Alfabeta - anno X - n. 105 - febbraio 1988

Alfa beta I 05 incolmabile iato tra il locutore ·e i segni che esso ~isperde nella sua opera. Che uno dei poeti su cui principalmente anche se non esclusivamente insiste la ricerca di Folin sia Leopardi non può che confermare la lontananza della doxa critica, nella sua ottusa sicurezza ontologica-metodologica, da un qualsiasi contatto vitale con uno dei «pensieri» più «meditanti» della nostra modernità. «Nelle parole si chiudono e quasi si legano le idee, come negli anelli le gemme, anzi s'incarnano come l'anima nel corpo, facendo. seco loro come una persona, in modo che le idee sono inseparabili dalle parole, e divise non sono più quelle, sfuggono all'intelletto e alla concezione, e non si ravvisano, come accadrebbe all'animo nostro disgiunto dal corpo» (Da Leopardi all'eresia, p. 59). Le parole di Leopardi citate da Folin forse non indicano quel linguaggio autentico «che ha il potere di far trasparire il silenzio da cui proviene e a cui strettamente è intrecciato» (Ibidem), ma certamente ne descrivoIl concetto di natura oggi Daniele Goldoni e Gianni Mariani L ' emergenza ambientale impone, nella discussione politica, nei movimenti di opinione e ormai fra gli stessi scienziati, il ripensamento del rapporto dell'uomo con la natura. La gravità del problema non dipende solo dalla possibilità che la terra venga devastata dalle conseguenze di una incapacità di controllo sui mezzi di cui la tecnica dispone, ma anche dalle prospettive che la scienza apre - per esempio con l'ingegneria genetica - verso la possibilità di manipolazione dell'uomo. Tale manipolazione sembra, almeno in Ìinea di principio, una possibilità che potrebbe mettere in questione la stessa concezione strumentale moderna con cui l'uomo ha violato l'antica sacralità della natura, facendone un mezzo per i propri scopi: ora si affaccia la possibilità che gli stessi bisogni e desideri dell'uomo possano esser modificati con una radicalità mai prima raggiunta (forse anche a seconda di quanto l'ambiente può offrire: per esempio un ambiente «inquinato» può richiedere un particolare adattamento umano). IrÌ questo modo viene di nuovo smarrita una misura che, un tempo riposta nella «sacra» natura stessa, in un dio creatore, infine nella libertà dell'arbitrio attribuitasi dall'uomo moderno, ora man.- ca di• ogni parametro: la natura viene adattata all'uomo, l'uomo alla natura. Dove è il limite delle possibili trasformazioni? Che la questione sia grave non significa solamente che nella situazione che la costituisce tutto sia negativo. La crisi presente può, paradossalmente, aprire prospettive alla riflessione. In fondo, che nell'uomo o nella natura sia. dato no le condizioni di possibilità. Come le idee sono inseparabili dal linguaggio che le pronuncia, così il linguaggio è inscindibile dal silenzio da cui proviene, come da un'origine oscura eçl insondabile. E qui la lettura di Folin intreccia i riferimenti culturali propri a Leopardi, alla sua sensibilità per le tematiche che Antonio Prete ha, molto opportunamente, chiamato del «pensiero poetante» o «interrogante», senza per questo (o meglio, proprio in virtù di questa scelta) equivocare in considerazioni di carattere esclusivamente storico-letterario. Questo incontro tra pensiero e poesia avviene certamente sotto il segno dell' «altro pensiero» di Heidegger, ma senza per questo annullare una felice, e originalmente autonoma, forma di dialogo coi testi interrogati. Un altro degli autori chiamato a condividere le pagine di Folin è il «poeta» francese Edmond Jabès, la cui presenza a dire il vero, circola per tutto il libro in un'evidenza discreta e sommessa che sembra essere la cifra più vera dell'iotrovare limiti, leggi, regole dati una volta per tutte è stato, in Occidente, di