Alfabeta - anno X - n. 108 - maggio 1988

Alfabeta 108 Cfr Cfr/daBer • Retrospettiva dell'opera di Joseph Beuys Elisabetta Nicolini A Berlino ovest, dopo ifesteggiamenti per i 750 anni di fondazione della città, conclusisi alla fine del 1987e che hanno dato vita a tutta una serie di iniziative culturali a ritmo serrato, il 1988 ha avuto inizio all'insegna del tema Berlino capitale culturale dell'Europa. Niente di più adatto dunque di una mostra sull'opera di Joseph Beuys, uno degli artisti moderni fino a oggi più discussi; la meravigliosa architettura del Martin Gropius Bau ospita la più grande retrospettiva che sia stata finora presentata in territorio tedesco dell'opera plastica dell'artista. In questo stesso edificio, Beuys aveva lavorato nel 1982, in occasione della mostra dal titolo Zeitgeist (spirito del tempo). Accanto alle opere plastiche - vetrine e installazioni - viene presentato anche il ciclo The secret b/ock for a secret person in lreland, composto da 456 disegni. Joseph Beuys, nato nel 1921 a Krefeld e morto nel 1986a Dusseldorf, aveva collocato l'uomo al centro dei suoi interessi artistici e del suo concetto di arte, per cui il compito dell'artista diventava queJlo di dare vita a un'«arte plastica sociale». «Il mio concetto di opera plastica si richiama sempre alla vita [... ]. Ciò implica una sostanziale distanza dall'ideologia del visual arts che si richiama soltanto all'organo visivo; la mia arte, al contrario, fa riferimento a tutti i sensi, sempre attivi durante il lavoro dell'uomo». Fin dalle sue prime riflessioni sull'arte, Beuys ha cercato di individuare la direzione in cui si dovrebbe sviluppare l'arte moderna dopo la seconda guerra mondiale e l'olocausto. L'iniziale ruolo di sciamano si sovrappone in un secondo tempo a quello di politico: il motivo dell'ape regina - antico simbolo minoico - che egli modellò per la prima volta con la cera d'api nel 1947, ricorre anche in numerose opere posteriori, mentre l'attività politica si manifesta a partire dal 1967, anno in cui Beuys fondò il Partito degli studenti tedeschi all'interno dell'Accademia delle Belle Arti di Dusseldorf e, attraverso tutta un serie di azioni, egli cominciò a presentare la sua arte come arte politica e se stesso come un artista engagé. Le opere plastiche di Beuys cercano di superare la dicotomia esistente fra la natura e la cultura. La sua iconografia è intrisa di elementi nei quali si manifesta il desiderio sciamanistico di trasformarsi in animale, dall'altra però la sua attitudine mentale lo spinge ad affermare - come Andy Warhol - di voler diventare una macchina. Riguardo alla sua attività politica, una delle azioni più significative è stata 7000 Eichen (7000 querce), realizzata a Kassel in occasione della Documenta 1982. Si trattava di una specie di montagna costituita da 7000 pietre di basalto, sulla cui cima era stata collocata una giovane quercia; un «Baumburo» (ufficio per le piante), formato dall'amministrazione della città e da privati cittadini, vendeva una pianta dopo l'altra insieme a un giovane albero che avrebbe poi dovuto essere piantato nella cerchia cittadina di Kassel. L'ultimo albero è stato piantato nel 1987 all'apertura della Documenta, dalla moglie e da un figlio di Beuys. Indubbiamente i problemi che si sono dovuti risolvere per realizzare la grande retrospettiva nelle sale del Martin Groupius Bau non sono stati pochi; all'apertura dell'esposizione, la stampa, l'opinione pubblica e gli stessi ambienti artistici hanno iniziato a chiedersi quale debba essere l'atteggiamento da tenere nei riguardi dell'opera di Beuys. Si può andare oltre e chiedersi se può avere un senso presentare in un museo delle installazioni che non sono affatto opere d'arte realizzzate in u;; atelier, ma che, per la