Alfabeta 107 mento. Cercherò di spiegare subito questo concetto indicando, per esempio, una serie di progetti presenti nella mostra, dove le ricerche più sofisticate, soprattutto nel campo delle comunicazioni visive, sono messe al servizio della città, della collettività; senza, con questo, offuscare né violentare le traccie storiche, l'impianto urbanistico, l'architettura: il design pubblico per i servizi d'autobus, per la metropolitana, i sistemi di illuminazione per le Ramblas di Barcellona, le campagne di sensibilizzaGrandville e Daumier a Napoli Michele Sovente D 'Ue mostre di rilievo a Napoli di due prestigiosi esponenti della caricatura dell'Ottocento francese: Jean-1gnace-Isidore Grandville (Nancy 1803-Vanves 1847) ed Honoré Daumier (Marsiglia 1808, Valmondois 1879). Entrambi grandi disegnatori, dall'occhio acuto e dal piglio compositivo assai abile, si trovano a vivere in un periodo storico contras~egnato da profonde tensioni politiche e sociali. La coscienza del degrado morale in cui versano la borghesia e il dominio bonapartista li arma di una verve satirica che mette a nudo le ipocrisie, la malafede, la ferocia di cui sono vittime i cittadini. La mostra dedicata a Grandville, presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, ha avuto un titolo analogo a quello del catalogo edito da Carte Segrete: Ispirazione romantica e fantastica. Disegni, litografie, incisioni, libri illustrati hanno offerto dell'artista una fisionomia complessa e articolata. Illustratore scaltro e consumato, attento a raccontare ambienti, vicende e personaggi con un tratteggio minuzioso, egli è nondimeno motivato da una sottile tensione intellettuale che imprime al suo disegno un timbro allegorico e trasgressivo particolare. Grandville osserva la società del suo tempo ad occhi nudi. La lente che usa è la deformazione. Uomini con fattezze animali, balli di personaggi mascherati, bestie parlanti e nei più impensati atteggiamenti sono i temi ricorrenti di questo estroso disegnatore, di cui vanno ricordati almeno cinque libri illustrati: Il mondo alla rovescia, Metamorfosi del giorno, Scene della vita privata e pubblica degli animali, Un altro mondo e I fiori animati. Talento versatile, ricco di spunti e d'interessi, Grandville non ha esplorato sistematicamente un solo campo espressivo, anche se in lui prevale il «furore zoomorfo», come scrive in catalogo Paola Pallottino. È questa la ragione principale del suo linguaggio vivace, arguto, ma pur sempre ligio a un regime compositivo uniforme, privo di drammaticità. La peculiarità di Grandville, semmai, è una certa alacrità immaginativa che gli fa produrre alcuni lavori dove si può cogliere in nuce quella libertà fantastica che dopo più di mezzo secolo determinerà la poetica del surrealismo e di artisti come Max Ernst ed Alberto Savinio. zione con grandi manifesti intorno ai problemi ecologici, a quelli della sicurezza sociale. La stessa immagine coordinata della Generalitat de Catalunya (la massima autorità locale) parla il linguaggio della chiarezza geometrica, senza dimenticare la storicità del simbolo della regione. Insomma a Barcellona il design, specialmente il design grafico, è al servizio della storia della città, e non è solo decorazione superflua, orpelli inutili che coprono superficialmente la natura e l'architettue Del tutto aperto alla cronaca politica, invece, è il discorso di Honoré Daumier, di cui all'Accademia di Belle Arti sono state esposte 160 litografie, provenienti, in buona parte, dalla collezione Horn. Il filo conduttore di questa singolare mostra, che è stata brillantemente curata da André Stoll, autore di un interessante scritto, L'eredità di Voltaire, incluso nell'esauriente e ponderoso catalogo della Mazzotta, è la denuncia impietosa, analitica, a tutto spiano, del grado di violenza cui è giunta la civiltà europea con le sue barbare incursioni in territori stranieri, in quei paesi orientali dove viene Cfr ra. È una bella lezione, questa, alla città del design, Milano e al tempio-del progetto, la Triennale. Non tutto nella mostra brilla della stessa qualità estetica: il settore del disegno industriale, soprattutto gli oggetti privati, non costituisce né una grande novità né soluzioni interessanti dal punto di vista funzionalistico. Ma dove è in gioco la collettività della Catalogna, il cittadino, emerge direttamente, e soprattutto risolto progettualmen- .. te, il rapporto tra passato e presente: il simbolo delle prossime ostre dola nel vivo e nel folto dei problemi del proprio tempo, nel solco delle inquietanti incisioni di Goya. Il secondo risultato, direttamente connesso al primo, è che l'arte agisce nell'immediato, nello spazio della cronaca, senza smettere di essere tale, un linguaggio autonomo, con una sua intrinseca vitalità espressiva, pur assolvendo alla funzione critica, a suo modo informativa, con temi, ritratti, rappresentazioni che mirano a coinvolgere il più vasto pubblico possibile. Di qui un taglio figurativo assai asciutto, fluido, marcato nella linea e nel dato anatomico, una velocità grafica che coniuga dramGLI ASPETTI DISTRUTTIVI DELL'AMORE MATERNO NELLA CRONACA DI UN TRATTAMENTO ANALITICO StudiBompiani fiutata l'estrema facilità di arricchirsi con il pretesto di portarvi una ventata di benessere e di cultura. Daumier, con la grande chiarezza del suo disegno, dai connotati netti e graffianti, non si perde in un eccesso descrittivo, ma individua