pagina 32 Questa alleanza ha ormai prodotto sedimenti antropologicamente significativi. Ritoccarla qua e là potrebbe non bastare. Di una delle più stupefacenti istituzioni umane (in senso stretto: strutture non naturali, che perciò avrebbero - potuto - non - essere), l'economia monetaria, non si contesta più in nessun luogo l'insopprimibilità storica: al di qua, al di là o senza di essa si apre probabilmente il baratro di una direzione autoritaria dei processi sociali. Eppure, il codice genetico dell'economia monetaria è, quanto a effetti concreti, assai poco innocuo e molto capiente. In esso è ineluttabilmente inscritta la rarefazione della risorsa tempo: e dunque non solo lo sfilacciamento su vasta scala del tessuto della comunicazione umana (G. Ruffolo, 1985), ma anche, su un terreno che non è certo imputabile di languori eticistici, un'accentuazione della subalternità delle decisioni individuali e collettive alla cogenza esercitata dalla scarsità del tempo a disposizione: cioè un moltiplicarsi delle decisioni a danno delle scelte ponderate e razionali. È appena il caso di aggiungere che l'impoverimento della comunicazione fa scemare il livello medio di attenzione ai processi politico-collettivi. Al codice genetico dell'economia monetaria appartiene anche, organicamente, la platea di ruoli istituzionali e di connesse rendite immateriali di potere. Chi pensa a questi fenomeni come a residui premoderni, mantenuti in vita dal doloroso successo di congiure e di interessi di piccolo cabotaggio, è fuori strada o si lascia abbacinare da un'accezione fuorviante delle teorie del «potere diffuso». Proprio una società che non ha più bisogno della platealità del re e della fisicità inamovibile di comandanti e comandati, vede accrescersi l'esigenza di punti fissi organizzativi che dispongono almeno dello schermo dell'inattaccabilità specialistica, di un simulacro di finalità. È attorno a questi «beni posizionali» che si scatena un fenomeno tipico di congestione e di affollamento: l'aumento dell'«abilità» (Kant) sociale media autorizza un numero crescente non già di pretendenti illegittimi, ma di aspiranti legittimi alle cariche istituzionali: le quali, per parte loro, si autonomizzano dagli scopi talvolta del tutto specifici e transitori per i quali erano nate, e vanno ad ingigantire il fondo immobile della società, quello nel quale si depositano non solo le istanze presentemente conservatrici, ma le possibilità future a breve raggio di verticalizzazione e di gerarchizzazione. Che poi la pesantezza inerziale dei beni posizionali di potere travolga ogni discrimine di coscienza e di appartenenza politica, è un dato che potrebbe essere contestato solo con gli strumenti di una retorica vetero-umanistica. La domanda di un potere diverso e superficiale nasce Saggi quando è stata soddisfatta la domanda di fruizione di un potere universale assicurato da mezzi di comunicazione non selettivi. La situazione sarebbe paradossalmente meno grave se la mobilità verticale fosse veicolata, oligarchicamente, da quei circuiti chiusi con cui ogni forma sociale ha risolto problemi di ricambio fisiologico al vertice e di autostrutturazione piramidale. Ma il progresso è anche questo: l'abilità cresce ad un ritmo che spiazza gli alvei istituzionali destinati ad accoglierla. L'idea infantile secondo la quale una piena espansione dell'economia monetaria corrode le basi della burocratizzazione fu già battuta in breccia da Max Weber. Al-contrario: non c'è burocrazia moderna senza il modernissimo trionfo del denaro. Si può suggerire un'ipotesi: l'evoluzione del principio di Casa della famiglia Duchamp a Blainville autoconservazione non evoca crudelmente la necessità di una presa di posizione sulla marginalizzazione o sull'estinzione del conflitto di classe. L'autoconservazione non esercita vistosi effetti paralizzanti sulle dinamiche sociali o sull' iniziativa politica corrente: essa ha piuttosto la facoltà di avocare a sé, come un terreno di caccia riservato, grandi appuntamenti di storia della civiltà, forse non solo della civiltà moderna. È in effetti doveroso esplicitare, in vista di elaborazioni future, un presupposto fin qui taciuto: tutto il groviglio delle aspettative e delle delusioni, per sciogliere il