I pagina 4 La Conchiglia e il Clergyman Antonin Artaud L ' obbiettivo mostra 4n uomo vestito di nero, occupato a dosare un liquido in bicchieri di varie dimensioni. Si serve, per questo travestimento, di una specie di conchiglia d'ostrica e infrange i bicchieri dopo averli usati. Vicino a lui c'è un mucchio incredibile di fiale. A un certo punto si vede una porta che si apre e appare un ufficiale dall'aria bonaria, beato, gonfio e carico di decorazioni. Trascina con sé un'enorme sciabola. Somiglia a un ragno, negli angoli bui o attaccato al soffitto. A ogni fiala rotta corrisponde un salto dell'ufficiale. Ma eccolo all'improvviso alle spalle dell'uomo vestito di nero. Gli strappa dalle mani la conchiglia d'ostrica. L'uomo lo lascia fare con singolare stupore. L'ufficiale si mette a girare per la stanza con la conchiglia, poi sfodera la sua spada e rompe la conchiglia con un colpo gigantesco. La stanza trema. I lampadari vacillano e ogni immagine prodotta dal tremore riflette la punta di una spada. L'ufficiale esce lentamente e l'uomo vestito di nero, dall'aspetto piuttosto simile a un clergyman, lo segue carponi. Sul pavé di una strada si vede passare il clergyman a quattro zampe. Angoli di strade si dispongono sullo schermo: All'improwiso compare un calesse tirato da quattro cavalli. Nel calesse, lo stesso ufficiale con una bellissima donna dai capelli bianchi. Nascosto in un angolo di strada il clergyman vede passare il calesse, lo segue correndo a gambe levate. Il calesse giunge davanti a una chiesa. L'ufficiale e la donna scendono, entrano in chiesa, si dirigono verso un confessionale. Ma in quell'istante il clergyman fa un balzo e si getta sull'ufficiale. La faccia di questo si deforma, si copre di foruncoli, si spalanca; il clergyman non ha più tra le braccia un ufficiale bensì un prete. Sembra che anche la donna dai capelli bianchi veda il prete, ma in un'altra posizione; in una successione di primi piani si vedrà la testa del prete sdolcinata, affabile quando appare agli occhi della donna, e rude, amara, terribile quando considera il clergyman. Sopraggiunge la notte con stupefacente velocità. Il clergyman solleva il prete sulle braccia e lo fa dondolare; attorno a lui l'atmosfera si fa assoluta. Si ritrova in cima a un monte; sui suoi piedi, in sovrimpressione, si intrecciano fiumi e valli. Il prete si libera come una palla dalle braccia del clergyman, come un tappo che esplode e cade vertiginosamente nello spazio. La donna e il clergyman pregano nel confessionale. La testa del clergyman dondola come una foglia e all'improvviso sembra che qualcosa in lui inizi a parlare. Si rimbocca le maniche e dolcemente, con ironia, dà tre piccoli colpi sulle pareti del confessionale. La donna si alza. Allora il clergyman apre la porta con un colpo di pugno, come impazzito. La donna gli sta di fronte e lo guarda. Lui le si getta addosso strappandole il corsetto come volèsse lacerare i suoi seni. Ma al posto dei seni c'è un carapace di conchiglie. Afferra il carapace e lo solleva per aria facendolo brillare. Lo scuote con frenesia, la scena cambia e mostra una sala da ballo. Entrano delle coppie; alcune in atteggiamento misterioso e in punta di piedi, altre estremamente indaffarate. I lampadari sembrano seguire i movimenti delle coppie. Le donne hanno tutte vestiti corti, mettono in mostra le gambe, gonfiano il petto e hanno i capelli tagliati. Sopraggiunge una coppia regale; sono l'ufficiale e la donna di prima. Prendono posto in un palco. Le coppie si stringono con forza. In un angolo un uomo tutto solo, al centro di un grande spazio vuoto. Tiene in mano una conchiglia d'ostrica per la quale mostra uno strano interesse. A poco a poco si rivede in lui il clergyman. Ma ecco che, per un mutamento di scena, il clergyman entra tenendo in mano il A più voci guscio con cui prima si divertiva con tanta frenesia. Agita il guscio per aria come se volesse schiaffeggiare una coppia. Ma in quell'istante le