pagina 36 Nota Le traduzioni - o, meglio, libere versioni - che seguono, sono rispettivamente dalle quattro maggiori poetesse contemporanee nel Vicino e Medio Oriente: le palestinesi Fadwa Tuqàn e Salma al-Khadra al-Jayyusi, l'irachena Nazik al-Mala'ika, l'iraniana Forùgh Farrokhzàd. Poesia per lo più d'amore, ma pervasa a volte da una tensione e simbologia mistica, nella migliore tradizione della lirica erotica nel mondo islamico. Carica tanto più notevole, quanto si accompagna senza apparenti contrasti - nelle autrici citate - a una produzione d'impegno politico e sociale, e a una ricerca di modernità della forma non esente da influssi della poesia occidentale. Maggiormente ancorata alla tradizione araba classica la «romantica» Tuqàn, nata a Nablus nel 1920 e a tutt'oggi vivente nella Cisgiordania occupata. Di lei possono essere ricordati i burrascosi rapporti col generale israeProve d'artista Forùgh Farrokhzàd Muri di cinta Adesso nella notte spenta quasi vegetali muri di .cinta crescono a guardia del mio prato adesso i rumori della città come banchi di pesci impauriti fuggono l'oscura mia riva adesso finestre malinconiche tornano a spalancarsi a contatto di profumi nell'aria adesso nei giardini dormienti alberi si spogliano della corteccia La terra attraverso mille fori assorbe particelle disorientate del chiaro della luna adesso accostati e ascolta il battito agitato del mio cuore se non sembra ritmo di tamburi che accompagni la voce della tribù del mio corpo Quando tutte le stelle giacciono nel sonno l'una accanto all'altra languide dopo l'amplesso io sento l'ora della preghiera Allora come la brezza io corro da un capo all'altro impazzita nella notte e riverso nelle tue mani la massa dei miei capelli e ti regalo fiori tropicali di questa landa verde e calda Allora insieme a me tendi verso quella fulgida stella che più di mille anni dista dal peso della terra dall'inganno delle sue forme là dove nessuno davvero ha timorf della luce! Torna attraverso il mio corpo all'origine del concepimento: quando tu mi hai fatto rinascere e io sono rimasta priva di te Adesso le colombe volano sulle cupole dei miei seni le farfalle dei miei baci premono contro le mie labbra per uscire all'esterno e l'àbsid~ del mio corpo è pronta per la preghiera Io respiro su isole galleggianti in cerca di un angolo di cielo sgombro da pensieri volgari io sono impotente a parlare poiché le parole competono alle cose vane e cadùche Lasciami nel rifugio della notte che assuma pure su di me i carichi della luna lascia che mi riempia delle gocce della pioggia che i cuori non sviluppati dei bambini mai nati pulsino dentro il mio corpo affinché diventi la culla di un nuovo messia Alfabeta 109 Traduzione di 'Ali Khorvini e Pino Blasone liano Moshe Dayan, la cordiale conoscenza- a Stoccolmacon Salvatore Qllftsimodo, l'appellativo «poetessa della Resisteiµa» dovuto alla sua produzione impegnata. Anglista e allo stesso tempo studiosa della poesia araba moderna, la al-Jayyusi è invece una palestinese dell'esilio, nata a Safad in Galilea e vissuta soprattutto in Libano. Non a caso Senza radici è intitolato il suo componimento più noto tradotto in italiano, ambientato nei campi-profughi (in AA. VV., Palestina poesie, Palermo, Ila Palma, 1982). Se la al-Jayyusi può decisamente essere ascritta alla corrente «simbolista», è la al-Mala'ika a rompere, fin dal 1947 col suo Movimento di Poesia Libera, con la rigida metrica convenzionale. Ella è considerata da molti la più importante poetessa araba contemporanea, cosl come la Farrokhzàd contende tale palma alla più anziana e tradizionale Parvin E'tesami, per quanto riguarda la sorella poesia persiana. Documentarista cinematografica premiata a Oberhausen nel 1963, interprete altresì del teatro pirandelliano, la Farrokhzàd nasce a Teheran nel 1935. Femminista e opp~itrice del regime allora vigente in Iran, ella muore nel 1967 in un incidente d'auto rimasto misterioso. Si riferiscono alperiodo della sua maturità letteraria le belle traduzioni di Silvia Curzu apparse su Oriente Moderno del gennaio-dicembre 1982. Con un ringraziamento a Mali Olia e Renata Tecca Martini per la gentile collaborazione, e a Rosemary Ano Liedl per l'incentivo alle presenti traduzioni. Di queste ultime, quelle dalla Tuqàn e dalla al-Jayyusi sono in via di pubblicazione nell'antologia La te"a più amata. Voci della letteraturapalestinese, curata da chi qui scrive e da Tommaso Di Francesco per l'editoriale de il manifesto. Pino Blasone 1,
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