quale si costituiscono apparati impermeabili alle reazioni e ai sentimenti individuali, non può essere piombato all'imAlfabeta 109 provviso nel nostro raggio d'attenzione. In esso si articola il problema del senso, cioè del residuo di tensione finalistica presente in un mondo che, per organizzarsi, ha dovuto soffocare empiti teleologici. Il protagonismo del senso non può però essere compreso come interpolazione avventizia del mito all'interno del logos: può essere più facilmente compreso come incessante «elaborazione del mito» (H. Blumemberg, 1981), cioè come periodico reclutamento del logos nelle schiere del mito. Il logos fa sempre la parte dell'inseguitore. Anche in questo ritardo originario, in certo modo abissale, si alimenta il conservatorismo. Può accadere che le scadenze di storia della civiltà siano confinate per lungo tempo in una latenza che non si scarica sull'andamento delle varie congiure politiche. Può accadere però che i nodi vengano al pettine con un'aggressività repentinamente accelerata: è importante che in quel momento i progressisti non si facciano trovare impreparati. Bibliografia H. Arendt, Lectures on Kant's Politica! Philosophy, a cura di R. Beiner, Chicago, 1982. H. Blumenberg, Selbsterhaltung und Beharrung. Zur Konstitution der neuzeitlichen Rationalitiit, in H. Ebeling (a cura di), Subjektivitiit und Selbsterhaltung, Frankfurt am Main, Suhrkamp, 1976. H. Blumemberg, Arbeit am Mythos, Frankfurt am Main, Suhrkamp, 198l2. H. Dubiel, Was ist Neo Konservatismus?, Frankfurt am Main, Suhrkamp, 1985. J. Habermas, Die neue Unubersichtlichkeit, Frankfurt am Main, Suhrkamp, 1985. D. Henrich, Die Grundstruktur der modernen Philosophie, in H. Ebeling, op. cit. M. Horkheimer, Ragione e autoconservazione (1941-42), in ID., Crisi della ragione e trasformazione dello Stato, Roma, Savelli, 1978. I. Kant, Sopra il detto comune: «questopuò esseregiusto in teoria, ma non vale per la pratica» (1793), in ID., Scritti politici, Torino, Utet, 1965. P. Kondylis, Konservatismus, Stuttgart, Klett-Cotta, 1987. H. Liibbe, Traditionsverlust und Fortschrittskrise, in ID., Praxis der Philosophie, praktische Philosophie, Geschichtstheorie, Stuttgart, Reclam, 1978. N. Luhmann, Il codice politico. «Conservatore» e «progressista» nei termini della teoria dei sistemi, in ID., Potere e codice politico, Milano, Feltrinelli, 1982. K. Manrìheim, Konservatismus. Ein Beitrag Zur Soziologie des Wissens, Frankfurt am Main, Suhrkamp, 1984. O. Marquard, Abschied vom Prinzipiellen, Stuttgart, Reclam, 1981. O. Marquard, Apologie des Zufiilligen, Stuttgart, Reclam, 1986. G. Ruffolo, La qualità sociale, Roma-Bari, Laterza, 1985. IL SASSONELLO STAGNO Giorgi.oRuffolo Emergenza ecologica e governo mondiale MicroMega 2;88 INEDITO 1 Hannah Arendt Martin Heidegger a ottant'anni (presentazione di Alessandro Dal Lago) ICEBERG 1 Cobas e dintorni Pi.etroMarcenaro Più eguaglianza, più differenze Miriam Ma/ai Ricomincio da me Pi.erreCarniti Sindacato sotto stress Tatiana Pi.pan Lo sciopero di Narciso Domenico Starnone E l'insegnante divenne bersagliere ICEBERG 2 La condì'zione ebraica Gadi Luzzatto La sinistra italiana è antisemita? Alberto Nirenstain Quando gli ebrei collaboravano con Hitler LABIRINTO Ralf Dahrendorf Declino delle opposizioni e minoranze morali Enrico Testa La scelta di Sophie ... ICEBERG 3 Gli Stati Uniti dopo Reagan Alessandro Portelli L' evangelio elettronico Seymour Melman Il costo del Pentagono Gian Giacomo Migone ~'autunno dell'Impero Furio Colombo Allarme giallo Gianni Riotta Il cittadino e l'uomo nero Massimo Franco La repubblica delle lobby INEDITO 2 Giinter Anders Nichilismo ed esistenza (presentazione di Roberto Esposito) INEDITO 3 JeanAméry Il mago del sangue-e-suolo (presentazione di Sergio Fabian) EX LIBRIS Giovanni Palombarini Il terrorismo secondo i terroristi Danilo Zolo Le vecchie novità di Sartori --------------------------------------- :::~agli!:' -- Nome/Cognome Via!Città!CAP MicroMega, la rivista trimestrale. Condizioni di abbonamento: abbonamento annuo (4 numeri) L.50.000.~Effettuare il versamento sul conto corrente postale n. 60249000intestandolo a «Editrice Periodici Culturali» - Via Savoia, 37 - 00198 Roma; oppure! 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