Alfabeta - anno X - n. 109 - giugno 1988

pagina 24 ta. Su oltre novant'anni di produzione mondiale, all'interno della quale, come accade in ogni campo, si può trovare l'immondizia e il capolavoro, gli studi, e in particolar modo quelli italiani, si distinguono per la scarsità quantitativa e anche in generale per quella qualitativa. Nonostante i primi anni ottanta siano stati teatro di una vera e propria esplosione del fumetto italiano, sotto tutti i punti di vista, compreso quello commerciale, non si può infatti dire lo stesso per quanto riguarda la riflessione critica sul fenomeno, rimasta in linea di massima superficiale e asfittica. Per questo la pubblicazione del libro di Gino Frezza, La scrittura malinconica - che porta come sottotitolo Sceneggiatura e serialità nel fumetto italiano - è un evento importante. La scrittura malinconica è la scrittura della sceneggiatura, luogo in cui «la capacità fantasmatica del soggetto consegna alla malinconia un patrimonio di immagini 'possibili' del proprio 'oggetto perduto', come se ciò potesse sostituirne l'assenza o indicarne l'eventualità» (p. 5). E questo accade anche perché, a differenza della parola dello scrittore vero e proprio, la parola dello sceneggiatore non definisce lo spazio poetico e narrativo, ma semplicemente lo pre-definisce, lasciando ad altri il compito di completare l'opera. In questo senso «la sceneggiatura è il prodotto di un'attività di scrittura in cui il soggetto trae in un ordine preciso l'immagine, potenziale o irreale o condivisibile, dovuta alla sua capacità fantasmatica: così operando, la sceneggiatura apre uno spazio alla definizione tecnica dell'immagine» (p. 6). Questa scrittura dell'irreale, ponte sospeso tra l'indeterminatezza dell'immaginario personale e un lavoro di realizzazione del testo concreto che già non le appartiene più, assume strutture razionali per rendersi effettiva nella produzione di serie; strutture che riguardano da una parte gli stessi schemi della serialità, e dall'altra le forme in evoluzione della quotidianità domestica, urbana e metropolitana. Una serie di nozioni tratte dalla teoria dell'informazione possono essere riviste in un'ottica qualitativa per analizzare i fenomeni di serie; e in particolare il concetto di ridondanza ci permette di riconsiderare il rapporto tra innovazione e ripetizione che viene determinato dalla sceneggiatura seriale. Riprendendo Anthony Wilden (la voce Informazione della Enciclopedia Einaudi), viene detto che la ridondanza, .«mentre appare un costituente contestuale essenziale all'informazione, si dimostra una relazione molto più complessa di quanto indichi la teoria statistica [... ] la ridondanza è una relazione tra testo e contesto, e tra livelli di complessità [... ]; la ridondanza esprime l'esistenza, nel prodotto standard, di nozioni o condizioni o significati 'ambientali'» (p. 13). Senza ridondanza dunque, come senza ripetizione, non si dà nessun testo, che sia seriale o meno, ma la sua funzione è chiaramente maggiore là dove impera una legge della produzione e la necessità di soddisfare le esigenze di un consumo che si presume vasto e vario. È tuttavia dalla parte della produzione che la standardizzazione, in quanto imposizione della riCfr dondanza, ha un peso maggiore, per ragioni di costi e di politica economica; mentre è il consumo che determina di fatto l'andamento del mercato. In questa dialettica, alcune professionalità italfane «hanno saputo cogliere gli orizzonti evolutivi del mercato osservando attentamente fenomeni scaturiti o impliciti nel consumo. E hanno saputo lavorare qualcosa di più della 'complicità' costruita tradizionalmente nei lettori attraverso la convenzionalità dei generi». Così, «nella cultura seriale la standardizzazione produce un ampio radicamento dei suoi effetti nella diffusione di oggetti e di merci in spazi individuali, domestici, collettivi, concatenando, più organicamente di prima, comportamenti, valori e valutazioni» (p. 14). A partire da questi presupposti il volume di Frezza analizza la storia e l'attività del fumetto italiano, in una prospettiva sociosemiotica che cerca di superare la moralistica contrapposizione tra produzione d'autore e produzione di consumo, e inserisce il fumetto in un contesto socioculturale di vaste