Alfabeta - anno X - n. 108 - maggio 1988

I pagina 8 A più voci Alfabeto 1081 Temi. Tradizione del nuovo Tirarsi • on Elio Grazio/i O gni volta sembra di dover ripartire da capo. Ci si chiede un salto, un atto di fede a partire dal quale illuminare il resto? Ma il resto non è ciò che resta sempre in eccesso o in mancanza? Occorre rifare, riassumere per l'arte ciò che è stato pensato ed è successo in filosofia, epistemologia, psicoanalisi, antropologia ... ? O si chiede una nuova visione del mondo, fosse anche solo quello dell'arte? Quale novità? Soprattutto, da dove viene la domanda di nuovo? Accettiamo il punto di partenza della «tradizione del nuovo» come problema e anche l'euristica contrapposizione di moderno e postmoderno. Il moderno allora da un lato ha fallito, irreversibilmente, i propri obiettivi e ripiegando su un'autoriflessione ossessiva ha avviato quello stesso processo di invaginamento che ha dato come risultato il postmoderno. Prolificazione di riflessioni sul ruolo, sullo statuto, sui criteri, poi metalinguaggio e strutturalismo: l'eccesso di ripiegamento sul dentro ha smarrito un qualsiasi fuori. Finché, se il postmoderno - e la sintesi cui ancora vorrei rifarmi anche in questo caso è quella del Baudrillard de Lo scambio simbolico e la morte, perché discutibile ma radicale e precisa - è quella terza potenza di tutto per cui da realtà si passa a iperrealtà, da politica e transpolitica e da estetica a transestetica, la situazione, al di là dei risultati in arte, è ormai quella per cui qualsiasi riferimento al fuori è impossibile, anzi impensabile nel senso di concluso, perché non c'è che dentro, tutto non è che dentro. Non ci sono più alternative, niente più avanguardie: quale nuovo? L'arte, come il resto, esplicitamente è una disseminazione realizzata di prodotti di cui «non c'è più niente da vedere» e la ripetizione di un dire senza differenza che dice solo se stesso. Ciò che si è perso, assolutamente, è il fuori, l'altro, ciò stesso a partire dal quale il dentro poteva dirsi tale. Nell'impossibilità della distanza stessa, della distinzione di base, come può venire una domanda di novità se non in termini di nostalgia, di recupero, di ritorno? Dicono bene coloro che non vedono che «neo» o «post», e nel «trans» non è più possibile un oltre, così come chi si lamenta non fa che lamentare se stesso. In tale contesto, voglio dire. Non è possibile rifarsi a un progetto moderno tout court, che negherebbe il cambiamento irreversibile e farebbe come se niente fosse: non ci sono più schieramenti chiari e precisi rispetto ai quali il nuovo possa avere l'evidenza del mai visto, del futuro possibile; non ci.sono più un sistema e un mercato che possano sostenere una domanda e uno schieramento, e imporlo; non c'è più neanche una società perfettamente definibile rispetto alla quale assumere un ruolo progettuale. L'omologazione da una parte e una pluralità svuotata impongono un gesto che proprio sulla perdita risvegli una novità impossibile. Come tirarsi fuori da un dentro che non ammette più fuori? Con un «trucco», trucco a questo punto nell'accezione lacaniana di gesto artificioso capace di un giro su 360 gradi per rivendicare il «lì», il luogo reale (sempre dell'ordine dell'impossibile dunque, ma «fuori») da scandagliare, l'éclat, lo splendore e lo scandalo dell'oggetto del desiderio (mi rifaccio, perfino, ad «Alfabeta» stessa, alla recensione di Marisa Fiumanò al Seminario su~'Etica di Lacan, n. 102 e ancora, tra le righe all'Intervista a Hubert Damisch, n. 100). Un trucco che ha tutta l'aria di quello del Barone di Miinchausen che si solleva da se stesso prendendosi per i capelli, ma che ha tutta l'urgenza della necessità di dire che è fuori. fanno dell'impossibilità di essere d'avanguardia almeno la necessità di essere all'opposizione, indicando stavolta un dentro rispetto al quale tirarsi fuori. Se ne leggano almeno i sintomi: che la cosiddetta NeoGeo americana si riferisca per eccesso di zelo a Baudrillard stesso e al postmoderno, perché è da quello che vuole uscire (e non restarci, come leggono