volta in volta asserito, ma queste stesse leggi sono state altrettante volte superate. I superamenti dei divieti che la religione, la metafisica, la politica, la morale hanno variamente indicato sono fatti che stanno a testimoniare quanto poco profondamente questi divieti e queste leggi fossero propri di una pretesa «eterna» esUn testo dal raro f ascin.o Cfr fluenza esercitata dalla sua ricerca. Frammentata, senza essere frammentaria, interrogante, senza essere vanamente dispersa nella chiacchiera, l'opera di Jabès fornisce il paradigma ultimo di un modo di porsi nuovamente in ascolto del linguaggio. La consapevolezza che sembra ispirare un simile tentativo si basa su una nozione paradossale di linguaggio: esso non è, infatti, il semplice medium entro la cui vischiosità e inerzia av\l(ene qualcosa che chiamiamo «comunicazione» o, anche, «poesia». Piuttosto, la natura «seconda» del linguaggio, il suo essere essenzialmente «per» e «al posto di» qualcosa d'altro ci obbliga a riconoscerne e ad apprezzarne il suo aspetto «limite»: al confine del silenzio e dell'oblio il linguaggio della poesia, così come di ogni altro linguaggio che voglia dirsi «originario» si concepisce come eco, come lontananza rifratta dalle superifici lucide delle parole. Reb Prato, uno dei tanti rabbini immaginari che popola il Libro delle interrogazioni, non a caso citato da che il pregio di mettere in risalto questo aspetto della questione. Di fronte a ciò chi grida alla violazione della natura in nome di una intoccabilità assoluta, assunta acriticamente, e pretende di ricavare da essa dei principi etici assoluti (posizioni che vengono chiamate «neofondamentaliste»), deve anzitutto chiedersi come mai essa stessa si lasci violare, ed abbia bisogno di soccorso proprio da Storie di streghe e di spiriti , infernali, di provvedimenti / e di pazzie durante / la pestilenza /,, del 1630. terza edizione Federico Borromeo LAPESTE DIMILANO a cura di Armando Torno RUSCONI senza della natura e dell'uomo, o meglio, come uomo e natura fossero legati sì, ma in modi sempre diversi. Così finisce per venire in primo piano lo stesso enigma del rapporto fra uomo e natura: ogni volta che l'uomo crede di trovarsi di fronte la natura come qualcosa di definilo e indipendente, finisce per incontrare anche_ l'immagine di se stesso. La crisi cui si sta giungendo è grave e radicale e ha anparte della parola e delle azioni dell'uomo stesso, che finora l'ha anche violata. Non c'è dubbio che v'è nella natura una sorta di «debolezza» nei confronti della tecnica che la dispone ad obbedire. L' «astuzia» della tecnica si alimenta di. una apparente docilità della · natura, e. di tina volontà di dominio dell'uomo che sono essi stessi l'essenza della forza, della-violenza dell'epoca moderna. Df fronte ad esse le civiltà non «occidentali» • pagina 29 Folin, dice: «Non trascurare l'eco; perché di eco tu vivi». Ed è infatti nel risuonare delle opere altrui, conservate nella loro intangibile lontananza entro quel singolare effetto rifrangente, reso possibile dalla forma «saggio», nella sua serietà, col suo rimbalzare da poeta a poeta, da libro a libro, da concetto a concetto, che il libro di Folio costituisce una ansiosa e mai esausta rassegna di alcuni dei punti di maggior densità dell'esperienza poetica, e non solo poetica, moderna. Oltre ai saggi su Leopardi e Jabès il libro raccoglie interventi sulla «malinconia», sui rapporti tra linguaggio e potere (esemplificati dall'opera di Elias Canetti), sulla Festa e il Riso. Miche! de Certeau Fabula mistica Bologna, Il Mulino, 1987 pp. 407, lire 38:000 Alberto Folin Da Leopardi all'eresia Napoli, Dick Peerson, 1987 pp. 168, lire 20.000 in cui l'attenzione al «naturale» è difesa e custodita da una tradizione religiosa stanno soccombendo:. non perché