maggior parte, sono sorte nel più ampio contesto di azioni e sotto la diretta presenza di Beuys, il quale si occupava dell'installazione e delle varianti. Oggi sono quindi gli interpreti - primo fra tutti Heiner Bastian - a ricostruire minuziosamente quelle installazioni (basandosi soprattutto sulla documentazione fotografica) cristallizzandole però, togliendo loro l'elemento vitale che le rendeva di volta in volta originali, trasgressive, provocatorie e soprattutto che le sottoponeva a tutta una risma di minime varianti. L'esposizione è stata concepita come una sequenza di 23 spazi. Fra le 16 installazioni riprodotte ce ne sono due che sono state realizzate in Italia nel 1981, in occasione dell'anniversario del terremoto abbattutosi sul Mezzogiorno il 23 novembre del 1980: l'installazione Terremoto e Terremoto in palazzo, realizzata a Napoli all'interno di un'esposizione organizzata dalla Fondazione Amelio, Istituto per l'Arte Contemporanea che aveva invitato noti pittori e scultori a dare una risposta artistica alla catastrofe e alle sue conseguenze. Le opere d'arte furono poi esposte nelle stanze di Villa Campolieto a Ercolano. L'opera di Beuys fu esposta al pubblico per la prima volta il 17 aprile di quell'anno nella galleria Lucio Amelio a Napoli. Essa è costituita da quattro vecchi mobili contadini in parte danneggiati: due tavoli sono quasi attaccati al muro e nello spazio che rimane sostengono alcuni vasi di terracotta che al minimo movimento del tavolo si spaccherebbero in due, oppure cadrebbero a terra. All'angolo di un tavolo per gli arnesi, due vasi di terracotta si mantengono in equilibrio uno sull'altro. Un altro oggetto in legno a quattro gambe - probabilpagina 19 o mente il sostegno di un tavolo - si mantiene in equilibrio su quattro contenitori in vetro di forma cilindrica; anch'esso al minimo movimento perderebbe l'equilibrio, facendo così cadere l'uovo collocato sopra di esso. Sul pavimento della stanza si trovano alcuni contenitori in vetro intatti, insieme a frantumi di vetro e di terracotta. Per Beuys la catastrofe naturale provocata dalle scosse della terra è metafora del più ampio disastro della civiltà. Una delle ultime installazioni di Beuys riprende il motivo del pianoforte a coda, costante in numerose opere e azioni dell'artista; si tratta dell'installazione Plight, realizzata nell'autunno del 1985 nella galleria Anthony d'Offray a Londra. La stanza della galleria era stata tappezzata fino al soffitto con rotoli di feltro, nel mezzo della stanza era stato collocato un pianoforte a coda chiuso, sul quale erano stati posti una lavagna e un termometro. Forse le parole dello stesso Beuys ci possono aiutare a capire il significato dell'installazione: «Una sala da concerto immersa nel silenzio. Essa però non è silenziosa perché no'n vi suona nessuno; con questo termine mi riferisco piuttosto all'aspetto culturale, che è la manifestazione della condizione di mutismo. [... ). Ma anche: quanto più debole diventa la confusione dei rumori che provengono da fuori, quanto maggiore diventa la possibilità che l'immaginazione si animi. Io mi occupo della spiritualità dell'uomo e dello sviluppo delle sue attitudini». Zeitgeist Berlino ovest Martin Gropius Bau 20 febbraio - 1 maggio 1988 Catalogo a cura delle edizioni Schirmer/Mosel Monaco di Baviera, 1988 Cfr/da New York Lorenzo Da Ponte in USA Paolo Spedicato D al 28 al 30 marzo, col titolo Dal Veneto a New York: omaggio a Lorenzo Da Ponte, librettista di Mozart, promotore della cultura italiana negli Stati Uniti, un convegno alla Casa Italiana della Columbia University ha onorato la figura e l'opera di Lorenzo Da Ponte in occasione del centocinquantenario della morte avvenuta a New York nel 1838. Il progetto è di Marina Maymone Siniscalchi