certi critici americani che vedono per esempio in Steinbach, Koons o Halley il trionfo postmoderno del packaging), che si riferisca invece ad altro per un recupero di discorso sociale e politico, l'implicazione che ne viene è il tentativo di indicare un fuori. Questa anche l'indicazione della scorsa Documenta: oggettistica, nuovi media, scrittura, concetto si stagliano su uno sfondo di omologazione per cui il potere delle immagini ha completamente annullato il potere dell'immagine singola (del quadro, dell'opera, dello stile). lliglielli dàvisita Al ~n,izio si acutk per obbonamento anllllllk. Da un minimo di 6 inserzioni a un massimo di 33 inserzioni. I moduli disponibili IOM: sm,plice cm. 5,/XJ,4 Lire 3().()()(J, doppio cm. 5,Jx3 Lire 50.()()().Per informazioni pù) dettagliale scrivere o tele/onore a: Cooperaliva ln1raprua, via Caposile 2, 20137 Milano. Telqoni (02) 5451254 - 5451692. Ufficio Pubblicil4, servizio Biglietti "" ·visita. Riviste .... la pià piccola rivista del mondo a cura di Franco Beltrametti IOOffibanda productions pobox 3 - 6R26Riva s.v. - Svizzera ..... n.3 dintlon N. Menetti Su il wnMle -,on(ist)ico dello crUica: Bloom, Pozzati, Raimondi, Tagliaferri e altri IU B. Pùtlo: Calabrese, Cerritelli, Vaànelli, Vetri (poesia), Mizzau (mic:rolacx:oaeti) altri, L. 12.IXXI + sp. poc. - C.P. 223. BO ANT ~REM Rivisto di ricercalettLrariodiretta dt, F1ovio Ermini e Silvano Martini viaCantarane 10, 37129Verona OQDI aux BARBOUZES Ma non solo qui: per essere più chiari, il movimento è piuttosto europeo che altro, gli altri restando forse ancora impegolati in una logica dell'autoriferimento ancora molto postmoderna. E per esemplificare in qualche modo la gamma di «trucchi» del desiderio, mi posso rifare a un ventaglio che va dall'ossessiva indicazione di realtà e di «orgoglio» in Cucchi, attraverso l'iniezione di veleno di Polke, fino all'opposta esposizione di vuoto in Mucha, nelle cui bacheche vuote è il reale stesso a esporsi come svuotato. Tre direzioni esemplificatrici del lavoro di tanti altri (i nomi mi imbarazzano) che «inventano» un nuovo linguaggio sulle spoglie del «dentro» verso un «fuori», e soprattutto di certi giovani (anche in Italia) che tentano passi ulteriori ripiegando su se stesso il linguaggio dell'arte perché possa fare il salto che necessita. OQDI à POMPIOOUZE Da qui almeno può venire una domanda. Se niente può essere nuovo, può avere l'evidenza del nuovo, nuova è la situazione stessa da cui parte una domanda diversa. A parte il déjà vu (inevitabile forse, ma a questo punto malizioso), come non leggere nella nuova (pardon!) situazione l'indicazione di un altro luogo da scandagliare, perso ma reale quanto impossibile, proprio perché impossibile? Senza più possibilità di rifarsi al passato in quanto storia, alla tradizione, c'è però il non potersi neanche più accontentare di un linguaggio ereditato, di un discorso acquisito. Lo stile (l'etica) è frantumata, il soggetto diviso, la molteplicità allora è d'obbligo come impossibilità stessa. L'intenzione (che sia quella dell'artista o quella dell'opera: le due alternative dell' «interpretazione») fa il soggetto stesso e l'opera come «dispositivo nel quale compete al soggetto di riconoscersi come tale». La perdita e la mancanza Dopo l'invaginamento di ermeneutica e decostruzione, dopo l'elevazione a potenza del postmoderno, a partire da loro, una ridivisione dell'uno che si era creato nonostante sé, nonostante la sua infinita divisione interna, ridivisione in due da cui un uno non è più «uno» ma già due per poter essere sé e l'altro al proprio interno e all'esterno. Che cosa esattamente questa situazione determini si vedrà nell'opera in atto, nell'opera che è fatta e nell'operare che non si ferma mai, nel dopo che è già anticipato in un'indicazione che non può essere più progetto moderno ma non è neppure bricolage postmoderno. Senza entrare in particolari o in indicazioni dogmatiche, basti almeno cercare di indicare da dove viene la domanda, perché il dubbio iniziale è che sono proprio coloro che richiedono un progetto moderno o