Einaudi • JohanJnakobBachofen Ilmatriarcato Tomoprimo Per la prima volta in traduzione integrale un grande classico della storia delle religioni, rassegna enciclopedica dei miti e dei simboli di tutto il mondo che hanno tramandato fino a noi la presenza del potere femminile. A cura di Giulio Schiavoni, con un saggio di Furio Jesi. «I millenni», pp. Lxx1v-522c_oo30 illustrazioni fuori testo, L. 60 ooo GastoSnalvatore Stalin ;) Nell'inverno del 1952, al crepuscolo della dittatura, il vecchio tiranno mette in scena un suo Re Lear. Traduzione di Riccardo 1-Ield. «Supercoralli », pp. 95, L. 16 ooo AndréGide ViaggiaolCongo RitorndoalCiad Il reportage nel cuore dell'Africa equatoriale che segna una svolta nella vita e nell'arte di Gide. Con un saggio di Valerio Magrelli. Traduzione di Franco Fortini. «Supercoralli», pp. v-345, L. 28 ooo MarioFortunato Luoghniaturali L'esordio narrativo di un « paesaggista esistenziale». Nove racconti legati da un unico filo che intreccia le vicende dei personaggi alla disperata ricerca di sentimenti. «Nuovi Coralli», pp. 153, L. 10 ooo A.Schonberg eW.Kandinsky Musiceapittura Letterete, sti,documenti La pittura astratta, la musica atonale e il progetto di un'arte totale in un dossier inedito. «Saggi», pp. xv-190, L. 42 ooo lsabedleMadari~ga CaterindaiRussia Una biografia a tutto tondo della grande sovrana fra intrighi di corte, riforme amministrative, imprese militari e esperimenti sociali. Traduzione di Enrico Basaglia e Michela Zernitz. «Biblioteca di cultura storica», pp. XXI-847con 8 illustrazioni fuori testo, L. 75 ooo RoberCt.Ritchie CapitaKnidd elaguerrcaontro I pirati Nella vicenda storica della pirateria, l'avventurosa vita del capitano Kidd fa anche luce sulla politica commerciale dell'Inghilterra fra Sei e Settecento. A cura di Franco Marenco. «Saggi•, pp. XXII-281 con 20 illustrazioni fuori testo e 2 cartine, L. 30000 pagina VIII e la cultura industriale. Questa evoluzione comporta tendenzialmente il passaggio da un numero finito di materiali funzionalmente e culturalmente identificabili a un continuum di possibilità da cui, di volta in volta, è possibile far emergere Le prestazioni richieste. A fianco dei tradizionali materiali industriali, generalmente omogenei e isotropi, cresce una nuova famiglia di materiali dotati di disomogeneità e anisotropie controllate, che aggiungono alle prestazioni strutturali funzioni diverse e sempre più complesse. Proprio questa evoluzione, nel suo complesso, conduce a un profondo cambiamento dell'idea stessa di materiale: esso tende a non essere più, come nella tradizione, un dato «a priori» del progetto, ma diviene esso stesso oggetto del- /' attività progettuale. Inoltre la qualità e La quantità delle prestazioni di cui un _materialeprogettato è capace producono sempre più spesso un altro mutamento sostanziale: il materiale non è più un operatore per fare qualcosa (il Legno per fare una sedia), ma va considerato un operatore che fa qualcosa in forma solid state: un sistema elettroluminescente è un materiale che fa Luce;un metallo a memoria di forma è un materiale in grado di produrre azioni meccaniche; e, più banalmente, uno stratificato per imballaggi alimentari possiede prestazioni diverse e sofisticate, dall'impermeabilità ai gas alla capacità di accettare trattamenti a stampa sulla superficie esterna. Oggi quindi occorre pensare sempre più spesso a un materiale come a un operatore complesso, il quale, a monte del progetto, si presenta più come un insieme di possibilità di calcolo e di sistemi di processo che come un'entità fisicamente determinata. Il progettista, nello svolgimento del suo compito, ha a che fare con una nuova materia, fatta più di linguaggi e di flussi di informazione che di tangibile materialità. Il che significa che La produzione del nuovo ambiente quotidiano non avviene più, come in passato, dal confronto tra un'idea di progetto e un set ristretto