coppie si congelano, la donna dai capelli bianchi e l'ufficiale svaniscono nell'aria e la donna riappare all'altro lato della sala sotto l'arco di una porta che si è appena aperta. L'apparizione sembra terrorizzare il clergyman. Lascia cadere il guscio che sbriciolandosi emette una gigan~esca fiammata. Poi, come preso da un improvviso senso di pudore, fa il gesto di rivestire la donna. Ma via via che afferra le falde del suo abito per coprirle le cosce si ha l'impressione che queste falde si allunghino e formino un immenso cammino nella notte. Il clergyman e la donna corrono perdutamente nella notte. La corsa è interrotta dalle successive apparizioni della donna in atteggiamenti diversi: ora gonfia le guance a dismisura, ora tira una lingua che si allunga all'infinito e a cui il Marcus Root, Edgar Allan Poe, International Museum of Photografy, George Eastman House, Rochester, New York, 1848 ca. clergyman si attacca come fosse una corda. Oppure il petto le si ingrossa orribilmente. Alla fine della corsa si vede il clergyman che imbocca un corridoio e la donna dietro di lui che galleggia in una specie di cielo. Ecco una grande porta, tutta bardata di ferro. La porta si apre sotto una spinta invisibile e si vede il clergyman che cammina all'indietro e chiama qualcuno che non arriva. Entra in una grande stanza dove c'è un'immensa palla di vetro. Camminando a ritroso si avvicina alla palla e continua a chiamare la persona invisibile. Si sente che la persona è presso di lui. Le sue mani salgono nell'aria come se stringesse un corpo di donna. Poi, quando è sicuro di trattenere quest'ombra, questa specie di doppio invisibile, si getta su di esso, lo strangola con delle espressioni d'inaudito sadismo. E si sente che introduce in un vaso la sua testa tagliata. Alf abeta I 06 j -; aud Lo si ritrova nei corridoi mentre, con fare allegro, gira una chiave tra le proprie mani. Entra in un corridoio, in fondo c'è una porta, apre la porta con la chiave. Oltre questa porta c'è un altro corridoio, in fondo ad esso una coppia in cui sono riconoscibili la stessa donna e l'ufficiale carico di decorazioni. Inizia un inseguimento. Dei pugni scuotono una porta da ogni lato. Il clergyman si ritrova nella cabina di una nave. Si alza dalla cuccetta ed esce sul ponte della nave. Là c'è l'ufficiale, incatenato. Sembra che il clergyman si raccolga in preghiera, ma quando solleva il capo, all'altezza degli occhi dell'ufficiale, due bocche congiunte gli rivelano la presenza di una donna che prima non c'era. Il corpo della donna è sospeso per aria in posizione orizzontale. Un parossismo lo scuote. Sembra che-le dita delle sue mani cerchino un collo. Ma tra le dita ecco dei cieli, dei paesaggi fosforescenti, e lui tutto bianco, quasi un fantasma, passa con la sua nave sotto delle volte di stalattiti. La nave vista di lontano in un mare d'argento. E si vede in primo piano la testa del clergyman che dorme e respira. Dal fondo della sua bocca semiaperta, tra le ciglia escono dei fumi luccicanti che si raccolgono tutti in un angolo dello schermo, formando uno scenario urbano o dei paesaggi di estrema luminosità. La testa finisce per scomparire del tutto e delle case, dei paesaggi, delle città si susseguono e si snodano formando lagune e grotte di stalattiti incandescenti in una specie d'inaudito firmamento; e sotto queste grotte, tra le nubi, in mezzo alle lagune, si vede la sagoma della nave che passa e ripassa sullo sfondo bianco delle città, un bianco scenario di visioni che all'improvviso divengono oscure. Da ogni parte si aprono porte e finestre. La luce penetra a sprazzi nella camera. Quale camera? Quella con la palla di vetro. Servi e fantesche invadono la stanza con granate e secchi precipitandosi alle finestre. Da ogni parte si lucida intensamente, con impegno frenetico. Una specie di rigida governante, tutta vestita di nero, entra con una bibbia in mano e si avvicina ad una delle finestre. Quando si può distinguere il