non abbiano •buoni motivi, ma perché ciò che sta accadendo è un mutamento di prospettiva così violento e talvolta rozzo, caratterizzato dalla sordità agli aspetti meno manipolabili dell'esperienza, rispetto al quale queste civiltà non hanno forza. Tutto ciò può anche apparire come un progresso, data la grande capacità della tecnica di costruirsi ovunque un «passato». Ma anche qualora si smascheri la unilateralità di questo processo, resta improponibile il ripristino di forme di integralismo e fondamentalismo. Anzitutto la «natura» è tale anche in quanto l'uomo interagisce con essa, e la interazione comunque modifica i dati di partenza, sì che non è possibile separare nettamente natura e cultura: la cultura si fonda sulla natura, ma non è possibile, in lineà di principio, stabilire dove finisce l'una e comincia l'altra. Proprio per questa ragione di fondo il neofondamentalismo è necessariamente perdente, e può tutt'al più fornire una buona coscienza a una ostinazione della volontà. Un altro pericolo da evitare è combattere il «male» con i rimedi che lo hanno prodotto. Questo rischio può essere presente nei tentativi di allargare la sfera del diritto agli animali, alla natura stessa. 1 Infatti nella accezione che ha finito per prevalere nella storia politica del mondo moderno il diritto cui ci si appcdla, per esempio, quando ci si richiama ai diritti dell'uomo o del cittadino, è «diritto naturale» non nel senso di un appello ad una inviolabilità della natura, ma nel senso che la natura degli uomini è la ragione, la capacità di calcolare (Hobbes): questa componente volontaristica all'io-. terno del giusnaturalismo moderVia dei Liburni, 14 00185 Roma Te!. (06) 4955207 I PARTITI ITALIANI TRA DECLINO E RIFORMA a cura di Carlo Vallauri tre volumi per complessive 1600 pagine, L. 150.000 La ricerca complessiva si è estesa ai seguenti partiti e movimenti: Democrazia Cristiana, Movimento Comunità, Movimento Sociale Italiano, Partito Comunista Italiano, Partito di Unità Proletaria per il Comunismo, Partito Liberale Italiano, Partiti e Movimenti Monarchici, Partito d'Azione, Partito Repubblicano Italiano, Partito Sardo d'Azione, Partito Socialista Democratico Italiano, Partito Socialista Italiano, Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, Unione dei Comunisti, Partito Radicale, Sudtiroler Volkspartei, A.C.P.O.L. e M.P.L., Federazione Anarchica Italiana, Lotta Continua, Democrazia Proletaria, Federazione Giovanile Comunista Italiana, Federazione Giovanile Socialista, Avanguardia Operaia, Potere Operaio, Comunione e Liberazione, Movimento Popolare, Movimento federativo Democratico, Unità Popolare, Union Valdotaine, nonché gruppi femminsiti L'opera completa si compone, oltre ai volumi su citati: LA RICOSTITUZIONE DEI PARTITI DEMOCRATI.CI tre volumi pe'r complessive 1758 pagine, L. 150.000 L'ARCIPELAGO DEMOCRATICO due volumi per complessive 1070 pagine, L. 90.000 Nanni Balestrini Il ritornodella signorinaRichmond commentovisivodi GianfrancoBaruchello "I/ ritornoin Italia dellasignorinaRichmond-avvienneell'estate1984,ecoinride casualmenteconquellodel suobiografo in versi,chedopocinqueanni di esilioin terraprovenzaleerastato dalla giusti-· zia italiana amabilmentedichiarato innocentdeeipiù gra_vaitti di terrorismo politico". Goffredo Parise Arsenico conun .raggiodi AndreaZanzotto ... ·"testroivelatoreS. iaper i temitorrati, -siaperil continuoinrre.rpard.reildettato nell'incalzaredella sintassi e nell'impennaturadel lessicos,iaperlaforza di 11nflusso atrabiliare che investefin dall'inizio l'elaborazionestilistica,es.io si ponein una zona contigua certesismografiegaddianeoaddiritturaa Céline" ... ,-·) EJizioni Hccrn (;i:1110 Via c;aribaldi '\102() Oderzo (TV) Tcl. (0122) 712 17 2

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