di materiali dalle proprietà già definite, ma avviene dall'incontro tra quest'idea (tradotta in prestazioni richieste) e il sistema di conoscenza e di processi, il «sistema-materiali», che esprime il campo del tecnologicamente possibile. Ma se i materiali nuovi sono diversi da quelli tradizionali, anche Leindustrie che li producono sono cambiate e stanno sempre più cambiando ... Un tempo la Loroattività poteva Limitarsi alla produzione di una certa gamma di materiali e alla distribuzione commerciale dei prodotti: la loro modalità d'uso era un problema del trasformatore finale. Ciò era possibile perché, in un ambiente tecnico in cui il panorama dei materiali si presentava Limitato e relativamente stabile, tecnici e progettisti potevano arrivare a conoscerli a fondo e ad utilizzarli al meglio. Oggi tutto questo è sempre meno possibile: se l'utente finale non si trova più di fronte ad un set di materiali dati ma ad un campo continuo (e continuamente in evoluzione) di possibilità, diventa assai difficile arrivare alla soluzione tecnica che risolva al meglio i suoi problemi progettuali e produttivi. Pertanto, è L'industriaproduttrice dei materiali che deve offrire la propria collaborazione assumenalfa bis. 2 do il ruolo di interlocutore in grado di comprendere le esigenze dell'utente e proponendo di volta in volta la soluzione più adatta. Essa si trasforma così· in una società in grado di offrire un servizio complesso, all'interno del quale la fornitura del materiale fisicamente inteso è solo un aspetto; altre attività infatti diventano altrettanto essenziali: discutere con l'utente e assisterlo nella definizione delle sue esigenze, mettere a punto le formulazioni e le tecnologie di trasformazione più idonee, studiare modelli di calcolo, testare i risultati, intervenire sul terreno del design per qualificare non solo tecnicamente ma anche culturalmente i nuovi prodotti. Questo passaggio verso un modo di operare in cui la ricerca e l'attività di sl'rvizio all'utenza diventano i principali fattori di successo è la grande sfida che i nuovi materiali hanno Lanciato all'industria chimica. scenze tecnologiche sui processi di trasformazione connessi con la natura dei materiali e le esigenze delle funzioni d'uso, e quelle ingegneristiche connesse con l'ingegneria di prodotto, l'industrializzazione e la robotizzazione del processo. Il tutto avendo come obiettivo l'ottimizzazione del parametro prestazione/costo. È una macchina complessa che si muove ed elabora un processo che, su un input di partenza (un'esigenza prestazionale/funzionale), costruisce una proposta coerente con le premesse e i presupposti che l'hanno attivata. Una macchina organizzata matricialmente in cui collegamenti gerarchici e funzionali creano una ragnatela complessa di relazioni, difficile da gestire e da armonizzare. In questo ·complesso processo di elaborazione, la ricerca va via via assumendo nuovi connotati, pur senza perdere quelli più tradizioNapoleon Sarony, Oscar Wilde, National Portrait Gallery, Londra, 1882 Questa nuova via richiede necessariamente nuovi approcci e nuovi metodi attraverso i quali realizzare il massimo sinergismo transdisciplinare, poiché l'innovazione, oggi più che mai, passa attraverso la stretta cooperazione ed interazione tra un numero elevato di specialisti. Nelle aree dei materiali polimerici, oggi oggetto di impieghi in settori.,,sempre più spinti e perciò sottoposti a processi di innovazione sempre più accelerati, la transdisciplinarità della ricerca acquista dimensioni ed estensioni considerevoli. Sono coinvolte conoscenze che vanno da quelle specialistiche, relative all'impiego e alle conseguenti funzioni d'uso, a quelle scientifiche sui materiali polimerici, sulle proprietà/struttura degli stessi, sui meccanismi di modifica e di sinergismo delle matrici polimeriche; nello stesso campo sonò implicate le cononali e pertinenti. Essa si pone sempre