fulmineamente l'assurdo e l'orrore della Storia: i veri barbari sono gli europei e i «selvaggi», invece, possiedono dignità, doti umane eccellenti, un inestimabile patrimonio culturale che deriva da millenni di fedeltà alle proprie tradizioni, al proprio orgoglio di gruppi etnici non contagiati dalla schizofrenia di possesso, di potenza dell'Occidente. Servendosi della litografia e dei giornali, «La Caricatura», «Le Charivari», in aperta opposizione a Luigi Filippo e a Napoleone III, Daumier consegue due grossi risultati. Il primo consiste nel far uscire l'arte allo scoperto, qualificandola come preziosissima risorsa civile e democratica, immergenmaticità e senso del grottesco, una instancabile volontà di testimoniare e di comunicare. Ecco, dunque, l'uso della didascalia, punto di contatto con il lettore, il quale è così stimolato a riflettere sulla provocazione offerta dall'artista-caricaturista, a tradurre in pensiero l'immagine. Pensatore lucido e corrosivo, o·aumier si affida all'immediatezza comunicativa dell'inchiostro litografico perché, attraverso l'intenzionalità costruttiva del disegno e la ricchezza semantica del chiaroscuro, riesce a trasformare la cronaca in invenzione, la satira in racconto ricco di colpi di scena e di sorpresa. In tutto ciò egli non perde mai di vista l'eleganza formale, il piacere della soluzione estemporanea che, però, non è frutto del caso, bensì di un rigore compositivo e sintattico. Volendo definire in termini puntuali le modalità stilistiche del disegno, della caricatura di Daumier, è bene parpagina 21 Olimpiadi del 1992, disegnato da Sanchez, parla il linguaggio di una dinamicità senza tempo, pur presentando con rigore e con corrette intenzioni informative l'evento e la sua iconografia. C'è molto da imparare e da evidenziare in questa piccola mostra di una regione situata in un paese, tradizionalmente più arretrato del nostro. Aldo Colonetti lare di plasticità, di ritmo sincopato, di perentorietà dell'immagine, di drammaticità, e non di teatralità, dello spazio. Le figure sono seccamente definite, nulla viene concesso all'illustrativo. Si vedano quelle caricature dove sono colti in pose scultoree i rappresentanti del potere militare e politico dell'epoca; in Colosso del Nord lo zar viene rappresentato come un pallone gonfiato, preso di mira da baionette pronte a farlo esplodere. Oppure si veda la potente caricatura Il gigante e i pigmei comparsa su «Le Charivari» del 9 dicembre 1868, che richiama alla memoria l'opera di Goya, Il gigante. Qui il contrasto fra la figura a tutto tondo in primo piano e una massa di indistinte figurine in lontananza sta a sottolineare la polemica di Daumier contro il banapartismo sia in Francia che in Spagna. E, riferito alla non meno preoccupante e raccapricciante situazione italiana, contrassegnata dall'oscura compresenza del papato e della monarchia costituzionale, si veda quello sconvolgente trittico - se così si può dire - costituito dalle caricature La nuova Assunzione («Le Charivari», 18 maggio 1870); Troppo stretta per due («Le Charivari», 25 ottobre 1870); A Roma - Un martire nel 1871 («Le Charivari», 18 settembre 1871). Qui il Daumier ci dà delle vere e proprie inquadrature mozzafiato: lo spazio è invaso dall'azione drammatica e il ritmo, eliminando ogni fittizia profondità, gioca intensamente sulle ombre e sulle luci, venendone fuori una condizione di allarmante instabilità. Per finire, va detto che le due mostre qui recensite testimoniano del clima culturale davvero febbrile venutosi a creare da alcuni anni a Napoli, grazie soprattutto alla particolare attività svolta dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, diretto da Gerardo Marotta, e dal1' Accademia di Belle Arti, diretta da Gianni Pisani, promotore, fra l'altro, della Biennale d'arte del Sud, la cui prima edizione avrà luogo a maggio nella galleria della stessa Accademia. J.J. Grandville (1803-1847) Disegnatore romantico e fantastico Napoli, Palazzo Serra di Cassano 2 dicembre 1987 - 7 gennaio 1988 Honoré Daumier Il ritorno dei barbari Napoli, Accademia di Belle Arti 23 dicembre 1987 - 10 marzo 1988 il Mulino Franco Cazzola Della corruzione Fisiologia e patologia di un sistema politico La tangente in Italia: la prima indagine sistematica dalla sinistra storica al pentapartito Mare Shell Moneta, linguaggio e pensiero Il perturbante connubio tra merci e idee, tra denaro e linguaggio nella cultura occidentale Luigi Squarzina Da Dioniso _ a Brecht Pensiero teatrale e azione scenica Fritz Gschnitzer Storia sociale dell'antica Grecia Una rigorosa ricostruzione dell'evolversi della struttura sociale in Grecia, dall'età micenea all'età classica Conrad Russell Alle origini dell'Inghilterra moderna La crisi dei parlamenti 1509-1660 Riforma protestante, scisma anglicano e ideologia puritana: i lunghi e complessi conflitti di un'epoca, da Enrico VIII a Carlo Il Reinhart Koselleck La Prussia tra riforma e rivoluzione 1791-1848 Un capolavoro della storia sociale contemporanea Crisi istituzionale e teoria dello Stato in Germania dopo la Prima guerra mondiale a cura di Gustavo Gozzi e Pierangelo Schiera Schmitt, Heller, Preuss, Smend: la rifondazione della dottrina dello Stato nell'epoca di Weimar Costanzo Di Girolamo Luca Toschi La forma del testo Un'indispensabile guida pratica alla stesura di tesi di laurea, relazioni, articoli, volumi
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