pagina 16 damer sorvola sempre la questione, dando per scontato che l'arte «non può mai definitivamente esaurirsi nel concetto»), è chiaro che relazioni e costanti non appaiano di primo acchito, ma emergono soltanto con il risalire della rilettura che modifica, a ritroso, i sensi precedentemente acquisiti. La rilettura, sia che interrompa la continuità del leggere, sia che intervenga a distanza di tempo a integrare il già compreso, procede a un confronto di interpretazioni, e opera una serie di scelte interpretative. [... ] Il metodo non è altro che la coerenza delle scelte interpretative. Ora, possiamo benissimo immaginare delle interpretazioni che rifiutino per principio la coerenza: ecletticamente pluraliste, oppure, in negativo, tese e decostruire le altre interpretazioni con una erranza strategica senza fissarsi in un determinato punto di vista. Ma [ ... ] se il confronto delle interpretazioni punta a raggiungere il più rigoroso argomentare, non mi sembra possibile rinunciare alla coerenza come valore. L'attacco al metodo portato dall'ermeneutica gadameriana implica la subordinazione della spiegazione alla comprensione: la spiegazione deve limitarsi a esporre ciò che già la comprensione ha interamente colto, senza attardarsi dunque nei ritorni indietro e nel disoccultamento delle pieghe cui il suo termine allude. Giustamente Ricoeur, alla ricerca di una logica ermeneutica che tenga il passo dell'epistemologia, ha rivendicato il ruolo della spiegazione [... ] di più: la comprensione, già nel suo processo individuale, è orientata in vista di una possibile comunicazione, dunque prende posizione nella prospettiva di un momento pubblico (anche quando questo non si realizza). È ciò che si intende con «foro interiore»: l'intimità del dialogo si allarga alla molteplicità di voci che rappresentano gli apici di un dibattito [... ]. Dallo stesso orizzonte di ricerca prendono le mosse questi appunti recentissimi - ancora allo stato di riflessioni abbozzate - a Laboratorio italiano 88/Saggistica proposito di Genette, in particolare degli ultimi studi genettiani Palimpsestes e Seuils. Nelle intenzioni dovrebbero raggiungere, con un po' più di fiato, l'ampiezza di una nota. A proposito di Genette A ffrontando le casistiche della riscrittura e dell'apparato editoriale, che egli denomina premettendo al termine testo i prefissi iper- e para- , Genette non può evitare la collisione con gli orientamenti del decostruzionismo. E per quanto glissi la polemica diretta, citando solo incidentalmente Bloom o Derrida, e sebbene adotti un atteggiamento da collezionista divagante e autoironico, il confronto appare obbligatorio. Nella sua volontà di distinzione e di catalogazione, Genette risulta lontano dalla generalizzazione dei problemi letterari, così come dalla estensione dell'etichetta letteraria a ogni scrittura: il fatto che si intrighi nel ventaglio prefissale dei diversi tipi di trascendenza testuale dovrebbe dimostrare che non è disposto ad allargare contusivamente la nozione di testo a coprire allo stesso modo la finzione e il commento, forse addirittura la realtà stessa. In un'intervista pubblicata su «Alfabeta» n. 100 (dunque in sede di epitesto, per seguire la sua terminologia), Genette si è dichiarato strutturalista e moderno in contrapposizione all'irrazionalismo dei post-, poststrutturalisti e postmoderni; non basta? Rispetto all'influenza bloomiana che si afferma quantunque e comunque, anche in mancanza di fonti, poiché risiede nella psicologia degli autori, Genette opera con i piedi di piombo, restringendo la nozione di ipertesto ai soli casi di scrittura dichiarata per qualche via. Eppure, come in Bloom la storia letteraria va da sé per la discendenza (e dipendenza) di figli nevrotizzati da padri troppo forti, sempre tutta dentro a un romanzo familiare, non di meno in Genette la letteratura sembra girare su se stessa; alla linea di decadenza di Bloom si sostituìsce una circolarità ciclica, ma non per questo l'influenza della storia non letteraria riceve maggiore spazio, se non marginalmente o in extremis. In una evoluzione che assomiglia al gioco della cavallina (saute mouton) basterebbe saper aspettare il proprio turno per ritrovarsi naturalmente sulla groppa dell'attualità. Anche sulla controversia tra moderno