* Mimmo Grillo è il pittore in senso stretto. Ha scelto la poetica nera del silenzio. Si serve di un linguaggio duro e volatile al tempo stesso, una pennellata che deposita le trasparenze e trova così il profondo e l'abisso, il vuoto e l'ellisse che precipita. La sua pittura pensa a un'interiorizzazione dei contenuti formali aniconici. È, nello stesso tempo, geometria immateriale dello spazio. Grillo certamente crede nella malinconia e nel dolore del Mondo. Non si tratta di una pittura della Perdita, e anche il rigore formale delle sue superfici non è mai timore e horror vacui. Grillo fa parte di un'avanguardia romana, un'avanguardia che si è detta «difficile» in quanto ha rinunciato al conforto del gusto e dello stile. * Premiata Ditta ha due presidenti, milanesi. PD è una tecnica di sopravvivenza individuale e nello stesso tempo di persistenza delle istanze complesse e felici del dadaismo. PD ricostruisce all'interno di un proprio linguaggio il rigor mortis, gli auguri, le gite e i verbali dell'universo aziendale. Nel far ciò avvera e rende presente il bisogno di una concettualità attiva e operante, tecnica. Certamente nella PD esiste un deposito paL1l1~1co di angoscia del Moderno. Nello stesso tempo PD produce, col proprio marchio IPlk _ gli oggetti, i sogni, il pasto, gli orari, le ferie dell'ultima azienda rimasta reale. Il tardocapitalismo va a morire, la Premiata Ditta resta, e noi, ullimi tecnici del progetto, le stiamo accanto. * Le superfici di Bettina Werner sono segnate da graffiti spaziali: segni algebrici che implicano un movimento silenzioso di calcolo. Sono campi di misurazione del pensiero, quindi appunti, equazioni, ipotesi, corollari e collane di un'opera che trova sempre un seguito fuori dallo spazio. Il procedimento corre e si sviluppa su un terreno asciutto, uniformemente accidentato, desertico. Sul filo d'orizzonte galleggiano i segni del mondo rincorso. La memoria della pittura è ancora desertificata e ritrovata sul campo araldico dove il rosso è il rosso e la linea segna l'attesa della parola. L'araldica della pausa, del minimo sobbalzo trova in queste terre di nessuno il tempo di tutti o in ogni caso la persistenza del pensiero progettuale. * Così le Quattro idee di un Mondo. Così, credo, il valore d'uso intellettuale di una mostra che lo Studio Bocchi, di Roma, ospiterà nel mese delle rose prossimo, maggio. Probabilmente il romanzo è solo all'inizio. Poco più trenta giorni fa un editore e un noto critico d'arte raccontavano che «i critici del futuro saranno economisti» giurando sull'infallibilità di questa prospettiva. Quattro idee di un Mondo è anche una risposta dialettica alla mediocrità di un pensiero così corto. Penso adesso al drappo rosso di Bordiga nelle stanze cinquecentesche della galleria, ma non ancora quale rompicapo la mostra regalerà al pubblico e ai miei amici. Me ne vado a passeggio in una Roma capricciosamente primaverile. Sulle pareti metalliche di Ponte Sisto una mano ignota scrive: «Chissà dove sei adesso, dopo cinque anni, se sei sempre vispa, mistica». Certo che sono vispo, come gli artisti e le quattro idee che mi stanno accanto, e forse non studierò mai da economista. QUOZIENTI 100 .. . . . . ·'---< ...... . . . . . ...... ::::::::::--'-" . . . . . :::::::-:- ... '84 '85 70 150 200 .. . . . 130~----<\fI . . . . . .. ... ·a5 '87 180 130 ~---.': .. •.·.·.·. 100 ,_ __ ""' .... . . . . . . . •. •.• .•. •.c..._.._. .,., • :\:\: iiii '84 :::::-·. '85 ::=· Prmiiata Ditta (Milano) '86 Bettina Werner (Milano) In un grande avvio: versi di circostanza Parla Fulvio Abbate di Gibellina e, principe siciliano, parla di Roma dove collega bande dell'arte: dice di un rosso drappo su cui si mostra in una cornice un puro un perfetto, centrale, frammento di rosso, il tessuto di un mondo, a nome Bordiga . E di altre cose di Garraffa dice, inventore siculo. Segue il romano Grillo uno di quelli che Menna con lui ha detti primi di tendenza astratta, come una soglia, nel ricominciante moderno ... Io qui lo celebro, io, nuovo vecchio oracolo, prima che moribondo ... La tendenza stretta commista di arti verbali e visive è certo che vincerà, nel Novanta, rovesciando a un buon futuro la morte, il mille, la fine di questo ritardante tempo, rovesciando - io come tromba dico - il Vecchio. Viene la Ditta milanese di produzione intensa del vuoto, fra noi, con precisi calcoli di proporzioni del venduto al mondo, amen. La Ditta dice. Canta numeri, lettere .. È premiata. Paradossale. Dada. Oh correnti varie dell'immortale sèguito del secolo straniato dal classico, e dell'infame tentativo nostro di egualità! Poi Bettina W getta, ora qui, distese spesse grige con dadi dei destini comuni in cerchi e indici e ali come in Licini, territori mortali, urbani deserti con interiori vulcani, dove si deve decidendo impazienti gioire ... I quattro diversi artisti dell'insieme di poveristi, astratti, concettuali dicutono di sé, di altri, di tutto il male, dell'altro, su divani di eleganz.a, con vessilli in mano di un'epoca esaltante, come quelle perdute. Francesco Leonetti
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