suo viso si vede che è la stessa bella donna di poco fa. Fuori, in una strada, è possibile scorgere un prete che cammina in fretta, e più lontano una fanciulla vestita da giardiniera con una racchetta da tennis. Giuoca con un giovane sconosciuto. Il prete penetra nella casa. Da ogni parte arrivano dei valletti che finiscono per formare un imponente corteo. Ma per fare le pulizie è necessario spostare la palla di vetro che non è altro che una specie di vaso pieno d'acqua. Il vaso passa di mano in mano. Sembra quasi di vedere una testa che si muove. La governante manda a chiamare i giovani nel giardino; il prete è là. In loro sono ancora riconoscibili la donna e il clergyman. Sembra che si stia per celebrare il loro matrimonio. Ma a questo punto, a ogni lato dello schermo, si accumulano e compaiono le visioni che passavano nel cervello del clergyman addormentato. Lo schermo è diviso in due dall'apparizione di una nave immensa. Lanave sparisce, ma da una scala che sembra salire fino al cielo scende il clergyman senza testa e con in mano un pacco avvolto nella carta. Appena giunge nella stanza dove sono tutti riuniti, scarta il pacchetto ed esce fuori la palla di vetro. L'attenzione di tutti è al culmine. Allora lui si spenzola in basso e rompe la palla di vetro: ne esce una testa che è proprio la sua. Questa testa raggrinzisce orrendamente. La tiene in mano come un cappello. La testa è immobile sopra una conchiglia d'ostrica. Appena awicina la conchiglia alle labbra la testa si fonde e si trasforma in una specie di liquido nerastro che lui sorseggia a occhi chiusi. Traduzione dal francese di Roberto Carifi Nota del curatore L a Coquille et le Clergyman, pubblicato nel novembre del 1927 sulla «Nouvelle Revue Française» e depositato presso l'Association des Auteurs de Films il 16 aprile, è l'unico soggetto cinematografico di Artaud che sia stato portato sullo schermo, realizzato da Germaine Dulac (fu girato tra giugno e settembre dello stesso anno). Interpretato da Alex Allin, Génica Athanasiou e Bataille ebbe una prima proiezione privata il 25 ottobre del 1927; fu presentato al pubblico il 9 febbraio del 1928 presso lo studio delle Ursuline. Lo stesso Artaud, in un artic~lo dal titolo Le cinéma et l'abstraction comparso su «Le Monde illustré» il 29 ottobre del 1927, scriveva: «La conchiglia e il Clergyman non racconta una storia bensì sviluppa una serie di stati dello spirito che si deducono gli uni dagli altri come il pensiero si deduce dal pensiero, senza che questo pensiero riproduca la serie ragionevole dei fatti». Il soggetto del film è concepito da Artaud come qualcosa di simile alla «mécanique d'un reve» senza essere tuttavia un sogno. Prima ancora di essere un film La Coquille et le Clergyman si configura, secondo quanto dichiara l'autore in una nota sui «Cahiers de Belgique» (n.8, ottobre 1928), come una riflessione attorno «al lavoro puro del pensiero». Particolare illuminante è il testo Cinéma et réalité, comparso come introduzi0ne al soggetto sul numero citato della NRF: «Non si tratta - scrive Artaud - di trovare nel linguaggio visivo un equivalente del linguaggio scritto di cui quello visivo non sarebbe che una cattiva traduzione, ma di rendere tangibile l'essenza stessa del linguaggio e di trasportare l'azione su un piano dove ogni traduzione diverrebbe inutile e dove l'azione stessa agisca quasi intuitivamente sul cervello». L'intenzione di Artaud era quella di creare un film dove le immagini si producono «da una specie di necessità interiore e potente che le proietta nella luce con una evidenza che non ha bisogno d'altro». Ricordo che la realizzazione della Dulac fu per Artaud una delusione. La polemica scoppiò violentemente alla prima del film dove alcuni surrealisti, tra cui Robert Desnos, presero le parti di Artaud che accusava la regista «di aver deformato delle immagini poetiche di cui non capiva il senso». Roberto Carifi
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