dimensioni e risonanza. Non solo, infatti, anche a partire da una valutazione tradizionale, è estremamente difficile tracciare nel fumetto italiano una linea che separi i due livelli; ma è la stessa opposizione a rivelarsi controproducente per il ricercatore che stia indagando sul fenomeno. «La dinamica tra serialità, industria e avanguardia va ripensata secondo un contesto di eventi per il quale le domande 'è arte? è merce? è evento?' non hanno più tanto senso, essendo da tempo trapassate nell'esperienza e nella memoria dei soggetti che producono e consumano. Tutto questo non azzera i problemi, ma esalta ancora di più la necessità di una ricerca essenziale alla produzione stessa» (p. 116). Gino Frezza La scrittura malinconica Firenze, La Nuova Italia, 1987 pp. 117, lire 11.500 Walter Pedullà Giorgio Patrizi e i sono dei libri che non consentono linearità di discorso: libri ardui e complessi, imbarazzanti anche se magari di un'allegria di scrittura che contagia il lettore. Ma la complessità di questi libri, se ostacola ogni interpretazione unidimensionale o riduttiva, attiva diverse competenze e diverse prospettive di riflessione, le coordina e le intreccia. È di questo genere il libro che Pedullà dedica al più bello dei personaggi palazzeschiani, quel Perelà, vomo di fumo, che, dal 1911, anno della pubblicazione de Il codice di Perelà, non smette di proporsi esemplarmente quale utopico rifondatore di leggi, in nome della propria radicale «leggerezza». A quel lontano archetipo di tanti paradossi narrativi, susseguitisi nell'arco di settant'anni (sicuramente marcando una parabola discendente dei valori trasgressivi di cui viveva la scrittura di quel progenitore), Pedullà guarda con una ottica che triplica i suoi oggetti. O meglio legge in filigrana le vicende di almeno tre storie che ci riguardano da vicino. È questa moltiplicazione delle analisi, delle domanÀlfabeta 109 de e delle risposte, che rende difficile chiudere l'universo di discorso a cui il titolo, pur con tutta la sua allusività, sembra rimandare. Perché, se allora non è un libro su Palazzeschi e forse solo in parte da Palazzeschi, cos'è quest'opera così spudoratamente paradossale? Di Perelà, personaggio cristologico, sceso in terra a testimoniare i valori dell'esser di «fumo», Pedullà (e l'assonanza dei nomi, seppur casuale, è tutta nello spirito del libro) riscrive la vicenda; ne realizza una trascrizione in cui tutti i personaggi del romanzo divengono metafore o meglio figure e dramatis personae che mettono in scena le vicende, le dinamiche, i drammi, le tensioni, le utopie della nostra società contemporanea. Tutti i protagonisti delle surreali situazioni palazzeschiane appaiono votati, nella ricostruzione di Pedullà, a un destino ossimorico: tanto più si astraggono dal testo per perdere l'identità della pagina e acquistare quella marionettistica del teatrino della storia (la nostra, quella degli ultimi venti anni), tanto più in realtà essi di questa storia si riempiono, prendono corpo, divengono in carne e ossa, attori-testimoni di vicende ben vive nella nostra più recente memoria. È così che gli uomini e le istituzioni del mondo di Perelà assumono gli stessi tic, gli stessi vizi e pregi, le stesse smanie e le stesse fedi di quanti hanno attraversato le strade e le istituzioni della nostra contemporaneità. Donna Giacomina Butero è così conformata che non sopporta penetrazioni se non dal sesso minimo, finalmente incontrato, di Carlomignolo. Questi, dotato in modo microscopico ma pur tangibile, La rivistadellapubblicitàd, ellacomunicazioned, ellestrategiee analisidi mercato. OpzioneZero: Anchela pittura è ormai divenutaunsettore merceologico cometuttiglialtri Quantisoldimuovono leconcessionaridei pubblicità? Cosìilpentapartithoa regolamentatiolmercato editoriale il rapportotra televisione carta stampata.Grandesconfitta perla RizzalidiGianni Agnelli, è andatameglio all'imperodi Silvio Berlusconi. dovepiùche l'artecontano lestrategiedi mercato .. Un lungoelencodi cifre chemettea confronto i portafogli e l'immagine "dimarca" costruitaintorno ai pittori. EditorialeComunicaresrl- ViaCaradosso 18 - 20123 Milano- Tel.4396976 delleprincipali testateitaliane e delleloro . . concess1onane.

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