Alfabeta - anno X - n. 108 - maggio 1988

Alfabeto 108 H o preferito prendere in prestito il titolo di questa mini-antologia dalla rassegna di Milano del 1987: Donne in poesia. Cito dalla rivista «Il segnale», n. 17, l'ultima parte dell'intervista a Maria Pia Quintavalla, organizzatrice del reading tutto al femminile: «Il segnale». Ti domando: in una prospettiva di storicizzazione, secondo te le poetesse preferirebbero essere collocate in un capitolo di «poesia femminile» o in una tendenza o corrente letteraria generale senza connotazioni sessiste? Quintavalla. Assolutamente nella storia della letteratura in genere. Io non credo che esista un separatismo del produrre arte da parte di donne. Credo solo che ci sia un piacere, un bisogno, una necessità e una caratteristica del relazionarsi tra artiste. Sarebbe come se, a proposito di reading femminili, si pensassero come sostitutivi o alternativi a un macrocosmo letterario. Non ho concepito in questo senso la manifestazione che ho organizzato. La intendo come uno specifico in più non mai come una 13 maggio le gambe tremano tenerezza - cono di paura - dentro un tavolo di gruppo nuotano gelati dei loro colori viaggiano ragazze colorate di fiore tavolini separanti : dalla ghiaia sopra la testa il cielo :tradotta del Brennero • Prove d'artista differenza in meno, mai come ghetto. Assolutamente. Va sottolineata quell'affermazione di uno specifico in più. Mi pare una buona indicazione per m•ettersi sulla strada giusta per non fraintendere gli scopi della scelta che qui viene presentata. È un'occasione anche per verificare se e come questi «specifici in più» interagiscono tra loro e quali vicinanze o correlazioni si possono stabilire o quali distanze si marchino. Vi sono poetesse molto note, come Giovanna Bemporad, insieme ad altre meno note. Dobbiamo confrontarci solo con i loro linguaggi. Quello che ha scritto Yves Bonnefoy (L'impossibile e la libertà) nell'incipit del suo famoso saggio su Rimbaud vale per tutti i poeti contemporanei: «Non serve cercare altrove, cercare lontano, ciò che Rimbaud stesso ci dice. [... ] Suggerisco di ritrovare una voce, di decifrarne il volere, di ridare anima al suo accento, soprattutto: a quegli slanci, a quella inimitabile purezza, quei trionfi, ingeborg andiamo al massimo dieci volte l'anno e in dieci minuti si risolve nonostante le mie preghiere la sola ragione di prendere aria grida di gioia e come fosse un programma di noia perfetta di illecitudine incerta abìtuati a condurre un furgone dai riflessi impossibili tenére la testa insieme ténere teneramente la testa preziosa vastità di una valvola incerta confermami a una amica convalescente pallida senza parole sguazzi nel fango dei tuoi occhi pacata e irraggiungibile non ci sei quando ti vorrei fuori spavento e morte dentro il deserto del suo squallore finge il deserto l'acqua vorrei bere e non sapere asfittica compagna trappola amara di menzogna vorrei dirti quello che tu impedisci ma sei convalescente pagina 33 quelle lacerazioni». Ecco, «trionfi e lacerazioni» sono due splendide insegne che si possono innalzare su due «anime» della poesia contemporanea. Da queste due «anime» sono invase anche le autrici di «Donne in poesia». Dalla pronuncia 'fratturata di Carmen Gregotti al recupero dell'endecasillabo della Bemporad che traducendo l'Odissea riesce a ingabbiarvi classicamente la lingua contemporanea; dalla calma apparente di Vilma Costantini, che fa suonare all'improvviso taglienti campanelli di allarme, al sorprendente neo-classico allegorico di Carla Vasio. Trionfa l'endecasillabo nella forma chiusa di Egidia d'Errico che ricostruisce i sonetti di Shakespeare, e resta «lacerato» il percorso di Antonietta Dell'Arte, di Anna Santoro e Paola Campanile, ma per linee più interne, quasi volessero mostrarci le crepe del territorio esplorato in una sorta di stratigrafia. Ti ringrazio per la notte portata al silenzio che mi ha Ti ringrazio per la notte che mia ha dimenticata Ti ringrazio per avere una notte guardata Tratto da Orme Antonio Porta A1111Saantoro La gonfiatura raggiungibile è raggiunta Sponde elettrizzanti sparse di ascendenti laurocèrasi non si prodigano in città Il sovraprezzo ha fruttificato cobelligeranti disadattati Quanta asprezza rimane! 1986 Limitato bersaglio del mordente strapazzo inaspettatamente le vene ho martellato con pettini tiptologici e inguaribilmente la minuscola sciabola inzuppata di devozione ha mobilitato l'intervento 1986 Forse l'animale perpetuo perpetuamente è stato ammanettato e trovandosi isolato su ciò che conveniva fare Il lenimento della sua ragione era pura emo·zione perché poi cercando e ricercando ha immaginato possibile tale soluzione che arrivando a capire è tutto consumato 1986 Algoritmi portabombe di purissima febbricola febbrilmente procurata con fedeltà commovente postuma doglianza cancerosi plagi sgrava travagliando e l'ultimo traguardo apologizza 1986

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