e pstmoderno Genette - che pure avrebbe in mano, parlando di scrittura, tutte le carte per riconoscere la fondamentale divaricazione di due modi antitetici di rivolgersi al passato - preferisce cavarsela senza arbitrare, limitandosi a suggerire che in fondo i numi tutelari sono gli stessi, e quindi labili i confini. Dallo stesso atteggiamento deriva lo scetticismo diffuso per le avanguardie e per le svolte troppo polemiche; ma la polemica, intanto, è stata disinnescata, ridotta com'è a un regime tra tanti in una rosa dalle molte sfumature. E i regimi, poi, sembrano un po' caratteri da commedia (l'ironico, il ludico, il satirico, ecc.) che si pestano i piedi per prendersi spazio; mentre semmai si tratterebbe di vedere i regimi (che riguardano il rapporto «di coppia» tra l'iper- e l'ipotesto) in relazione al contesto culturale da cui soltanto assumono valore. Il problema che pone la scrittura non è solo nella trasformazione da testo A a testo B, ma nel senso che assume la scelta di trasformazione in un certo modo un certo testo, in un dato momento. Per quanto concerne, poi, il paratesto - tutta la gamma di supporti che accompagna la pubblicazione in volume, compresi gli apporti esterni che ne orientano la ricezione - su questo argomento Genette opera con tale minuziosità descrittiva da attivarsi per prima l'obiezione di un eccesso di tecnicismo. Tuttavia, l'idea del paratesto come fascia intermedia tra dentro e fuori-testo, come frangia dai contorni talvolta indecisi (in Seuils si trova, ed è difficile· che sia caduto per sbaglio dalla penna, il termine «indecidibile») potrebbe aprire il fianco al gioco derridiano (vedi l'Hors livre de La Alf abeta 11O/111 dissémination) per cui l'indefinitezza del limite porta al debordare dei supplementi nella testualità generale. Certo Genette segnala le particolarità retoriche dei vari generi di paratesto; ma proprio perché vi attribuisce per solito una funzione pragmatica (la prassi si rifugia - o è scacciata? - nelle scritture marginali) finisce per confondere nell'orizzonte retorico anche i discorsi interpretativi (prefazione, note ecc.) che, per quanto piegati a un ruolo promozionale, non vanno però di meno sottratti - anzi a maggior ragione sospettosamente sottoposti - al criterio di verificabilità, a prescindere dalla loro collocazione spaziale. Forse uno studio sul metatesto - non ancora apparso à ma connaissance (se mi si consente una locuzione tipicamente genettiana) - potrebbe dissipare questi dubbi. Delle molte cose che passano nella categoria di paratesto, mi è parsa soprattutto importante la rivalutazione delle dichiarazioni esplicite degli autori e, in generale, delle informazioni e testimonianze: la filologia, insomma, come apporto necessario alla comprensione letterale del testo. Apporto non determinante; però condizionante. Il motto che Genette ricalca ironicamente da Wittgenstein («ce qu'on ne peut ignorer, mieux vaut le connaitre») mi pare tutto accettabile. Si può comprendere Armance senza sapere che il protagonista è impotente? La logica del testo sta proprio nel fatto che la «chiave» è data per una via «esterna». L'impostazione qui tratteggiata in negativo ma spero chiaramente, attraverso alcuni obiettivi critici, vorrei portarla avanti interessandomi soprattutto dei problemi del metodo e della specificità letteraria. Oggetti di ricerca: Benjamin da un lato, Della Volpe e Lotman dall'altro. Fermo restando il referente collettivo, non è impossibile che le singole parti ricavate dai sondaggi si accorpino in un libro individuale. Ma questa, più che un progetto, è un'aspirazione. La rivistadellapubblicitàd,ellacomunicazioned,ellestrategiee analisidi mercato. L'Europatelevisiva: Il processodiomologazione trai diversimodelli, I costidi produzione, le nuovetecnologie, glisponsor. Il nuovopanorama audiovisivdoopol'apertura dellefrontiere. Pubblicitàe Società: • Perundibattitosulla concentrazionneel settoredell'informazione • Lacampagna pubblicitaridaell'INPS ~ • Tuttii nomie le regole dellaCommissioneperla pubblicità Econom,aelettronica e informazione: tuttele possibilità di azionedelle impresesullo scenariointernazionale dellafinanza EditorialeComunicare srl - Via Caradosso18 - 20123 Milano - Tel.4396976
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