Science», 1987), divenne importante con Esiodo, e ovvio con i filosofi ionici della natura. In politica gruppi astratti sostitu_isconole popolazioni vicine quali unità dell'azione politica (Clistene), in economia il denaro prese il posto del baratto, gli eserciti smisero di essere il riflesso di gerarchie locali, la vita, nel suo complesso si distaccò dai legami personali e dalle dipendenze concrete, e i termini che riguardavano tali relazioni perdettero significato o scomparvero. Non è affatto sorprendente che argomenti che implicavano nozioni altamente teoriche non fossero spazzati via con derisione. Essi non cambiarono la storia; furono ascoltati perché la storia aveva preparato loro la strada. (9) A. Pickering, Constructing Quarks, University of Chicago Press, Chicago, 1984,cap. 4. Gli esperimenti si servivano del metodo Millikan. G. Holton (Historical Studies in the Physical Sciences, voi. IX, a c. di R. McCormick, L. Pyenson e R.S. Turner, Saggi teoriche, se ne andò in giro finché non li incontrò. La modalità suggerita da Carnap e da Quine è attenta al modo in cui le condizioni sociali e gli sforzi individuali determinano congiuntamente la natura delle loro proiezioni. Oggi noi affermiamo che gli scienziati, essendo inseriti in condizioni sociali costantemente in fieri, si servivano di idee e di attrezzature di fisica per produrre in un primo tempo atomi metafisici, in un secondo tempo atomi rozzamente fisici, e poi un sistema complesso di particelle elementari estraendole da un materiale privo di tutte queste caratteristiche. Gli scienziati, in questa prospettiva, sono scultori della realtà - ma scultori in un senso piuttosto inconsueto. Essi non agiscono causa/mente sui sistemi "'fisici (in realtà talvolta lo fanno, e anche in modo piuttosto energico); al contrario essi creano condizioni semantiche che producono forti inferenze da effetti noti a nuove proiezioni, e viceversa, da proiezioni a effetti verificabili. Si ha qui una dicotomia descrittiva simile a quella che Bohr introdusse nella sua analisi del caso di Einstein, Podolsky e Rosen. 21 Ogni cultura «pone» o «costituisce» delle entità che si adattano alle sue credenze, alle sue necessità e alle sue aspettative. I due principi da cui ho preso le mosse (PS e PSM) appartengono a costruzioni di tipo speciale, non sono condizioni (che devono essere) soddisfatte da tutte le costruzioni e non sono certamente una solida base per l'epistemologia. Complessivamente la dicotomia soggettivo/oggettivo e la corrispondente dicotomia descrizioni/costruzioni risultano Johns Hopkins University Press, Baltimore, 1978, p. 161 e sgg mostra come Millikan e Ehrenhaft, servendosi di versioni differenti di questo procedimento e valutando diversamente i dati, ottennero risultati differenti per la carica dell'elettrone: in pratica una sistemazione sperimentale è un ammasso di attrezzature avvolto in un involucro ideologico spesso molto complesso. Pickering (lsis, voi. 72, 1981) descrive l'involucro utilizzato nel caso dei quark. (10) È quello che ho fatto in un saggio pubblicato nel 1964 e ristampato come cap. 11 del voi. I dei miei Philosophical Papers, Cambridge, 1981, soprattutto alla p. 201 e sgg. (11) Con il termine «dèi» intendo sempre gli dei descritti nei poemi omerici ed accettati dal senso comune dei greci fino al quinto e quarto secolo a.C., vale a dire specifiche entità la cui relazione con l'esperienza e la pratica sociale è in qualche modo conosciuta (per maggiori dettagli e riferimenti bibliografici cfr. nuovamente il cap. 16 del mio Against Method, cit.; cfr. inoltre la prima parte del cap. 1 (intitolato Vedere gli dei) di R.L. Fox, Pagans and Christians, New York, 1986.Gli argomenti sul Dio uno e trino della cristianità nicena differiscono nei dettagli, ma non nello schema generale. Si noti, tra parentesi, che i teorici del Cristianesimo non negavano l'esistenza degli dei pagani, ma sostenevano che si trattasse di demoni (S. Paolo, / Corinti, X, 20.) Per gli ebrei gli dei pagani semplicemente non esistevano: cfr. Y Kaufmann, The Religion of lsrael, New York, 1972, p. 20, 230. Dunque lo sciovinismo ontologico degli antichi ebrei era superiore a quello dei primi cristiani e si avvicinava allo sciovinismo dei moderni scienziati agnostici. (12) R. Sperry, Science and Mora/ Priority, Westport, Conn., 1985, p. 32. (13) Cfr. la citazione alla nota 17 e il relativo rimando bibliografico. (14) Per una critica particolareggiata del caso della chimica con esemplificazioni tratte anche da altri campi, cfr. Hans Primas, Chemistry, Quantum Mechanics and Reductionism, Springer, Berlin, 1981; una spiegazione più succinta e meno formale si trova in H. Primas, Kann Chemie auf Physik Reduziert werden?, in Chemie in unserer Zeit, voi. 19, 1985, pp. 109-119, 160-169.Il caso particolare delle leggi della fisica è trattato in M. Cartwright, How the Laws of Physics Lie, Clarendon Press, Oxford, 1983. (15) «Il grande successo del metodo cartesiano e della prospettiva cartesiana sulla natura è in parte il risultato di un percorso storico di minore resistenza. Quei problemi che portano all'avvio di una nuova teoria vengono perseguiti più rigorosamente, proprio perché il metodo vi svolge un ruolo attivo. Altri problemi e altri fenomeni vengono'lasciati da parte, tagliati fuori dalla comprensione per via dell'adesione al cartesianesimo. I problemi