di più l'obiettivo di capire meglio le esigenze dell'industria destinataria dei materiali, al fine di poter dare risposte più puntuali. Ciò significa creare al proprio interno conoscenze tecnico-scientifiche settorialmente specializzate. Così accanto ai ricercatori che lavorano sui polimeri, sulle matrici e sui processi, operano i tecnici specialisti dell'ingegneria di pro- • dotto. Questi, portatori della cultura dell'industria utente finale, anzi da essa stessa originati, acquisiscono la cultura dei materiali, delle matrici, dei processi, diventando vere e proprie interfacce tra ricerca sui materiali e ricerca sul prodotto, mediatori tra due realtà complementari, rappresentanti di una nuova generazione di tecnici che progettano il prodotto utilizzando la cultura dei materiali. Alfabeta 106 Costoro, sempre più sollecitati a pensare i materiali in funzione degli impieghi finali, sviluppano un nuovo approccio al problema, in cui le matrici non sono più viste come realtà singole, a sé stanti, depositarie di un «DNA» rigido e immodificabile, quanto soggetti di più complessi sistemi in cui più matrici opportunamente trattate, possono sviluppare sinergie che ne moltiplicano gli effetti e le prestazioni. Sinergia tra matrice e matrice, tra matrice e rinforzo, orientamenti molecolari, distribuzione orientata dei rinforzi, sono interventi di progettazione dei nuovi materiali. Nasce così la «genetica», La «sartoria» dei materiali e nascono così i materiali taylor made: nuovi materiali, per nuove prestazioni. Materiali mirati sul- /' applicazione, con un «DNA» che contiene, parametrati, i caratteri del manufatto finale. Pasquale Cau Direttore del Centro Sviluppo Settori Impiego della Montedipe La sindrome di Zelig U na fenditura tende ad insinuarsi e ad approfondirsi fra l'odierno ruolo che il materiale gioca ,nella produzion~ del mondo artificiale e le precedenti fasi della manipolazione tecnica. Muta soprattutto l'influenza che il complesso dei dati fisici e delle qualità materiche è in grado di esercitare nella concezione e nell'elaborazione del progetto. Se in passato, infatti, il lavoro di ideazione si risolveva essenzialmente in un operare «con» la materia, oggi il processo di artificializzazione si è spinto così in profondità che, in misura crescente, si pone la necessità del progetto stesso «della» materia. Facendo leva sulla forza metaforica delle parole si può suggerire che siamo forse alle soglie di un passaggio dall'età della trans-formazione (della modificazione, cioè, dei connotati formali e dei contenuti figurativi che definiscono esteriormente la natura delle entità oggetJuali) a un'età della trans-mutazione, della capacità cioè di manipolare fino i più intimi costituenti della materia e le· qualità sensibili che identificano la sostanza delle cose. Quasi una «sindrome di Zelig» (dal nome del noto personaggio interpretato da Woody Allen, che, per una reazione patologica di difesa, si trasformava costantemente in modo da somigliare fisicamente alle persone che incontrava) sembra investire il mondo delle produzioni artificiali. Le potenzialità pressoché alchemiche di conformazione tecnologica fanno, infatti, regredire i vincoli costitutivi della materia a una base sempre più elusiva e inafferrabile alla perlustrazione sensoriale e li pongono al di sotto delle soglie della riconoscibilità fenomenologica. Questo processo di progressivo distanziamento della struttura fisico-chimica dalle qualità sensibili e dalla proprietà con cui si manifesta provoca due fenomeni rilevanti: I. da un lato, si ha una dissoluzione dell'idea di «sincerità» del materiale. Una molteplicità di spoglie sensoriali si rende disponibile per uno stesso supporto fisico e merceologico e appare sempre più incerta e immotivata la scelta di un'immagine che possa rappresentarne l'autentica forma di interpretazione; 2.
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