coloro che lamentano una piattezza postmoderna quelli che mancano l'obiettivo possibile del dopo e del nuovo stesso. Il piccoloHans diretto da Sergio Finzi Naturaintricata La psicoanalisi e le macchie di V. Finzi Ghisi. Forme della natura e del soggetto: la «nevrosi di guerra in tempo di pace» e una teoria psicoanalitica dei colori di S. Finzi. La distruzione, i carnivori il male di A. La Vergata, e scritti di G. Barsanti, G. Pancaldi, P. De Neuter, P. Bollini, G. Gramigna, M. Tortora, M. Trinci, M. Schiavone Anno 16°, N° 57, p. 248 - L. 10.000 n.ltArt LA Primi, Rivisto d'Arte d'Europa Ogni copia Lire 5.IXXI Abbonamento per 8 numeri Lire 30.IXXI GAIE c.- r.1111Editore Electroalc - media AGE mensile per il media people tklle agenzie e tkgli utenti di pubblicilll. Systems editoriale, V.le Famuosta, 75 - 20142Milano llllt a■t 217-218 GeMaio-Aprile 1987 Margini dell'Ermeneutica Vattimo • ErmeneUlica come lcow G~r - Sul cirro/o ermeneUlico Habermas - Urbanizzazione della provincia heukggeriana G~r - Testo e interpretazione Ricoeur - « Logica ermeneUlica»? Rorty - Di ltl dal realisrrwe anti-realisrrw Fish - Anli-professionisrrw Geertz - «Thick description» Derrida - Firma evento contesto Seorle - ReilerandQ le differenze Vattimo - ErmeneUlica e socielll della comunicazione DG/ Lago - ErmeneUlicae scienze wnane Femuis - EnneneUlica e epistemologia a cura di Maurizio Ferraris ....... Q,,btdicùt,,le dellt, COIJUUUCtUÌOM p,,bl,liciM,WA,ouidUlfflli/Mezzi. ,u,hoNJmr.lltOannuo L. 55.IXXI l'llla&lllrtce Sottocnc:da arti visive, nuova danza, nuova scena trimestrale diretto da Marco Jannuzzi Abb. a 4 numeri L. 20.IXXIc,cp 54692009 V.le Carlo Felice 95 00185 Roma VS46 VersusQuadernidi studi semiotici gennaio-aprile1987 Fakes, ldentity and the Real Thing UmbertoEco Fakes and Forgeries Luis J. Prieto On the ldentity of the Work of Art DanieleBarbieri Js Rea/ity a Fake? MarcellaBertuccelliPapi "Probably": a Pragmatic Account RobertoLambertini Semiotica del falso e falsificazioni medievali OmarCalabrese Falsi d'arte GiampaoloProni The Brain Voyager. Some Observations on Encyclopedic Models and Brain CostantinoMarmo The Semiotics of John Poinsot VS Notizie Segnalazioni e recensioni Bompianl .. Steve Rivista di poesia diretta da Carlo Alberto Sitta I libri di Steve T.P. Marovic: Isolamento. Versione di D. Pusek G. Sciloni: Volevo dirti qualcosa. Antologia della poesia israeliana contemporanea. C.A. Sitta: La poesia è morta? Saggio-inchiesta. AA.VV.: Le radici della poesia. Antologia del gemellaggio alberi/poeti. A cura di C.A. Sitta F.dizionlciel Laboratorio Via Monte Sabotino 69 - 41100 Modena - ltaly ......... Mensile di culnua e seduzione gay, in t'dicola a L. 3.500 BabllaalaEdidolll Foti di lnloramzloae Documenti e ricercheper l'elaborazione di pratiche alternatfv~ in_campo psichiatrico e utuuzwnale Nuova Serie n° 116 Abbodamento annuo L. 25.IXXI; abbonamento sostenitore L. 50.IXXI; abbonamento enti, associazioni, estero L. 35.IXXI, da versare sul ccp 12386512 intestato alla Cooperativa Centro di Documentazione, c.p. 347 51100 Pistoia. Libri Imminente: Jean François Lyotard D muro del Padl'lco traduzione di Nanni Balestrini MultbiplaEdizion.l Enzo Ungari SceneMadri di BernardoBertolucci Nuova edizione con due capitoli illustratissimi su L'ultimo imperatore Premio Globe Premio Cesar 1988 9 Premi Oscar I libri quadrati Ubullbri Adalberto Bonecchi La saggezzafreudiana Prospetlive transpersonali in psicoanalisi L. 18.000 - Franco Angeli Editore e.po 11 Raccog~ alcune tra le pù) significative esperienze ddla scriltwa ~ranea Via MaronceDi 12, 20154Milano Telefono 654019 Pier Paolo Pasolini Il Portico dellaMorte presentazione di Cesare Segre XXX + 320 pagine - f. 28.000 Ass. Fond. Pier Paolo Pasolini distribuito da Garzanti FerdinandoGrossetti C-tn-Caatlca (pobie, sujet, krilure) con epistola di Emilio Villa Lire 14.500- Infonn. Tel. (081) 8987680 Varie ............... - architetture sonore - Musica pei-ambienti, scuhure sonore, sonorizzazioni di tutti i tipi, design acustico. 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