più ardui non vengono affrontati, se non altro perché le brillanti carriere degli scienziati non si costruiscono su continui fallimenti. Così il problema di comprendere gli sviluppi embrionali e psichici e la struttura e la funzione del sistema nervoso centrale continuano a rimanere nello stato insoddisfacente in cui si trovavano cinquant'anni fa, mentre i biologi molecolari procedono di trionfo in trionfo nella descrizione e manipolazione dei geni» (R. Levins e R. Lewontin, The Dialectical Biologist, Harvard University Press, Cambridge, 1985, p. 2 e sgg.). pagina 47 troppo ingenue e semplicistiche per guidare le nostre idee sulla natura e le implicazioni delle pretese della conoscenza. E con questo le scienze cessano di essere le sole discipline da consultare per le questior~,i di tipo ontologico. 22 Questo non significa che possiamo fare a meno della destrezza scientifica. Ciò non è possibile. Il nostro mondo è pieno di prodotti materiali, intellettuali e ideologici della scienza e di tecnologie a base scientifica. Abbiamo bisogno di sapere come trattarle, il che significa che abbiamo ancora bisogno di scienziati, di tecnici, di filosofi di impostazione scientifica, di sociologi, ecc. Ma l'apporto di questi esperti è assai meno fondato in «natura» di quanto non si ritenga solitamente. Per cui non è per niente facile criticare queste posizioni: le idee in cui si crede sono più tenaci dei materiali più duri. Lungi dal limitarsi a descrivere ciò che esiste, esse creano condizioni di esistenza e una vita adattata a queste condizioni. Ma il mondo che esse ci presentano non è un sistema statico popolato da formiche che pensano (e che pubblicano), le quali, arrampicandosi attraverso le sue crepe scoprono gradualmente i suoi lineamenti senza in alcun modo modificarli. È un Essere dinamico e sfaccettato che influenza e riflette l'attività dei suoi esploratori. Un tempo era pieno di dei; poi divenne un mondo scialbo e materiale e può essere ancora cambiato se i suoi abitanti avranno la determinazione di compiere i passi necessari. Traduzione dall'inglese di Stefano Rosso Il ponte, 1908-1910ca «L'insufficienza di tutta la sperimentazione biologica, se confrontata con la vastità della vita, viene spesso riscattata facendo ricorso ad una solida metodologia. Ma procedimenti determinati presuppongono oggetti estremamente limitati [... ]». (E. Chargaff, Herac/itean Fire, The Rockefeller University Press, New York, 1978, p. 170). (16) Disturbing the Universe, Harper & Row, New York, 1979, p. 63. (17) Questo è vero anche se ci serviamo delle teorie contemporanee più inclusive e le consideriamo universalmente (e non solo localmente) valide: «è logicamente coerente considerare gli atomi e le molecole come realmente esistenti. Tuttavia non si può affermare che una certa cosa consiste di atomi e di molecole. Atomi e molecole sono modi in cui le cose appaiono in base ad una classe specifica di condizioni d'osservazione. Questo modo molecolare di osservare le cose fornisce una descrizione fisicamente corretta di singole molecole isolate, specialmente in tutti gli esperimenti di spettrometria. Ma questo modo di guardare le cose non è ancora quello della chimica». H. Primas, Kann Chemie auf Physik reduziert werden?, cit., 115. (18) The Possible and the Actual, University of Washington Press, Seattle & London, 1982, p. 67. (19) Cfr. Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, canto Il, 38-39: coloro «... che non furon ribelli/né fur fedeli a Dio, ma per sé foro» sono abbandonati in una terra di nessuno posta tra il Paradiso e l'Inferno. (20) Alcuni sviluppi in quest'area di studio sono discussi da W. Lepenies in Das Ende der Naturgeschichte, Monaco, 1976. Su tale questione è particolarmente interessante l'opera di Buffon. (21) Discussions with Einstein citato in J.A. Wheeler, W.H. Zurek (a c. di), Quantum Theory and Measurement, Princeton University Press, Princeton, 1983, p. 42. Per alcune precisazioni cfr. i capitoli I e III del mio Farewellto Reason, London, 1987. In modo analogo Quine considera la creazione di nuove entità come un atto semantico dotato di conseguenze ontologiche. (22) È piuttosto interessante che persino il continente americano che io ho utilizzato come esempio per illustrare il PS sia stato fabbricato (nel senso sopra esposto) e non trovato. Al suo arrivo Colombo interpretò le linee costiere, il clima e le popolazioni a sostegno della sua convinzione di essere sbarcato nell'Asia Orientale. L'esistenza di un nuovo continente poté essere sostenuta soltanto dopo una drastica riorganizzazione delle inferenze. Per un trattamento più particolareggiato cfr. l'affascinante volume di Edmondo O'Gorman (The Invention of America, University of Indiana Press, Bloomington, 1961. Nel campo delle arti è stato Panofsky, sulla scia di Cassirer, a mettere l'accento sugli ingredienti costruttivi delle caratteristiche «oggettive» del mondo: «Die Perspektive als Symbolische Form», Vortraege der Bibliothek Warburg 1924-1925, Leipzig/Berlin, 1927.Si tratta di un passo nella giusta direzione, ma non ancora del tutto soddisfacente poiché sempre legato alla vecchia opposizione tra costruzioni (che sono imposte su un materiale privo delle sue usuali proprietà) e descrizioni (che sono astratte da un materiale già in possesso delle proprietà).
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==