dell'Università di Roma, ed è stato finanziato dalla Regione veneto, da diversi ministeri italiani e dall'istituto della Enciclopedia Italiana. Esso prevedeva, oltre al convegno di studi, mostre e la messa in scena del pastiche L'ape musicale, già rappresentato da Da Ponte a New York, dove egli contribuì a far conoscere l'opera italiar1a, riuscendo, ottantaquattrenne, ad aprire nel 1833 l'ltalian Opera House, la prima del genere nel Nuovo Mondo. L'occasione del centocinquantenario dovrebbe andare ben al di là del revival colto e spettacolare. Sembra giunto il momento di segnalare l'indubbia grandezza del librettista, rispetto ai prestiti e ai rimandi a Goldoni, Casti e altri, e alla stessa collaborazione con Mozart, come hanno messo in evidenza gli studi recenti di Daniela Goldin. L'esistenza di Lorenzo Da Ponte, che si espande dall'Europa dell' Ancien Régime e dell 'Illuminismo ali'America nel secolo romantico e alla New York del giovane M'.!lville, è veramente l'esempio di una vita plurima, di una soggettività mobile e oscillante nel movimento di cogliere il senso e gli affanni di una cultura cosmopolita, il gioco della vita attraverso l'ottica del melodramma e la complessità di una scrittura poligrafa. Per merito di quest'approccio si spera di lasciarsi alle spalle gli stanchi schemi sull' «avventuriero» e sul «libertino» settecentesco, nonché le prevenzioni tutte positivistiche e moralistiche nei confronti di Da Ponte da parte di Fausto Nicolini, curatore nel 1918 di una nota edizione delle Memorie, e che molti da lui ripresero. Al convegno hanno partecipato illustri studiosi italiani e stranieri, tra cui Vittore Branca, Peter Brooks, Giovanni Carli Pallola, Enrico Chierici, Vincenzo De Vivo, Franco Fido, Gianfranco Folena, Daniela Goldin, Shela Hodges, Pier Maria Pasinetti, Olga Ragusa, Luigi Sera, William Weaver, Marvin Wolfthal. Dal Veneto a New York: omaggio a Lorenzo Da Ponte, librettista di Mozart, promotore della cultura italiana negli Stati Uniti New York, Columbia University 28-30 marzo 1988 Einaudi {J; : i; TahaBr enJelloun Nottefatale Nel romanzo che ha virito il Premio Goncourt 1987, la storia di Ahmed, nato femmina dopo sette sorelle e cresciuto come maschio per volere del padre, conosce uno sviluppo imprevedibile. A cura di Egi Volterrani. «Supercoralli», pp. 165, L. 18 ooo MargueriYteourcenar MemordieiAdriano seguitdealTaccuindiappunti In edizione tascabile uno dei grandi romanzi dei nostri anni. Con un saggio in cui Lidia Storoni Mazzolani, traduttrice d'eccezione, traccia un ritratto inedito della Yourcenar. «Gli struzzi», pp. 333, L. 16 ooo JoséMariaArguedas Festadisangue Nel primo romanzo - • di Arguedas lo scoatro fra l'antica civiltà india e i grandi proprietari terrieri si svolge nei vicoli di un paese in festa. A cura di Antonio Melis Traduzione di Umberto Bonetti. «Nuovi Coralli», pp. 191, L. 14 ooo RaymonQdueneau Piccolcaosmogonia portatile Un moderno Lucrezio tradotto da Sergio Solmi e presentato da Italo Calvino. «Gli struzzi», pp. vu-187, L. 12 ooo JonathaSnwift Scrittsiatiriceipolemici L'Umile proposta e le altre paradossali invenzioni dello Swift polemista. A cura di Herbert Davis. Traduzione di Antonio Mco e Alberto Rossatti. .«Nue•, pp. xxvu-428, L. 26 ooo Grimmelshausen Vitadel'larcitruffatrice evagabonCdaoraggio In un capolavoro della letteratura barocca tedesca, una donna conduce la sua guerra privata contro l'altro sesso. Traduzione di Italo Alighiero Battafaranoe Hildegard Eilert. «Gli struzzi•, pp. xrv-16o, L. 12 ooo AlbertAosorRosa Scrittoeripopolo Il populismo nella letteratura italiana contemporanea. Ritorna con una nuova introduzione il libro che ha anticipato il '68. «Gli struzzi•, pp. xvm-364, L. 20 ooo •

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